Arrivano dai Tribunali del Lavoro di Chieti e Lanciano (CH) altre sei sentenze emanate in favore di altrettante lavoratrici assunte come personale ATA che chiedevano il riconoscimento immediato e per intero del servizio svolto a tempo determinato nella ricostruzione di carriera, con conseguente riconoscimento anche degli scatti di anzianità mai percepiti durante il precariato. Il Ministero dovrà immediatamente re-inquadrare le ricorrenti, pagare loro le differenze retributive non corrisposte e più di 20.000 Euro di spese di giudizio. Marcello Pacifico (Anief): “Personale ATA da troppo tempo “dimenticato”, urgente modificare la contrattazione nazionale”.
Sono tutte targate Anief le ultime sei sentenze in ordine di tempo ottenute dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Marcone e Manuela Pirolozzi ed emanate dai Tribunali del Lavoro abruzzesi che accolgono i ricorsi presentati in favore di Assistenti Tecniche e Amministrative e Collaboratrici Scolastiche in servizio da anni nella provincia di Chieti che rivendicavano il diritto al riconoscimento immediato e per intero del lungo servizio svolto con contratti a termine ai fini della ricostruzione di carriera, con conseguente pagamento delle differenze retributive dovute in funzione del loro collocamento nella fascia stipendiale corretta. “Il personale ATA precario e di ruolo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è da troppo tempo “dimenticato” e discriminato all'interno della contrattazione collettiva e anche nella normativa interna che regola la ricostruzione di carriera all'atto dell'immissione in ruolo, con in più l'aggravante di un termine più lungo per ottenere il cosiddetto “riallineamento della carriera” che per il personale ausiliario e per i collaboratori scolastici è di ben 4 anni superiore rispetto a quello dei docenti. Risulta urgente anche per loro una rivisitazione immediata e profonda della contrattazione nazionale per superare tutte le discriminazioni in conformità con il diritto comunitario”.
Le lavoratrici che si sono affidate con fiducia alla competenza e professionalità dei legali Anief, infatti, ormai assunte con contratto a tempo indeterminato, avevano svolto molti anni di servizio da precarie senza mai percepire i relativi scatti riconosciuti solo al personale di ruolo e, anche dopo l'immissione in ruolo, all’atto della ricostruzione di carriera, non era stato riconosciuto loro per intero e immediatamente tutto il servizio svolto con contratti a termine, proprio in applicazione delle disposizioni normative vigenti. I Giudici del Lavoro di Lanciano (CH) e Chieti hanno, però, evidenziato come tali disposizioni normative confliggano con la normativa e la giurisprudenza comunitarie e, pertanto, hanno accertato il diritto delle ricorrenti “a beneficiare degli scatti di anzianità e degli emolumenti relativi in corrispondenza delle supplenze eseguite, in modo continuativo e reiterato per più annualità con contratti a tempo determinato, in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo dell’amministrazione scolastica” e hanno accertato, altresì, il loro diritto “ad ottenere la ricostruzione di carriera mediante il riconoscimento integrale del servizio prestato con contratti di lavoro a tempo determinato, nonché a percepire gli incrementi stipendiali di cui al CCNL applicato”, condannando il Ministero dell'Istruzione anche al pagamento delle spese di soccombenza quantificate per le sei sentenze in una cifra che supera i 20mila Euro.
L'Anief ricorda a tutti i lavoratori che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all'integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere il corretto inquadramento stipendiale.
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