Tutte le altre, a dispetto dell’effettivo colore relativo allo stato di emergenza, aprono nelle tre settimane successive, come aveva richiesto Anief, ma in un’unica data nel territorio nazionale e per ogni ordine e grado. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, tuttavia, senza screening di massa della popolazione studentesca e del personale e priorità nelle vaccinazioni, il rinvio sarà inconcludente per garantire la sicurezza
Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato rappresentativo della scuola, lancia un appello a Governo e Regioni perché si assumano la responsabilità di provvedimenti condivisi nella sicurezza di tutti. La scuola a macchia di leopardo incrementa le differenze tra gli studenti, confonde le famiglie e preoccupa il personale. Siamo stati i primi a chiedere di disporre dopo le feste, prima della riapertura del 1° febbraio 2021, screening obbligatori per personale e studenti, perché era facilmente prevedibile visto l’aumento della curva dei contagi per il mancato rispetto del distanziamento sociale nelle case degli italiani durante le vacanze. E siamo stati i primi in questi giorni a ricordare la necessità di dare una priorità alla vaccinazione volontaria di Ata e insegnanti se si vuole che ritornino a lavorare in presenza nelle nostre scuole. Se si pianificavano tamponi dal 20 al 31 gennaio, come è stato fatto quest’estate per il personale ma includendo anche la grande parte degli studenti, avremmo potuto prevedere da febbraio istituto per istituto la riapertura delle scuole con maggiore sicurezza e certezza di poterle tenere aperte anche per il resto dell’anno senza trasformarli in focolaio, come siamo riusciti a non farli diventare tali grazie alle misure ad oggi poste e ai protocolli sottoscritti. Istituzione per istituzione e non regione per regione, però. Perché ora assistiamo a un balletto incredibile che sconfessa gli accordi presi in Conferenza unificata e porta gli italiani in uno stato di incertezza che non aiuta. Secondo il rapporto dell’Istituto superiore della sanità, peraltro, il 60% dei contagi tra gli studenti ha riguardato nel primo quadrimestre gli alunni del primo ciclo, con picchi a ridosso del primo ponte di novembre, eppure scuole dell’infanzia, primaria e media sono state riaperte dopo le vacanze natalizie in tutto il Paese lunedì senza alcun provvedimento delle regioni, ad eccezione della Sicilia, Calabria (ordinanza sospesa dal Tar), Molise, Puglia, Campania (le ultime 3 classi della primaria e la scuola media), a dispetto della scuola secondaria che riaprirà nelle tre settimane successive con diversi calendari. A questo punto, conclude, Pacifico bisogna chiedersi pure perché i governatori stanno aprendo le scuole di ogni ordine e grado in giorni diversi. La sola motivazione dei trasporti come si evince dal rapporto non giustifica date diverse.
Tabella, riaperture delle scuole di ogni ordine e grado dal 7 gennaio 2021
Infanzia
7 gennaio
In tutta Italia
Scuola primaria e media
7 gennaio
Provincia autonoma di Trento e di Bolzano, Valle d’Aosta, Sardegna, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Tocana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania (primaria le prime due classi della primaria), Calabria (per ordine del Tar e in fase di appello), Basilicata
18 gennaio
Sicilia, Calabria (ordinanza sospesa dal Tar e in fase di appello), Molise, Puglia, Campania (le ultime 3 classi della primaria)
25 gennaio
Campania (scuola media)
Scuola secondaria
7 gennaio
Provincia autonoma di Trento e di Bolzano (sospesa dal DL 1 del 5 gennaio 2021)
11 gennaio
Valle d’Aosta, Abruzzo, Toscana, Provincia autonoma di Trento e di Bolzano (75%)
18 gennaio
Molise, Puglia, Lazio, Liguria, Piemonte
25 gennaio
Campania, Umbria, Emilia Romagna, Lombardia
1 febbraio
Sicilia, Sardegna, Calabria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata
Estratto, pagina 8
Rapporto ISS COVID-19 n. 63/2020, 30 dicembre 2020
Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di SARS-CoV-2:la situazione in Italia
Andamento epidemiologico nazionale e regionale delle diagnosi di casi di COVID-19 in età scolare (3-18 anni)
“I dati di seguito riportati sono stati estratti dal database del Sistema di Sorveglianza Integrata COVID-19 il giorno 29 dicembre 2020 e si riferiscono a diagnosi effettuate tra il 24 agosto e il 27 dicembre. In tale periodo sono stati diagnosticati in Italia come positivi per SARS-CoV-2 1.783.418 casi, di questi 203.350 (11%) in età scolare (3-18 anni). La percentuale dei casi in bambini e adolescenti è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre (con un picco del 16% nella settimana dal 12 al 18 ottobre) per poi tornare ai livelli precedenti (Figura 5). Le percentuali di casi in età scolare rispetto al numero dei casi in età non scolare oscillano tra l’8,6% della Valle d’Aosta e il 15,0% della PA di Bolzano. La maggior parte dei casi in età scolare (40%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%) (Figura 6). Nel mese di settembre, l’età mediana dei casi in età scolare è stata di circa 12 anni, per poi aumentare leggermente nel mese di ottobre e tornare al valore precedente a novembre e dicembre”.
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