Si terrà nel pomeriggio l’incontro tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta e le Confederazioni CISAL, CONFEDIR e CONFSAL per la firma del Patto per l’Innovazione del Lavoro pubblico e la Coesione sociale. Il Patto prevede un’azione di rilancio del Paese, volta a realizzare gli obiettivi della modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della coesione sociale, a partire dalla straordinaria opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Innovazione e coesione sono infatti obiettivi centrali dello storico programma Next Generation EU e, nelle intenzioni del Governo, saranno perseguiti simultaneamente. Successivamente alla firma, il Governo emanerà all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale.
Secondo Marcello Pacifico, segretario confederale CISAL e segretario organizzativo CONFEDIR, “l’Intesa che ci avviamo a firmare costituisce uno snodo fondamentale per la ricostruzione del Paese e per la valorizzazione del ruolo svolto dalla PA e dalle lavoratrici e dai lavoratori di quei comparti che sono stati maggiormente esposti ai rischi della pandemia e che hanno risposto con grande impegno ed abnegazione; si tratta di una occasione irripetibile per l’Italia che dovrà cogliere l’opportunità straordinaria del Next Generation Eu”.
Parte l’iter che porta ai rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021, che interessano oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, anche per permettere a molti di loro di ricevere stabilmente l’elemento perequativo delle retribuzioni all’interno della retribuzione fondamentale. Con la sottoscrizione del Patto per l’Innovazione del Lavoro Pubblico e la Coesione Sociale, il Governo individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori.
I PUNTI CENTRALI DELL’ACCORDO
Sono sei i punti fondamentali dell’Accordo: i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 salvaguarderanno l’elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2016-2018; il lavoro agile dovrà prevedere, fuori dall’emergenza, una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata; attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-21 si procederà alla rivisitazione, ricorrendo a risorse aggiuntive, nell’ambito dei principi costituzionali e delle norme di legge in tema di accesso e di progressione di carriera, degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze richieste dai cambiamenti organizzativi e dall’innovazione digitale; verranno definite, previo confronto, politiche formative di ampio respiro in grado di rispondere alle mutate esigenze delle Amministrazioni Pubbliche, garantendo percorsi formativi specifici a tutto il personale con particolare riferimento al miglioramento delle competenze informatiche e digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale; nell'ambito dei nuovi contratti collettivi, alla luce degli effetti delle nuove discipline in materia di relazioni sindacali già previste nei contratti del triennio 2016-2018 per tutte le aree e i comparti, saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, favorendo processi di dialogo costante fra le parti, valorizzando strumenti innovativi di partecipazione organizzativa che implementino l’attuale sistema di relazioni sindacali sia sul fronte dell’innovazione che su quello della sicurezza sul lavoro; saranno implementati, infine, gli istituti di welfare contrattuale, anche con riguardo al sostegno alla genitorialità con misure che integrano e implementano le prestazioni pubbliche, le forme di previdenza complementare e i sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi, estendendo anche ai comparti del pubblico impiego le agevolazioni fiscali previste per i settori privati a tali fini.
IL COMMENTO DEL SINDACATO SULL’ACCORDO
“Siamo soddisfatti – ha detto Marcello Pacifico, segretario Confederale CISAL e segretario organizzativo CONFEDIR - che molte delle nostre richieste siano state accolte, dalla necessità di tornare a valorizzare il ruolo della contrattazione decentrata a quella di disciplinare, nell’ambito dei contratti collettivi nazionali di lavoro del triennio 2019-21, particolari aspetti del lavoro a distanza in tema di tutela dei diritti sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze”.
“Hanno trovato accoglimento – ha continuato Pacifico - anche le nostre richieste in tema di accesso e di progressione di carriera, di revisione degli ordinamenti professionali del personale, per adeguare la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze richieste dai cambiamenti organizzativi e dall’innovazione digitale, di affermazione del principio che le attività di apprendimento e di formazione devono essere considerate a ogni effetto come attività lavorative, di adeguamento dei sistemi di partecipazione sindacale favorendo processi di dialogo costante fra le parti, di implementazione degli istituti di welfare contrattuale, del tutto sconosciuti al sistema della PA. Soltanto con un massiccio investimento in termini di risorse e capitale umano la PA potrà tornare ad essere, nei suoi diversi comparti, motore di sviluppo del sistema economico, sociale, culturale del nostro Paese e farci uscire dalla crisi generata dalla pandemia”.
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