Continuano senza sosta le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione retributiva posta in essere a discapito dei lavoratori precari della scuola cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante tanti anni di servizio con contratti a termine. Marcello Pacifico (Anief): “Le norme che discriminano i precari anche e soprattutto a livello retributivo, vanno disapplicate, bisogna risolvere in contrattazione un'ingiustizia che si protrae ormai da 20 anni”
I Tribunali del lavoro di tutta Italia ormai continuano senza sosta a condannare il Ministero dell'Istruzione per l'illegittima discriminazione retributiva posta in essere a discapito di tutti i lavoratori precari. Le ultime otto sentenze di piena conferma delle ragioni da sempre sostenute dal sindacato Anief e patrocinate dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli e dai nostri legali sul territorio arrivano dai Tribunali del Lavoro di Cosenza (Avv.ti Ida Mendicino e Donatella Longo), Modena (Avv. Irene Lo Bue), Reggio Emilia (Avv. Irene Lo Bue) e Verona (Avv. Maria Maniscalco). “Il divieto di discriminazione – si legge in una delle recenti sentenze targate Anief - è posto anch'esso in chiave antiabusiva dello strumento del contratto a termine e quindi va applicato anche ad una delle più significative condizioni di impiego, il trattamento retributivo progressivamente collegato all'anzianità di lavoro, perché altrimenti verrebbe pregiudicato il principale effetto utile del precetto di parità sancito dalla direttiva, che è quello di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato e impedire che tale tipo di contratto venga utilizzato per privare i lavoratori coinvolti dei diritti riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato”.
“Docenti e ATA precari hanno da sempre subito e continuano a subire un'ingiustificata disparità di trattamento retributivo rispetto ai colleghi di ruolo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e, come confermato dalle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, ai sensi degli artt. 11 e 117, primo comma, della Costituzione, il giudice nazionale e, prima ancora, l'amministrazione hanno il potere-dovere di dare immediata applicazione alle norme dell'Unione europea provviste di effetto diretto, anche riguardo la retribuzione. Ai tavoli della contrattazione questa ingiustizia che si protrae da 20 anni deve essere definitivamente risolta e la nostra rappresentatività ci darà modo, finalmente, di farlo risolvendo ed eliminando sin dalle previsioni contrattuali tale abuso”. L'Anief ricorda a tutti i lavoratori precari della scuola che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto agli scatti di anzianità commisurati agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere il corretto inquadramento stipendiale anche per gli stipendi futuri.
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