Ettore Michelazzi, presidente del Consiglio Nazionale ANIEF e delegato per la CESI, ha partecipato all’incontro di oggi via zoom con i colleghi sindacalisti europei sull’importante tematica dei piani nazionali di ripresa e resilienza dal Covid-19
Ettore Michelazzi ha partecipato all’ incontro organizzato dalla CESI, introduttivo di tematiche attuali e urgenti causate dalla pandemia di COVID-19. Ha introdotto l’incontro il Segretario Generale CESI Klaus Heeger, ma il punto focale è stato dato dalla presenza di Maria Teresa Fabregas, direttrice del segretariato generale per il Recovery Plans della Commissione Europea.
Fabregas ha chiarito che ormai quasi tutti i piani dei diversi stati membri della UE sono stati approvati o sono in fase di approvazione, con l’eccezione dei Paesi Bassi e della Bulgaria causa alcuni loro problemi interni che hanno causato ritardi; la direttrice ha inoltre confermato la garanzia degli organismi di controllo, secondo i quali senza un’effettiva rilevazione di quanto presentato nel piano nazionale i pagamenti per le fasi successive non saranno erogati, anche se ci potranno essere eccezioni, adeguatamente motivate, nel caso non sia stato possibile raggiungere gli obiettivi previsti in origine.
Il piano italiano, essendo il più corposo e rilevante della comunità europea, è stato presentato dal vice-presidente CESI Roberto Di Maulo, che ha spiegato chiaramente il piano, molto valido nelle sue idee, ma parlando anche delle possibili difficoltà dell’Italia nel gestire fondi così importanti e in così breve tempo della UE, dicendosi comunque fiducioso rispetto alle azioni del governo Draghi. Altri aspetti importanti sono stati segnalati dalla Spagna e non solo, rispetto all’abbondanza di contratti iterinali e a tempo determinato, e la difficoltà nei rapporti tra sindacati ed istituzioni, non sempre adeguati; ad esempio, sempre in Spagna, lo smart working non è ancora stato compiutamente legiferato. La dott.ssa Fabregas ha recepito con attenzione la mancanza di inclusività nel rapporto tra istituzioni e sindacati, specie quelli cosiddetti minori, in queste trattative, ed ha espresso l’auspicio che queste problematiche siano risolte nell’immediato futuro.
L’Anief è pronta a dare il suo contributo, in Italia come in Europa, e condivide le preoccupazioni sulla mancanza di inclusività dei sindacati, specialmente in Italia; appare evidente che in questo momento il governo Draghi sta agendo in totale autonomia e senza interpellare le parti sociali, vedi ad esempio l’uso del Green Pass sui luoghi di lavoro, e sembra che non ci siano molti margini di azione per i sindacati nemmeno sullo stesso piano nazionale per la ripresa e la resilienza, nonostante le molte proposte presentate.