Il Ministero dell’istruzione e del merito, facendo seguito a quanto annunciato alle organizzazioni sindacali la scorsa settimana, ha pubblicato la circolare 4814 del 30 gennaio 2023 per la riapertura dei termini di presentazione delle domande di pensionamento del personale scolastico dal prossimo 1° settembre, a seguito delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.
In particolare, viene disposta la riapertura dei termini dal 1° ed il 28 febbraio per l’accesso del personale docente, educativo, IRC, ATA e per i dirigenti scolastici, con esclusione delle province di Trento e Bolzano, a:
- Quota 103, con requisiti 62 anni di età e 41 anni di contribuzione entro il 31/12/2023;
- Opzione donna, con requisiti 60 anni di età (ridotta di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due anni) e 35 anni di contribuzione entro il 31/12/2022, accessibile solo al ricorrere della condizione di assistenza ex art. 3 comma 3 legge 5 febbraio 1992 n. 104 oppure di riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%.
Va evidenziato che con Quota 103 la pensione sarà̀ liquidata in misura non superiore a cinque volte il trattamento minino per il 2023 sino al compimento dell’età̀ per la pensione di vecchiaia (67 anni per il biennio 2023/2024), raggiunta la quale verrà̀ messo in pagamento l’intero importo della pensione.
Per la successiva presentazione delle domande di pensione all’Inps, la circolare rinvia alle modalità descritte nella nota n. 31924 del 8 settembre 2022.
Infine, la circolare ricorda che la Legge di Bilancio 2023 ha posticipato al 31 dicembre 2023 il termine di scadenza della sperimentazione dell’APE sociale per i lavoratori dipendenti che svolgono attività gravose che, nel comparto istruzione, sono i “professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate”, precisando che le insegnanti che hanno presentato domanda di cessazione Polis per opzione donna con esito positivo e che presenteranno anche la domanda di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale entro e non oltre il 31 marzo 2023 potranno comunicare tempestivamente alla competente struttura territoriale dell’Inps la rinuncia alla domanda di pensionamento opzione donna eventualmente già presentata.
Anief riporta la propria idea: Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, ha parlato del “congiunto effetto di basse retribuzioni in età lavorativa, con ritardo nell’accesso al lavoro per la mancanza di un canale permanente di reclutamento, nonché del mancato riconoscimento per intero della carriera, oltre che dei criteri di maturazione contributiva e giuridica degli anni lavorativi e di laurea: questi effetti sommano gli effetti negativi, portando il comparto scuola ad avere non solo gli stipendi più bassi di tutto il pubblico impiego, ma anche pensionati sempre più anziani e sempre più poveri. Né le soluzioni trovate in legge di bilancio, quota 103 e la nuova opzione donna, vanno nella direzione da noi prospettata: quella di un superamento definitivo delle previsioni della legge Fornero attraverso l’equiparazione di docenti e personale ATA ai lavoratori delle forze armate, permettendo così loro di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. Non è una concessione – ha concluso Pacifico - considerando l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato e senza nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico, molto presente tra coloro che operano nei nostri istituti scolastici”.