“Invece di ridurre o azzerare i costi per il riscatto della laurea ai fini pensionistici e anche per anticipare l’uscita dal lavoro, invece sempre più spostata in avanti, da chi governa il Paese sembrano arrivare segnali contrapposti: le somme, già oggi salate di riscatto per ogni lavoratore dei 4-5 anni universitari sostenuti per giungere al diploma di laurea, nella migliore delle ipotesi mai al di sotto dei 20-25.000 euro complessivi, sembra siano destinate a crescere. Almeno per chi lavora nella scuola tutto questo è semplicemente assurdo”. A dichiararlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo avere appreso dalla stampa specializzata che il costo del riscatto della laurea diventerà presto “più oneroso”.
Questo perché, scrive Orizzonte Scuola, “l’inflazione ha portato a un incremento dei costi, influenzando il reddito minimo imponibile, parametro fondamentale per il calcolo del riscatto”. Ma quanti soldi deve tirare fuori un pensionando per riscattare la laurea? “L’opzione “light”, a prezzo fisso, ha subito un aumento significativo, passando da circa 5.776 euro a quasi 6.100 euro all’anno. Per il riscatto ordinario, il costo varia in base al reddito. L’aumento del reddito minimo imponibile lo rende paradossalmente meno oneroso solo per chi guadagna meno di 18.000 euro all’anno. Per le lauree conseguite prima del 1996 o entro il 2011 con almeno 18 anni di contributi, il calcolo è più complesso e si basa sulla riserva matematica”.
Attraverso il sito internet dell’INPS, che offre diverse modalità per presentare la domanda, sono messi a disposizione dei lavoratori interessati più strumenti utili per valutare i costi dell’operazione: un simulatore online per una stima approssimativa dei costi, ma anche un’applicazione per un calcolo dettagliato nel sistema contributivo, retributivo o misto.
“È incredibile – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che si parli di inflazione solo adesso che l’aumento del costo della vita impone l’aumento dei costi per i lavoratori. Perché non si evidenzia lo stesso quando si affronta il tema dei rinnovi contrattuali, come abbiamo fatto nel del comparto della Conoscenza qualche giorno fa al Ministero dell’Istruzione e del Merito, in occasione della presentazione dell’atto di indirizzo del contratto di lavoro 2022-24? In quell’occasione abbiamo chiesto di annullare almeno l’inflazione dell’ultimo biennio sicuramente a due cifre, mentre gli aumenti proposti non arrivano al 6%. La verità è che gli stipendi della scuola sono troppo irrisori e vanno adeguati, come è necessario riconoscere il burnout per programmare delle ‘finestre’ che portino all’anticipo pensionistico di chi non può lavorare a scuola vittima di disturbi e patologie legate allo stress da lavoro”.
“In questo contesto – continua Pacifico – gli anni di formazione universitari vanno riconosciuti in toto dallo Stato ai fini della carriera e della previdenza, ma questo deve avvenire non più in modo oneroso come più volte indicato dagli stessi vertici dell’Inps: quello che occorre legiferare, quindi, è il riscatto gratuito degli anni di formazione nelle Università, compresi i periodi di acquisizione dell’abilitazione e della specializzazione su sostegno”, conclude il presidente nazionale Anief.
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