“Mai come oggi, con il caro-vita in impennata, ai dipendenti della scuola fuori sede serve un incentivo di carattere economico”: a dichiararlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando un approfondimento della stampa specialistica sulla sostenibilità economica di docenti e personale Ata sempre più “strettamente legata a fattori come il possesso di una casa di proprietà o la residenza in piccoli centri dove il costo della vita è più contenuto”. Ben vengano, quindi, le iniziative tese a portare “dignità e decoro alla figura dell’insegnante” anche attraverso “il progetto di un ‘piano casa’ per i docenti”, come dichiarato anche dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Gli stipendi docenti e Ata – ricorda Pacifico - hanno un potere di acquisto limitato, negli ultimi anni hanno perso 6 mila euro rispetto a quelli dei lavoratori pubblici di altri ministeri: introdurre un’indennità di trasferta per lavoratori scuola fuori sede sarebbe un’operazione intelligente e di rispetto verso dei dipendenti pubblici che meritano più rispetto per il lavoro che svolgono. Secondo il nostro Ufficio Studi sarebbe possibile prevedere tale indennità anche all’interno del Contratto collettivo nazionale di lavoro: l’importo dovrebbe essere fino a 1.000 euro per circa 200mila dipendenti e si potrebbero utilizzare i 182.524.809 milioni stanziati per la continuità didattica assieme ad altre economie pubbliche. Si tratterebbe – conclude il sindacalista autonomo – di un ristoro minimo come già previsto per il personale che lavora nelle piccole isole grazie a un emendamento chiesto dalla nostra organizzazione”.
LA COPERTURA ECONOMICA
Secondo il sindacato Anief è possibile finanziare l’indennità di trasferta per i dipendenti della scuola fuori sede utilizzando non solo con i 152.524.808 milioni già stanziati per la continuità didattica (Legge 118/2024), ma anche i 30 milioni già previsti nel CCNI dalla Legge 205/2017 (art. 1, cc. 592-593bis) e i 3 milioni per il bonus isole (art. 1, c. 770 Legge 234/2021. In questo modo potrebbero essere erogati fino a mille euro per 200mila lavoratori fuori sede come welfare (Legge 207/2024, art. 1, cc. 124-125) piuttosto che legarli alle domande di mobilità o alla permanenza nella stessa sede.
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