Si è appena concluso l’incontro al Ministero dell’Istruzione e del Merito per discutere, con i sindacati della scuola, l’evolversi della situazione epidemiologica. L’Anief ha partecipato con le segreterie generali Chiara Cozzetto e Daniela Rosano
Si è appena concluso l’incontro al Ministero dell’Istruzione e del Merito per discutere, con i sindacati della scuola, l’evolversi della situazione epidemiologica. L’Anief ha partecipato con le segreterie generali Chiara Cozzetto e Daniela Rosano
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha rilasciato un’intervista ai microfoni dell’agenzia Italia stampa per parlare del nuovo Pei: “il problema non è l’aumento dei posti in deroga, che rispecchia anche le nuove certificazioni, ma il mancato adeguamento dell'organico di fatto con quello di diritto. Questo significa che attualmente, purtroppo, in Italia su 200mila insegnanti di sostegno la metà è di ruolo e la metà no, poiché sono precari chiamati su posti in deroga e non dovrebbe essere così. Il problema è che le scuole richiedono più docenti ma vengono negati per motivi di bilancio. Per questo Anief, ogni anno, attiva l’azione legale “Non un’ora di meno!”.
A breve al via i concorsi per reclutare nuovi docenti nelle nostre scuole: il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha affermato che “abbiamo assunto quest’estate, in ruolo, oltre 40mila docenti precari e sta per partire un bando di concorso per altre 40mila unità“.
Anche l’Inps certifica che nella scuola aumentano in modo esponenziale il numero dei lavoratori e dei precari, che nel periodo 2016-2021 sono passati addirittura dal 5% a quasi il 30%; di contro, nello stesso periodo sono sensibilmente diminuiti gli stipendi, da 31.000 a 26.000 euro annui, mentre altri settori hanno fatto registrare aumenti anche importanti: ad evidenziarlo è il Rapporto annuale 2023 prodotto dall’Istituto nazionale di previdenza.
Le lamentele dei lavoratori e del sindacato sugli stipendi inadeguati e dell’uscita tardiva dei lavoratori della scuola sono più che motivate: lo dice oggi l'Ocse, attraverso il rapporto 'Uno sguardo sull'istruzione' 2023, presentato al ministero dell'Istruzione. Lo studio ha evidenziato come tra il 2015 e il 2022 gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore a indirizzo liceale (in possesso della qualifica più diffusa e con 15 anni di esperienza) siano diminuiti in termini reali di circa la metà di tutti i Paesi dell'Ocse con dati disponibili. Sempre nello stesso periodo, in Italia gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore sono diminuiti del 4 %. Dall’indagine Ocse risulta anche che “in Italia il 61 % degli insegnanti dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale ha un'età pari o superiore a 50 anni, rispetto alla media dell'Ocse del 39 %”.