Anief proroga i termini al 10 gennaio 2018 per impugnare il bando che esclude precari, neoimmessi in ruolo, vicari non laureati con 36 mesi di servizio, che abbiano presentato domanda. Per aderire clicca qui.
Anief proroga al 10 gennaio i termini per l'adesione ai ricorsi contro il bando di concorso per diventare Dirigenti Scolastici che estromette dalla selezione il personale precario, i docenti neo-immessi in ruolo il 1° settembre 2017 o che ancora non hanno superato l'anno di prova. Prorogati i termini anche per far valere il Dottorato di Ricerca già conseguito come effettivo servizio e per la partecipazione al concorso dei docenti che hanno svolto funzioni di Vicario per 36 mesi senza il titolo di laurea. Possibile aderire entro il 10 gennaio se si è provveduto a spedire la domanda cartacea di partecipazione al concorso predisposta dall'ufficio legale Anief entro i termini stabiliti dal Miur (29 dicembre) o attraverso istanze online.
Si è concluso in un nulla di fatto l'incontro tra i sindacati rappresentativi e i rappresentanti del Governo: in attesa del parere dell'Avvocatura dello Stato, Anief invita tutti a scioperare l'8 gennaio 2018 e conferma la mobilitazione nazionale. Tutti in piazza a Viale Trastevere a Roma e davanti gli UU.SS.RR di Torino, Milano, Bologna, Cagliari, Bari e Palermo. “Non è possibile mandare a casa 50mila maestre che insegnano nelle nostre scuole. Se ne accorgeranno le famiglie italiane”; questo ciò che dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal.
Altro che procedere come un treno! Già il ministro Fedeli aveva dichiarato pubblicamente che i 5mila docenti assunti con riserva e i 43.500 inseriti in Gae non avrebbero avuto scisso il contratto automaticamente senza una pronuncia definitiva del giudice di merito. Questo quindi non può essere considerato un risultato ma è la legge. Né si può pensare d'altronde di aver assunto qualche diplomato magistrale con sentenze passate in giudicato e di cacciare altri, perché l'adunanza plenaria va contro il giudicato. Neanche il legislatore può sovvertire il giudicato pena l'illegittimità dell'atto. L'unica soluzione deve essere legislativa e deve prevedere la riapertura delle Gae per tutti gli abilitati e la conferma nei ruoli a tempo indeterminato e determinato degli insegnanti assunti.
Sindacati rappresentativi e parte pubblica sono ferme a quello che l’Anief sostiene dalla scorsa estate: l’aumento del 3,48% per il 2018, pure da marzo anziché del 1° gennaio, tralasciando i miserevoli arretrati per il biennio 2016-2017, arriva a coprire in media non più di 70 euro per docenti e Ata. Considerando che moltissimi dipendenti della scuola percepiscono compensi ridotti, non superiori ai 25mila euro, per loro la maggiorazione sarà quindi ben lontana dai famigerati 85 euro. Anche la richiesta, caldeggiata da alcuni sindacati rappresentativi, di trasferire i bonus previsti dalla Legge 107/2015, relativi al merito annuale e all’aggiornamento professionale, si traduce in un loro auspicio (peraltro molto discutibile, visto che i 500 euro annui oggi netti si dimezzerebbero per via della tassazione) lontano dal compiersi. Nulla di fatto anche per i diplomati magistrale, con la parte pubblica che prende tempo per decidere sul da farsi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ancora una volta i sindacati rappresentativi sono vittime di loro stessi. Prima sottoscrivono, suonando la fanfara, accordi preliminari senza la dovuta accortezza. Poi, a distanza di tempo, prendono le distanze da quei documenti, rivendicando punti sino a quel momento non trattati ma evidentemente sollecitati dalla base, da chi vive la scuola tutti i giorni e conosce da vicino quali sono le necessità da includere in un contratto finalmente adeguato alla categoria. Per i diplomati magistrale, viene da chiedersi cosa avrebbero dovuto fare, dal momento in cui l’amministrazione ha improvvisamente deciso di cambiare le carte in tavola, tirandoli fuori da quelle graduatorie utili ad essere assunti a tempo indeterminato, come hanno fatto i loro compagni di banco per anni e come del resto ha confermato lo stesso Consiglio di Stato accogliendo un alto numero di ricorsi presentati per la medesima motivazione. Rimane quindi confermato lo sciopero Anief dell’8 gennaio, al ritorno dalle vacanze, con annessi sit-in in diverse città.
Mentre l’Anief ha organizzato uno sciopero specifico della categoria insieme a Saese e Cub, con la partecipazione di Cobas e Unicobas con manifestazione nazionale presso Viale Trastevere, i sindacati rappresentativi sono stati invitati a un primo tavolo politico sulla questione: se la proposta dell’amministrazione non sarà soddisfacente, la contestazione assumerà dimensioni sempre maggiori. Nel frattempo, tutte le RSU delle scuole italiane confermano lo stato di agitazione. Parallelamente, vanno avanti tutte le iniziative giudiziarie avviate dall’Anief presso le corti europee e nazionali per superare la sentenza della plenaria.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Domani le organizzazioni sindacali rappresentative non dovranno accontentarsi di una possibile fase transitoria da introdurre anche per il personale dell’infanzia e della primaria: sarebbe comunque un’ingiustizia, perché l’unica strada percorribile è che tutti i diplomati magistrale iscritti con riserva nelle GaE siano confermati nei ruoli, subito, a tempo indeterminato e determinato, anche attraverso la riapertura delle GaE per tutto il personale in possesso di abilitazione. Qualora non siano raggiunti questi obiettivi minimi, invitiamo tutti i sindacati rappresentativi a convergere unitariamente sullo sciopero dell’8 gennaio e a continuare le battaglie giudiziarie, attraverso un coordinamento dei nostri studi legali.
Con il nuovo anno, hanno preso subito il via le trattative tra Miur e sindacati rappresentativi per il rinnovo contrattuale della Scuola e di tutto il comparto della Conoscenza: dopo quasi un decennio di fermo, l’Aran, su richiesta di un Governo più interessato alla campagna elettorale che al bene dei dipendenti pubblici, vuole chiudere nel volgere di pochissimi giorni. Con i sindacati rappresentarvi tutt’altro che contrariati. Anief invita a fermarsi e a riflettere, perché non ci sono le basi per chiudere l’accordo in così poco tempo: non si può partire dagli 85 euro dell’intesa del 30 novembre 2016 presso la Funzione Pubblica, firmata da Cgil, Cisl, Uil, con aumenti del 3,48%, peraltro solo dal 2018. Per non parlare della confermata linea discriminatoria che ha caratterizzato il rapporto della parte pubblica con i lavoratori della scuola degli ultimi anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Si deve piuttosto ripartire dallo sblocco dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale: in questo caso, gli incrementi sarebbero ben più sostanziosi, pari a + 4,26 dal 2016. Da riscrivere sono anche le norme sulla progressione di carriera dei supplenti, la ricostruzione di carriera per il personale di ruolo e dei neo-assunti. Un buon contratto non può prescindere da questi tre elementi essenziali. Se le condizioni sono quelle dell’Intesa del 30 novembre 2016, allora è meglio fermarsi. Anche perché fra pochi mesi sarà certificata, dopo quasi trent’anni di stallo, la rappresentatività di un nuovo sindacato, il nostro, che vuole porre ai tavoli proprio questi elementi fondamentali. Con le elezioni RSU che si avvicinano, l’ufficialità della data che dovrebbe scaturire dall’incontro specifico programmato per il 10 gennaio, è ancora possibile candidarsi nelle liste Anief per poter cambiare anche i contratti d’istituto.