L’annuncio della Ministra Valeria Fedeli sull’assunzione di 6mila ATA su posti vacanti in organico di diritto si è scontrato contro le calcolatrici del Mef: il via libera arriva solo, si legge nel testo approvato, per “2.500 posti di collaboratore scolastico e 500 di assistente amministrativo nell’anno scolastico 2018/2019”. Provocando l’ennesima doccia fredda alla categoria più bistrattata del pubblico impiego. Eppure i posti di lavoro vacanti e disponibili in organico di diritto sono oltre 12mila. A cui aggiungerne altrettanti in organico di fatto, in alta percentuale anche questi a tutti gli effetti senza titolare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La riformulazione del contingente di assunzioni da parte della Ragioneria dello Stato, facente capo al Mef, dimostra che la considerazione per la categoria non è cambiata: già con la Buona Scuola, la riforma Renzi-Giannini, avevamo assistito all’incomprensibile mancata assunzione di Ata. L’esclusione è stata confermata poi in occasione del piano straordinario previsto per i docenti, ma, soprattutto, con il potenziamento: come se nelle scuole per attuare i progetti e le attività a supporto della didattica si possa fare a meno degli Ata. Poi si continua a fare cassa sui precari che lavorano su posti vacanti, ma senza dare loro l’opportunità di operare a luglio e agosto, salvo rari casi decisi dai dirigenti scolastici perché proprio costretti. Per questo motivo abbiamo presentato ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo. Sia per l’anno scolastico in corso, sia per quelli passati. Tutto il personale Ata non assunto può aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non assegnati.