Sono quasi tutte afferenti alla scuola dell’infanzia e primaria. La notizia sembra paradossale, perché l’ex Ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, aveva promesso che si sarebbero concluse un anno fa per vedere in ruolo i primi vincitori già nel corso dell’estate scorsa. Invece non sono bastati altri 12 mesi per effettuare le prove scritte, l’orale e pubblicare le graduatorie. E, senza graduatoria approvata, sarà impossibile nominarne i vincitori. Siamo alla corsa contro il tempo: ci sono infatti solo settimane di tempo per evitare la beffa di vedere perse le assunzioni per un altro anno. Considerando che ci sono altri 10.770 posti persi, perché il numero di respinti, nelle altre commissioni, è stato superiore al numero dei posti messi a bando, la portata del problema diventa notevole. A riempire un po’ di posti delle immissioni in ruolo rimasti vuoti potrebbero allora essere gli esiti delle prove suppletive svolte a maggio per via delle esclusioni illegittime prodotte dal Miur, come quelle dei tecnico-pratici ripescati dal Tar grazie all’Anief. Ma poi c’è anche il problema dei posti liberi, perché a Viale Trastevere hanno dimenticato di metterli da parte o li hanno assegnati per altre esigenze.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’ultimo concorso dei docenti della scuola pubblica è l’emblema del caos di cui è capace un’amministrazione scolastica che non segue i consigli di chi fa ed entra nelle scuole tutti i giorni. Avevamo indicato la strada da percorre, includendo tante categorie illegittimamente escluse. Come avevamo chiesto conferme sui numeri, chiedendo di mettere da parte i posti. Invece, non ci hanno dato ascolto. Ne è uscita fuori una selezione nazionale nata male e finita peggio, gestita anche stavolta con l’ausilio dei giudici.