Molti insegnanti e Ata in servizio nello stipendio di febbraio hanno subito una decurtazione a causa del conguaglio annuale. La busta paga di marzo 2023, purtroppo, non sarà da meno, perché sono in arrivo le addizionali regionali e comunali: “voci” in negativo che si protrarranno fino a novembre 2023. Inoltre, per più di qualche dipendente potrebbe partire la rateizzazione del debito dovuto al trattamento integrativo relativo al D.L. 3/2020, ex Bonus Renzi da 100 euro mensili, che è stato assegnato pur non avendone i requisiti e che sempre da marzo verrà restituito nel volgere di otto mesi. L’unica risposta in positivo che si registrerà nello stipendio dei docenti e Ata sarà quella dell’indennità di vacanza contrattuale, ma si tratta di una consolazione magra: da febbraio è infatti scattata questa indennità pari però solo all’1,5%, pure una tantum per il solo 2023, e che quindi non tiene conto del tasso d’inflazione 2022-23, come prevederebbe la legge, collocata tra il 10% e il 15%.