Pacifico: “selezione del personale Ata per il Pnrr. E i contratti scaduti a dicembre e giugno per quello assegnato alle scuole? Anief chiede conferma dei contratti in autunno”
Pacifico: “selezione del personale Ata per il Pnrr. E i contratti scaduti a dicembre e giugno per quello assegnato alle scuole? Anief chiede conferma dei contratti in autunno”
“Quello delle immissioni in ruolo limitate a una ristretta quota di docenti precari, appena 45mila su 100mila posti vacanti riconosciuti, è uno scandalo tutto italiano che non può andare avanti: ci sta portando ad un altro scandaloso record di 250mila supplenze annuali, quindi una cattedra su tre assegnata ad un precario, che quest’anno produrrà nomine addirittura fino al 31 dicembre con ripercussioni evidenti sulla continuità didattica e i percorsi di apprendimento degli alunni”. Lo dichiara oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, denunciando la decisione dei Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia di limitare le stabilizzazioni del personale precario ad una quantità limitata posti rispetto a quelli che andavano effettuati: in queste ore il Ministero ha infatti pubblicato con decreto, il n. 158, il contingente autorizzato per le assunzioni a tempo indeterminato di personale docente di tutti i cicli scolastici confermando che le cattedre per le assunzioni sono limitate a 45.124.
I presidi si sarebbero insediati il 1° settembre. Decisione rinviata al 5 dello stesso mese quando si riunirà la camera di consiglio
Cambiano ancora gli anticipi pensionistici: secondo le anticipazioni del Quotidiano nazionale, dal 2025 molto probabilmente la flessibilità in uscita sarà data dalla soglia di 41 anni di lavoro e contributi, a prescindere dall’età. La novità dovrebbe essere contenuta in un pacchetto firmato Lega che dovrà passare nella prossima legge di Bilancio. La novità porterebbe alla fine di quota 103, che secondo Orizzonte Scuola avrebbe fatto da freno alla spesa pensionistica di quest’anno. Per il sindacato Anief questo genere di misure non sono quelle che servono per introdurre equità e per rispettare le esigenze dei lavoratori, soprattutto quelli che operano in contesti difficoltosi e portatori di stress.
Il problema dei maltrattamenti degli alunni a scuola “non risiede nell’indole perversa di pochi insegnanti o nel genoma delle maestre italiane ma piuttosto nell’usura psicofisica professionale: occorre che il legislatore riveda tutti i punti fin qui trascurati e malamente modificati quali la previdenza, il riconoscimento e la prevenzione delle malattie professionali”: a questa conclusione è giunto Vittorio Lodolo D'Oria, medico e scrittore esperto in burnout degli insegnanti, a seguito di uno studio sui "Presunti maltrattamenti a scuola" pubblicato su La Repubblica. Dopo avere analizzato articoli, studi e pubblicazioni apparsi in internet negli ultimi dieci anni, dal 2014 al 2024, l’esperto ha scoperto che sono stati oltre 400 gli insegnanti coinvolti in Italia, mente il fenomeno non sembra presente all’estero.