Il sindacato accoglie con favore le dichiarazioni odierne della Fedeli sull’intenzione di ottenere risorse aggiuntive per il rinnovo contrattuale, rivedere il sistema premiale, ridurre il precariato, sbloccare gli scatti e adeguare gli stipendi dei presidi a quelli degli altri dirigenti pubblici: sono punti condivisibili, ma a patto che si traducano in fatti concreti che superino i troppi scogli oggi ancora presenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir): I dipendenti della scuola con gli auguri della Fedeli non fanno la spesa. Perché il loro stipendio negli ultimi dieci anni ha perso il 20%: i Governi non si sono limitati a bloccare i contratti, ma anche a congelare quell’indennità di vacanza contrattuale che avrebbe permesso di tenere botta almeno all’inflazione. Prima di pensare al merito, vanno riallineate le buste paga. E non con gli 85 euro lordi accordati, ma 210 euro mensili netti. Capitolo supplenti: l’anno prenderà il via con un posto da docente su otto affidato a incaricati annuali. Inoltre, un posto su tre delle 52mila assunzioni che si sarebbero dovute effettuare quest’anno andranno persi, sia per il mancato spostamento nelle GaE di chi sta in seconda fascia d’istituto, sia per la severità delle commissioni del concorso. Non dimentichiamo il personale Ata, per il quale si sono accordate solo la metà dei posti del turn over, con decine di migliaia di posti mascherati, come per i docenti, sull’organico di fatto anziché in quello di diritto, e le segreterie ingolfate dal lavoro-extra prodotto dal decreto vaccini. Sugli scatti, va trovato il modo per reintrodurre il primo scaglione, cancellato con il consenso degli altri sindacati: come pure va ricordata la posizione dei tribunali, favorevoli all’assegnazione anche al personale precario. Per i dirigenti scolastici è terminato il tempo degli annunci: occorre assegnare un Fun adeguato, introdurre la Ria pure a favore degli assunti dopo 2001, raddoppiare lo stipendio tabellare. Ci sono 2mila dirigenze scoperte, per colpa del Miur che continua ad annunciare il concorso ma poi non lo bandisce.
Continuano a essere attivi i ricorsi Anief e i ricorsi Udir.