Il decreto del Governo, che supera la riforma Monti-Fornero, è già pronto a livello tecnico: subito dopo l’estate verrà affrontato in ambito politico. Il motivo dell’ulteriore elevazione dell’età si deve al fatto che la speranza di vita dopo i 65 anni si sta allungando. Il provvedimento giunge nelle stesse ore in cui i decreti su lavoratori precoci e Ape sociale, l’anticipo pensionistico con penalizzazioni minime, arrivano in Gazzetta Ufficiale: solo che il sistema è sperimentale, vincolato a dei finanziamenti ridotti e ristretto a poche categorie. Nel comparto Scuola esclusi ingiustamente tutti i docenti dalla primaria in poi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le agevolazioni pensionistiche dell’Ape Social, spettanti a chi svolge un lavoro usurante, vanno per forza allargate e tutti i livelli d’insegnamento. Sull’Ape volontaria, invece, con i lavoratori chiamati a restituire fino a 500 euro al mese per vent’anni in cambio di tre anni e mezzo di anticipo pensionistico, continuiamo ad avere grossi dubbi. Non si tratta di proposte da accettare a occhi chiusi: stiamo parlando di un ammortizzatore sociale che il beneficiario dovrà pagare a carissimo prezzo. Non dimentichiamo che le pensioni attuali e future sono state già penalizzate dal nuovo modello di calcolo contributivo: ridurle di un importo così importante significa portarle abbondantemente sotto i mille euro e sempre più vicino all’assegno sociale. E che dire degli effetti devastanti sul fronte dei servizi? Nella scuola, abbiamo già oggi il corpo docenti più vecchio e malpagato. A breve raggiungeremo un record inarrivabile.