La battaglia promossa dall'ANIEF per riconoscere piena dignità al diploma magistrale conseguito precedentemente all'a.s. 2001/2002 è approdata in Consiglio di Stato e il nostro sindacato, grazie all'impegno e alla professionalità degli Avvocati Tiziana Sponga e Sergio Galleano, ha registrato una nuova vittoria ottenendo conferma che i diplomati magistrale, essendo a tutti gli effetti docenti abilitati, posseggono titolo valido per l'accesso al corso TFA per il conseguimento della specializzazione per le attività didattiche di sostegno.
L’emendamento, presentato su richiesta di Anief-Confedir, è in queste ore all’esame della Commissione Bilancio della Camera: nel 2016 gli alunni con handicap iscritti alla scuola pubblica diventeranno 260mila, se si vuole rispettare il rapporto uno a due tra docenti e iscritti disabili non c’è altra scelta che innalzare il numero di insegnanti che svolgono didattica speciale. I 90mila che si raggiungeranno il prossimo anno sono già ampiamente superati.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): negare questo incremento significa incrementare la percentuale di docenti specializzati precari, che continueranno a cambiare quasi sempre scuola ogni anno con inevitabile danno agli alunni con handicap.
Dalle pieghe della Legge di Stabilità emergono ulteriori tagli, dopo quelli degli esoneri dei collaboratori dei presidi, delle supplenze brevi e del personale Ata: ridotto di 30 milioni il fondo per le attività a supporto della didattica: i corsi di teatro, fotografia, lingua, gite, progetti di valenza sociale, come ad esempio quelli sul bullismo e la dispersione. Per quanto riguarda gli allievi con handicap, a dispetto delle intenzioni incluse nella ‘Buona Scuola’, ora scopriamo che “nel 2015 il Fondo per le non autosufficienze subirà un taglio di 100 milioni”. E all’orizzonte spuntano altri accorpamenti di scuole: solo nel torinese l’anno prossimo se ne prevedono 30.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): lo Stato continua a collocare l’Istruzione nella voce spese e non risorse. E a rimetterci sono maggiormente i più deboli e i giovani collocati in aree periferiche, prive di strutture e agenzie culturali alternative.