Arriva in Gazzetta Ufficiale, il decreto legge, n.123, del 15 settembre, noto come decreto Caivano, con all’interno le misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, già approvato dal governo lo scorso 7 settembre. Il testo verrà ora esaminato dal Senato e dovrà essere convertito entro metà novembre. Le disposizioni approvate finora prevedono il risanamento e la riqualificazione del territorio del Comune di Caivano, anche per favorire lo sviluppo economico e sociale dell’area, l’applicabilità delle misure cautelari ai minori di 18 anni. A livello prettamente educativo, si prevedono in generale specifici percorsi di reinserimento e rieducazione del minore autore di condotte criminose, ma anche importanti azioni nelle scuole più a rischio dispersione, la formazione ad hoc di docenti, che aumenteranno anche di numero, incentivi a chi rimane nella stessa sede scolastica per tre anni, pene fino a due anni di carcere per le famiglie che non mandano i figli a scuola, una “stretta” sulla fruizione di contenuti on line non adatti ai minori, l’ammonimento per i giovani tra i 12 e i 14 anni, più severità verso gli over 14.
Prende quota la protesta dei docenti precari contro il sistema informatizzato di assegnazione delle supplenze, che quest’anno ha assegnato le cattedre “punendo” ingiustamente tanti supplenti costretti a scegliere le scuole a caso e senza conoscere le disponibilità: in pratica, la pubblicazione tardiva del bollettino di disponibilità per l’anno scolastico 2023-2024 ha costretto i docenti precari alla compilazione delle preferenze “al buio”. Il risultato è che gli aspiranti docenti per i quali non si è trovata coincidenza tra le preferenze espresse e le disponibilità presenti al turno di nomina sono stati considerati rinunciatari: hanno perso il diritto alla nomina da GPS ed ora sono costretti a sperare in una chiamata da graduatorie di istituto. La beffa si completa, infine, nel momento in cui la cattedra di questi candidati docenti è stata assegnata a chi, anche se indietro nelle Gps, è stato più fortunato nella scelta delle sedi. A Milano sono stati in centinaia, forse migliaia, ad avere subito un danno da questa procedura: una ventina di loro ha perso la pazienza e deciso di occupare l’Ufficio scolastico. Secondo la stampa specialistica hanno le loro ragioni: “se le disponibilità iniziali non erano complete o erano difformi rispetto alla situazione reale, il principio del buon andamento potrebbe esser venuto meno già prima del giro dell’algoritmo”, scrive oggi Orizzonte Scuola.
Dietro alle mancate 10mila immissioni in ruolo di quest’anno vi sono storie di docenti precari costretti a rinunciare alla stabilizzazione, all’obiettivo che si erano prefissi spesso da anni, perché collocati su sedi lontane, senza possibilità di tornare prima di un lungo periodo a causa dei gratuiti vincoli alla mobilità, e perché gli stipendi che andrebbero a prendere non gli garantirebbero di arrivare a fine mese. È il caso di una docente di Scienze Economico-Aziendali, la professoressa Laura, costretta a rinunciare “per non stare lontana dalle figlie minori e per le troppe spese da affrontare stando lontano da casa, oggi, a distanza di due settimane, le fa ancora tanto male”.
Lunedì prossimo, 18 settembre, sarà una scuola di Forlì, l’Istituto tecnico “Saffi-Alberti”, a ospitare la XXIII edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/24: parteciperanno all’evento il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e tanti rappresentanti del mondo della scuola e del sindacato, tra cui una delegazione Anief guidata dal presidente nazionale Marcello Pacifico. “Confidiamo tanto in questo anno scolastico – dice il leader del sindacato autonomo – che può contare sui miliardi del Pnrr e che farà da ponte verso il nuovo reclutamento di quel personale docente che tanto fa ogni giorno per la crescita culturale e umana delle nuove generazioni: siamo convinti che una scuola di alta qualità con personale formato e stabilizzato è l’obiettivo di tutti, per questo saremo presenti all’appuntamento di Forlì assieme alla prima carica dello Stato”.