La risposta è giunta ad un’interrogazione dell’eurodeputata M5S Rosa d’Amato sulla legittimità della normativa italiana rispetto alla clausola 5 della direttiva 70/99, in particolare rispetto al principio di non discriminazione: da Bruxelles presto quindi potrebbe arrivare una risposta all’annosa inosservanza dei governi italiani verso la direttiva Ue. La decisione di indagare sull’anomalia tutta italiana avviene dopo che nei mesi scorsi lo stesso organo sovranazionale, con un parere ufficiale, ha condiviso le osservazioni dei legali Anief sulla violazione delle leggi del nostro Paese sui contratti a termine nella scuola. Anief ricorda di avere già presentato un reclamo collettivo sul personale docente e Ata e uno sul personale abilitato escluso dalle GaE e tradito dal reclutamento transitorio, due ricorsi alla Cedu. Ed ha pure promosso il nuovo ricorso pendente in Corte di Giustizia Europea sull’esclusione del personale di ruolo dagli indennizzi per l’abuso dei contratti a termine.
Nel frattempo, oggi e domani la scuola vive altri due giorni di sciopero, in modo da superare gli effetti dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso e permettere la riapertura delle GaE: è un passaggio fondamentale per non fare cadere le nostre scuole nel caos, per il rispetto del diritto e per la tutela di decine di migliaia di abilitati che altrimenti rischierebbero di diventare dei precari a vita.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il fatto che la tensione sia tangibile tra i più di centomila supplenti abilitati che ogni anno sono chiamati dallo Stato a garantire l’erogazione del servizio scolastico, lo si comprende dal quarto sciopero proclamato in pochi mesi: l’ultimo, quello di oggi e domani, a conclusione di uno sciopero della fame attraverso il quale si chiede alla politica un intervento urgente per la riapertura delle graduatorie ad esaurimento, in attesa dei nuovi concorsi. Lo studio legale dell’Anief sta infine valutando se inserire nei ricorsi per la stabilizzazione e per il risarcimento dei precari anche la richiesta di rinvio pregiudiziale per palese violazione delle norme antidiscriminatorie sull’accesso al lavoro del personale docente inserito nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, con inevitabili danni non patrimoniali a carico dello Stato italiano.