Il Fatto Quotidiano - 18/04/2015
“Riforma della scuola autoritaria e antidemocratica. Cosa rischiamo tutti”
░ Analisi ineccepibile, come sempre, questa di Marina Boscaino.
Rischiamo moltissimo. Rischiano i docenti nuovi assunti: demansionati o no, a seconda dei capricci del ds reclutatore; vincolati a contratti triennali, dopo i quali torneranno nella centrifuga… Rischiano i docenti di ruolo, anche i più anziani. A regime, anche loro potranno essere trattenuti in cattedra o destinati – dal ds capriccioso-creativo-autoritario – ad una delle 13 mansioni dell’organico dell’autonomia. Anche loro nel frullatore, se perderanno posto o chiederanno trasferimento. Da dove verranno pescati da quel preside che li guarderà con benevolenza e deciderà di chiamarli (evitando di evocare prevedibili ed italianissimi scenari da “inciucio”). Dall’albo tutti a scodinzolare, come cagnolini fedeli, per essere reclutati dalla “squadra” migliore; magari messi su cattedra, invece che obbligati a svolgere compiti da tuttofare tappabuchi. Non esisterà più stabilità di sede. I docenti italiani saranno gli unici – tra lavoratori pubblici e privati – a non avere più la titolarità del posto di lavoro. Alcuni, i neoassunti, senza articolo 18…. Rischiano, come al solito più di tutti, gli studenti, che dovrebbero incarnare la centralità della scuola: i cosiddetti soggetti in apprendimento, cui viene negato il diritto alla continuità didattica. Il diritto al sapere disinteressato, perché la scuola – nell’odioso mondo di Renzi – è finalizzata al lavoro… Rischia la società tutta, perché non avrà più la scuola della Repubblica. Ma piccole monadi, apparentemente autonome – in realtà subalterne al potere del governo, attraverso i ds manager e i passaggi obbligati previsti per ogni loro mossa… Rischia la democrazia italiana, perché già in Commissione parlamentare, dove il testo del ddl del governo è da poco approdato, sono state violate procedure; si impongono tempi da guerra-lampo per riformare la scuola in una maniera autoritaria e antidemocratica… in funzione dell’affermazione del pensiero pedagogico unico. Non c’è più tempo per inutili particolarismi e sofistici distinguo. Il mondo della scuola deve mobilitarsi unito e ora. Lo sciopero di Unicobas, USB, Anief e Autoconvocati, il 24 aprile; le tre date dello sciopero Invalsi dei Cobas; e l’appena proclamato sciopero di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas per il 5 maggio sono gli appuntamenti fissati per la mobilitazione.
scuolaoggi.org - 19/04/2015
I dirigenti scolastici della “Buona scuola”
░ Riportiamo dalla parte conclusiva di un’articolata riflessione di Dario Missaglia, autorevole studioso della Scuola. Vi abbiamo trovato conferma ai nostri convincimenti sul ruolo del Collegio docenti.
Il modello che si è culturalmente affermato, per ragioni esterne alla scuola, è stato il modello del dirigente-manager. L’approccio a una cultura organizzativa nella scuola, e alla necessità di una forte competenza gestionale, è stata sicuramente un fatto positivo. Ma la vena “democratica”… di questo approccio culturale è divenuta subito marginale per effetto del dilagare della ideologia della managerialità, trascinata dalla egemonia liberista che ha segnato questi ultimi venti anni. Se il governo di una organizzazione complessa si separa dalla partecipazione attiva e responsabile di tutti i soggetti coinvolti; se questo governo delle risorse arriva al punto di fare a meno o essere estraneo nei confronti del consenso critico delle persone coinvolte in quella organizzazione, quel governo scivola inevitabilmente verso nuove forme di verticismo e autoritarismo. L’enfasi sulla managerialità è stata in questi anni la carta giocata nella carsica rivendicazione della dirigenza amministrativa; rivendicazione non da tutti sostenuta apertamente ma da molti inseguita nei fatti. … Ma è di questo che ha bisogno la scuola? E’ questo il ruolo, la funzione che desideriamo per il ds? Sappiamo per esperienza, e non solo per la lettura delle norme in vigore, che l’attività del ds è centrata fondamentalmente su una complessa rete relazionale: con il territorio e i suoi soggetti istituzionali e non, con la scuola e i suoi protagonisti (insegnanti, studenti, genitori). Il rapporto con i docenti è, dentro questa rete relazionale, fondamentale. La progettualità educativo-didattica sollecitata dall’autonomia non si sviluppa spontaneamente e non è neppure la somma delle buone competenze individuali dei docenti. E’ un processo che va “curato”, sostenuto, valorizzato, coordinato e organizzato, implementato con attenzione, verificato passo passo. Le competenze metadidattiche del ds sono tutte in questa delicata funzione non delegabile, in cui dimensione valoriale, organizzativo/gestionale ed educativa stanno insieme. Quando questa dimensione si realizza, se ne vedono le tracce sul campo: si sviluppa la partecipazione di tutti, prende corpo il processo di condivisione, si manifestano comportamenti che anche con orgoglio evidenziano senso di appartenenza e di identità con quella comunità. In sintesi, l’alto grado di responsabilità del ds deve stare insieme con una definizione chiara dei gradi di responsabilità e decisionalità del Consiglio di Istituto e del Collegio Docenti. Se per il primo, organo di democrazia delle rappresentanze, si tratta di aggiornare profilo e assestare la composizione, il tema decisivo è il Collegio Docenti. Qui occorre fare il salto da una democrazia di rappresentanza a una democrazia partecipativa. Sappiamo tutti che da anni è riconosciuta al Collegio la facoltà di articolazioni interne… Gruppi di lavoro, team, commissioni, incarichi specifici non possono essere benevoli deleghe del ds per censire le opinioni dei docenti ma livelli chiari di responsabilità, condivisione e decisione che il Collegio riconosce come propri e che il ds rispetta interloquendo anche criticamente. Per altro, in un simile contesto, potrebbe finalmente trovare la giusta valorizzazione una contrattazione di istituto che fa del lavoro e della organizzazione del lavoro la ragione prima del proprio essere. Nuovo profilo del ds e “riforma” del Collegio docenti sono interconnessi necessariamente, a meno di aprire un processo pericoloso di separazione tra incremento di poteri e responsabilità da un parte e riduzione degli spazi di democrazia dall’altra. Di tutto ciò ci piacerebbe che si occupasse la “Buona scuola”. Nel frattempo, una breve considerazione sui “nuovi” ed immediati poteri del ds. 1) Potere di nomina dei docenti dell’organico funzionale. Non mi pare di vedere in altri Paesi esperienze di riferimento e comunque il Miur, senta davvero un po’ di ds in servizio. Da noi questo sistema, non può funzionare. Ma lo sanno al Miur che persino per gli esami di Stato, in cui il 98% degli studenti, sono promossi, i ds ricevono spinte e sollecitazioni ad intervenire ? Immaginatevi cosa può accadere nel contesto locale in cui, da un certo momento, il ds ha il potere di assumere o meno nella scuola una persona… Perché introdurre il rischio di una distorsione così inquietante nella scuola? Se da una parte la scuola elabora il progetto triennale di organico, esplicitando competenze e figure necessarie per realizzare il progetto e dall’altra gli albi raccolgono il profilo e le competenze dei docenti, non si può trovare il modo di incrociare virtuosamente questi due elementi? Insomma tra il tradizionale riferimento all’anzianità di servizio e il rischio della nomina diretta, c’è un grande spazio da esplorare per trovare soluzioni convincenti e più avanzate. 2) Potere di “premiare” i docenti. La mancanza di una valorizzazione della professionalità docente è uno degli elementi più deprimenti e gravi della politica scolastica. Aprire una nuova stagione non è più rinviabile e mi auguro che questo sia il segno distintivo della necessaria e prossima contrattazione. C’è una parte che intanto si può affidare al ds ? Se il ruolo del ds è quello che ho cercato di delineare, un potere esclusivo di elargire premi a chi merita, determina una distorsione profonda nelle relazioni con i docenti e con quel processo di partecipazione cui ho fatto riferimento. Resto convinto che nei processi di valutazione interni alla scuola, la necessità di un soggetto terzo sia dirimente. Che cosa dobbiamo ancora aspettare perché il sistema si doti di un corpo ispettivo di buona qualità in grado anche di svolgere questo compito (come avviene largamente altrove) ? In questo quadro certamente il ds potrebbe concorrere, con una propria relazione, ad offrire al soggetto terzo, un elemento importante per le valutazioni finali. 3)Potere di ridurre il numero gli alunni per classe per migliorare la qualità didattica. Mi sembra francamente un punto incomprensibile. Che riforma è quella che fa ancora della classe il perno di un modello organizzativo? Quel modello è stato definitivamente cancellato con il DPR 275/99. Se si vuole fare riferimento alla flessibilità organizzativa è quel DPR che va ripreso e reso operativo….
http://www.italiaoggi.it/ - 21/04/2015
“Buona scuola, Renzi apre al Pd”
░ Salvaguardare l'impianto della riforma e impegnarsi a comunicarla bene: Sono le indicazioni date dal premier, Matteo Renzi, ai deputati Pd nel corso dell'assemblea del partito sulla Buona scuola ma accetterebbe anche di ridimensionare i poteri dei dirigenti e ridurre le deleghe al governo.
Un provvedimento che da ieri è sotto il fuoco degli emendamenti parlamentari, oltre mille quelli depositati in commissione cultura alla camera, 600 solo quelli dei grillini, e contro il quale è stato proclamato per il 5 maggio lo sciopero dei sindacati scuola, il primo unitario dopo 7 anni. Ma se con i sindacati Renzi continua a essere intransigente («il loro sciopero mi fa ridere, scioperano contro un governo che assume 100mila precari»), di fronte ai suoi parlamentari, in una fase tra l'altro molto delicata segnata dalle tensioni interne per la legge elettorale, apre invece alle modifiche. … C'è stato un sostanziale via libera alla relatrice del provvedimento, Maria Coscia (Pd), perché intervenga a rivedere l'articolato. Si tratta, tra l'altro di punti chiave della riforma, su cui le critiche sono abbastanza trasversali agli schieramenti… Si parte dal piano triennale dell'offerta formativa: non sarà deciso dal dirigente scolastico, ma proposto dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio dei istituto. Il preside perderà anche il potere di valutare i docenti per il premio al merito: sarà un nucleo di valutazione esterno a farlo. L'unico potere che resterà in capo al dirigente dei tre previsti dall'articolato governativo è la scelta dei docenti dagli albi territoriali: sul punto Renzi è stato intransigente. Ma anche in questo caso sembrano possibili degli aggiustamenti per garantire la «funzionalità» del sistema. Correttivi sono in ballo poi per i precari delle graduatorie di istituto (che dovrebbero godere di una corsia preferenziale nei prossimi concorsi, senza prova preselettiva, con una riserva del 40% dei posti e un punteggio congruo). Novità anche sul divieto di assegnare contratti di supplenza a chi ne ha già goduto per 36 mesi: il divieto così com'è dovrebbe saltare, la decorrenza dovrebbe scattare ex novo dall'entrata in vigore della legge, è il ragionamento prevalente, nella speranza che i precari continuino a lavorare intanto che fanno i concorsi. E poi le deleghe al governo: troppe e troppo generiche, è stato il rilievo. Delle 12 iniziali, almeno tre salteranno: sui dirigenti, sulla riforma della governance della scuola e sull'autonomia.
http://www.huffingtonpost.it - 21/04/2015
“Scuola. Matteo Renzi ridimensiona il 'preside allenatore': ci fa perdere punti alle amministrative”
░ Renzi ritiene che se sull'Italicum è possibile forzare, sulla 'Buona scuola' urge il passo indietro. Questione di consensi elettorali.
Così com’è, il ddl sulla scuola può far perdere al Pd anche “un punto percentuale alle amministrative di fine maggio”, avrebbe detto Matteo Renzi ieri al Nazareno di fronte ai parlamentari Dem riuniti per uno dei seminari di partito a tema. Ieri il tema era la scuola, appunto, testo ora all’esame delle Commissioni Cultura congiunte di Camera e Senato. Così non va. A quanto raccontano alcuni presenti, il premier avrebbe svolto proprio un’autocritica di fronte ai parlamentari. Perché, è il ragionamento, i professori sono lo zoccolo duro dell’elettorato Pd…, Tanto per iniziare: il preside-allenatore, 'capo azienda' di ogni istituto, sarà ridimensionato. E poi: maglie più larghe per i criteri di assunzione dei precari. … Renzi ora vuole andare a rivedere proprio quel ruolo di ‘capo azienda’ che inizialmente aveva assegnato al preside di ogni scuola, ruolo di cui andava fierissimo: “L’allenatore”, l’aveva definito. Al preside ‘La buona scuola’ affida infatti il potere di decidere non solo le assunzioni dalle graduatorie in base ai curricula e non più al punteggio, ma anche gli scatti di merito per i docenti. Ecco, tutta questa verticalizzazione, tanto criticata dai sindacati che infatti hanno proclamato lo sciopero per il 5 maggio, sarà rivista. Il piano di offerta formativa non sarà deciso solo dal preside ma sarà elaborato dal collegio dei docenti per poi passare al vaglio dei consigli di istituto (docenti, personale Ata, famiglie, studenti). Anche gli scatti di merito saranno decisi da un nucleo di valutazione interna e non più dal preside da solo: si tratta di 200 milioni di risorse aggiuntive decise dal governo, che si sommano a quelle previste per gli scatti di anzianità….
Ma oltre che sul ruolo dei presidi, sono in arrivo novità anche sulle assunzioni. Sempre nella riunione di ieri al Nazareno si è deciso di dare la possibilità ai precari di seconda fascia, cioè i docenti con più di 36 mesi di anzianità, di continuare a lavorare nel prossimo anno scolastico per accompagnarli al prossimo concorso dove verranno inseriti con una quota di riserva che li aiuti ad entrare in ruolo. Ma questo è un punto ancora oggetto di studio, dato che implica una variazione di spesa di non poco conto sul piano delle assunzioni. Il pacchetto degli emendamenti dovrebbe arrivare venerdì… Con i suoi il presidente del Consiglio ragiona sul fatto che con il ddl sulla “Buona scuola” sia passato un messaggio di società gerarchica sgradito agli elettori. …
www.orizzontescuola.it - 22/04/2015
“Ipotesi modifica riforma”
░ Mobilità straordinaria, supplenze fino 2018, POF ok da Consiglio istituto, posti riservati II fascia, soluzione idonei concorso. Orizzonte scuola pubblica indiscrezioni sulle modifiche che il PD proporrà.
Il Piano triennale dell'offerta formativa sarà "proposto" dal dirigente scolastico al collegio docenti che lo elaborerà. Sarà poi il consiglio d'istituto a doverlo approvare. È questa, a quanto riferiscono fonti parlamentari, l'ipotesi di modifica del ddl scuola, all'esame della commissione Cultura alla Camera, su cui si è trovato un accordo all'interno della maggioranza. Nel pacchetto degli emendamenti al ddl scuola il Pd presenterà probabilmente una modifica che riguarda l'assunzione degli idonei al concorso a cattedra 2012. A quanto si apprende, con l'emendamento sarà chiarito che gli idonei saranno assunti non con questo piano assunzionale ma successivamente. Quindi a loro spetteranno i posti vacanti e disponibili che si libereranno nei prossimi mesi (tramite tourn over). A loro spetterà la precedenza rispetto a coloro che vinceranno il futuro concorso che il governo ha intenzione di bandire nei prossimi mesi. …Garantire le supplenze fino al 2018. Dunque il limite di 36 mesi per i contratti stipulati per la copertura dei posti vacanti e disponibili partano dall'entrata in vigore del ddl Scuola.
E ancora: per gli abilitati Tfa, Pas e di scienze della formazione prevedere una quota di posti nel prossimo concorso a cattedre e l'esonero dalla prova preselettiva. Sono queste alcune delle modifiche che potrebbero riguardare il ddl Scuola, all'esame della commissione Cultura alla Camera. A quanto si apprende, la maggioranza è d'accordo nel cambiare l'articolo 36 del ddl che al momento impone un limite di 3 anni ai contratti per le supplenze. Per quanto riguarda i docenti abilitati, che non rientreranno nel piano assunzionale straordinario, la maggioranza vuole prevedere per loro una doppia corsia preferenziale nel futuro concorso. Incerto è ancora, però, se i due 'step' riguarderanno anche i diplomati magistrati. Sì alla mobilità straordinaria dei docenti di ruolo prima del piano di assunzioni, modifica dell'istituzione degli albi territoriali e togliere al dirigente scolastico la prerogativa sul bonus annuale per i docenti più meritevoli. A quanto si apprende, sarà il Governo a presentare l'emendamento che modifica l'articolo 11 con cui probabilmente sarà deciso di affidare a un gruppo di valutazione (e non al dirigente scolastico) la decisione sulle somme da destinare ai docenti. E ancora: per quanto riguarda il reclutamento dei docenti - riferiscono fonti parlamentari - "ci saranno correzioni significative. Rimarrà prerogativa del dirigente ma ci saranno aggiustamenti funzionali". Resta facoltà del dirigente anche la scelta dello staff.
http://www.sinergiediscuola.it - 23/04/2015
“Nuove ricostruzioni di carriera per i Dsga”
░Il 22 aprile il Miur ha trasmesso agli Uffici scolastici regionali una nota avente ad oggetto: "Ricostruzione di carriera dei DSGA inquadrati antecedentemente al 24 luglio 2003".
La nota riguarda l’adozione di eventuali nuovi provvedimenti di ricostruzione di carriera che modifichino o annullino i precedenti provvedimenti di inquadramento già registrati a suo tempo dalle Ragionerie Territoriali dello Stato con il criterio della temporizzazione. Tali richieste - ricorda il Miur - trovano fondamento nella delibera n. 1 del 2015 adottata nella Adunanza del 10 dicembre 2014/9 gennaio 2015 con cui la Corte dei Conti per l’Abruzzo, in sezione regionale di controllo, ha deliberato in ordine alla legittimità di un decreto di ricostruzione di carriera relativo a personale appartenente al profilo professionale di DSGA formulato applicando l’istituto della temporizzazione in fase di primo inquadramento dal 1° settembre 2001 sino al 24 luglio 2003 e, da tale data, applicando il meccanismo della ricostruzione di carriera. Al riguardo, il Miur fa sapere che, data la complessità della materia, ha ravvisato l’opportunità di richiedere il proprio parere sulla questione alla Corte dei Conti a Sezioni Riunite.
http://www.tecnicadellascuola.it - 24/04/2015
“#riformabuonascuola, cambiamola: tra i 2mila emendamenti l’apertura estiva delle scuole!”
░Di Alessandro Giuliani.
Il 24 aprile scade il termine per presentare le modifiche al ddl. Tra quelli Pd c’è lo stop al limite di 36 mesi dei contratti per i precari, il ripristino del Collegio dei Docenti e d’Istituto nelle scelte strategiche delle scuole, il ridimensionamento dei poteri dei presidi (ma rimarrebbe la chiamata diretta). Aperture all’assunzione degli idonei (ma per abilitati Tfa, Pas e scienze della formazione solo via preferenziale al prossimo ‘concorsone’). Tra le richieste di modifica c’è pure quella Ncd-Udc: nei mesi estivi le scuole statali di infanzia ed elementari non devono chiudere! Sono quasi duemila le proposte di correzione al ddl #riformabuonascuola, depositate nei giorni scorsi in commissione Cultura alla Camera: quasi 700 sono solo del Movimento 5 stelle, che con Sel ha fatto pressioni per scorporare e affidare al percorso veloce del decreto il piano delle assunzioni, chiedendo invece più tempo per discutere e approfondire gli altri aspetti della riforma. Sono invece circa 150 gli emendamenti presentati in queste ore dai deputati del Pd, impegnati nelle stesse ore in un seminario sulla riforma della scuola al Nazareno con il premier Matteo Renzi. Ma gli emendamenti potrebbero essere ancora di più: dopo le richieste dei giorni scorsi da parte dell’opposizione, l'ufficio di presidenza della commissione Cultura ha posticipato a venerdì 24 aprile, alle ore 12, il nuovo termine per la presentazione delle proposte di modifica al testo. Alcune delle quali potrebbero essere accolte.
Almeno questo sembra l’intendimento che il Pd, il partito di maggioranza, si è dato nei giorni scorsi dopo una riunione fiume al Nazareno: tra le modifiche in arrivo, figura la cancellazione, almeno fino a tutto il 2016, della norma contenuta nell'articolo 36 del ddl che vorrebbe introdurre un limite di 36 mesi ai contratti per i precari. Poi c’è il ripristino delle responsabilità del Collegio dei Docenti e d’Istituto nelle scelte strategiche delle scuole autonome, il ridimensionamento dei poteri dei presidiin fatto di assegnazione dei fondi al personale più meritevole (non la prerogativa di chiamare i prof dagli albi territoriali e i componenti dello staff, che rimarrebbero). Il Pd avrebbe dato il suo assenso ad assumere (non si è capito se subito o dopo) gli idonei al concorso a cattedre 2012 (un punto su cui si è soffermato anche l’ex ministro Maria Stella Gelmini). Infine, tra gli emendamenti ci sono poi gli abilitati con Tfa, Pas e di scienze della formazione, per i quali non si procederebbe all’immissione in ruolo, ancor che come l’inserimento nelle GaE, ma sarebbe prevista una quota di posti nel prossimo ‘concorsone’(si parla anche di esonero dai test preselettivi con inserimento tra i candidati ammessi alle prove). Ovviamente, gli emendamenti del Pd sono quelli che hanno più possibilità di essere approvati.