orizzontescuola.it – 5 luglio 2015
“Riforma scuola rinnega Corte di Giustizia europea. Anief: per migliaia di precari niente assunzioni e supplenze“
░ Il Governo ha intrappolato decine di migliaia di docenti precari.
Non solo sfumerà l’immissione in ruolo cui aspiravano per diritto, non certo per concessione del Governo, ma presto si concretizzerà il rischio di essere esclusi dalle supplenze in quelle stesse scuole pubbliche dove hanno svolto il loro onorato servizio per diversi anni. E la stessa beffa viene rifilata al personale Ata, che dalle assunzioni del piano straordinario di immissioni in ruolo è stato addirittura incredibilmente escluso. Il comma 130 del disegno di legge di riforma, approvato a Palazzo Madama, non lascia spazio a dubbi: “a decorrere dal 1° gennaio 2017, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati, con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”. Si tratta, chiaramente, dell’interpretazione opposta di quanto stabilito lo scorso 26 novembre a Lussemburgo dalla Curia europea…. “Il nostro sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal - nei giorni scorsi aveva deciso di patrocinare gratuitamente presso il Tribunale Civile di Roma una serie ricorsi … per i docenti che sono stati in questi anni sfruttati con i contratti a termine. Ora, Anief rilancia e chiederà anche la loro stabilizzazione. Con un’ondata di ricorsi seriali per tutti quei docenti a cui sarà negata la facoltà di insegnare anche come supplenti. Non è in questo modo che si rispetta la normativa comunitaria. La norma del disegno di legge “La Buona Scuola”, così come scritta, al comma 131 del testo in via dia approvazione definitiva, è palesemente incostituzionale e ci allontana sempre di più dal diritto europeo”.
Il Messaggero – 6 luglio 2015
“Riforma della scuola, in arrivo una valanga di ricorsi degli esclusi“
░ di Valeria Arnaldi
La riforma della Scuola non è ancora stata approvata e già si annunciano ricorsi. O meglio, si preparano. Sono quattromila quelli già presentati da Anief per chiedere l'inserimento di insegnanti nelle graduatorie. E altrettanti quelli effettuati per ottenere la stabilizzazione e il risarcimento dei danni. In appena un mese. Ed è solo l'inizio. «Ci sono cinquantamila assunzioni da attuare ad anno iniziato, l'altra metà in corso d'opera - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - Ci sarà una pioggia di ricorsi: oltre cinquantamila. Arriveranno da quanti, avendo superato i tre anni consentiti per contratti a tempo determinato, non si vedranno riconfermare le supplenze ma anche da quanti, idonei ai precedenti concorsi, sono esclusi dalle graduatorie a esaurimento. Tutti ricorsi ad alta probabilità di essere accolti»….. D’altronde, è lo stesso governo a prevedere nella norma le risorse per pagare i danni che saranno richiesti dagli insegnanti non stabilizzati. O meglio, i danni per i quali lo Stato già attende la condanna al risarcimento. I numeri sono importanti. «Si parla complessivamente di almeno un miliardo di euro - prosegue Pacifico - e questo se i calcoli si fanno al ribasso, ossia tenendo conto del risarcimento minimo di ventimila euro. Ci saranno però, sicuramente, rimborsi più consistenti». I precari della scuola - e non solo - non sono tutti giovani neolaureati, ma anzi sono spesso over 40, con situazioni mobili sul lavoro. Oltre a quelli che si rivolgeranno al giudice perché non compresi nella stabilizzazione, è possibile anzi probabile che diversi altri aprano un contenzioso per opporsi a un trasferimento obbligato.
ItaliaOggi – 7 luglio 2015
“Nuovo testo unico, ecco perché si rischia la paralisi“
░ di Carlo Forte.
Le norme sulla scuola saranno contenute in un nuovo testo unico. Lo prevede una delle deleghe contenute nel disegno di legge sulla scuola, da attuarsi entro 18 mesi dall'entrata in vigore della riforma. Il rischio che si corre è di complicare ulteriormente l'interpretazione e l'applicazione di tutte le norme del diritto scolastico. ….La scuola, infatti, è stata fatta oggetto nel corso degli anni di un numero enorme di provvedimenti. I compilatori del nuovo testo unico dovranno fare i conti non solo con la grande quantità di disposizioni, ma anche e soprattutto con il lavoro di interpretazione…. Il rischio che si corre con l'avvento del nuovo testo unico, dunque, è quello di cancellare norme importanti che, nel corso degli anni, hanno informato la prassi delle istituzioni scolastiche…. Si pensi alla normativa sugli organi collegiali… E poi c'è tutto l'impianto della contrattazione collettiva, introdotta anche nella scuola, dal decreto legislativo 29/93, successivamente rimodernato con il decreto legislativo 165/2001: il cosiddetto testo unico del pubblico impiego. In questo caso il rischio che si corre è quello di introdurre modifiche unilaterali negli obblighi di lavoro. … Il peggioramento delle condizioni di lavoro degli insegnanti, infatti, qualora fosse introdotto per legge, direttamente nel testo unico, andrebbe a scontrarsi con una disposizione contenuta nella legge 15/2009: la norma che preclude alla contrattazione collettiva la possibilità derogare le leggi…. E poi c'è la questione delle sanzioni disciplinari. Questione particolarmente delicata perché nel testo unico del 1994 (il decreto legislativo 297/94) vi sono norme, tuttora in vigore, in aperto contrasto con quelle contenute nel decreto Brunetta. Si tratta in particolare della disciplina sostanziale che regola le sanzioni del personale docente. Sanzioni più pesanti di quelle previste per il resto del pubblico impiego…..
Orizzonte scuola.it – 8 luglio 2015
“Immissioni in ruolo: fase 0 anche a luglio, il 17 agosto in GU domanda assunzioni fasi B e C. Ipotesi tempistica“
░ Per i colleghi che devono affrontare il contorto iter delle assunzioni. Riportiamo dalla lungimirante Lalla.
La Gilda Cuneo fornisce il resoconto di un incontro per le immissioni in ruolo 2015, con la suddivisione tra le varie fasi. Confermate le fasi 0+A, B e C. Ma ciò che interessa sono le tempistiche ipotizzate…. potrebbe essere un buona timeline anche per le altre regioni. … Per la fase ordinaria si può procedere in maniera rapida, già a luglio, in quanto indipendente dal DDL, ma basata semplicemente sul turnover, già pienamente disponibile, essendo conclusa la mobilità. FASE 0: Nelle intenzioni dell'USR Piemonte, andrebbe fatta in tempi strettissimi (15/20 luglio), anche perché le tabelle sono già note e le operazioni di svolgono al 50% tra le GM (comprese quelle antecedenti al 2012) e le GAE con possibilità di riversamento da una graduatoria all'altra, nel caso una delle due risultasse esaurita…. Le operazioni di assegnazione delle sedi per utilizzazioni e assegnazioni provvisorie non verrebbero inficiate, in quanto si tratterebbe di anticipare solo l'individuazione, rimandando a fine agosto l'assegnazione della sede. FASE 1A: Riguarda quei posti in organico di diritto che non sono stati assegnati nella fase 0. Vengono soppresse le graduatorie dei concorsi antecedenti il 2012, se ancora in vigore. La procedura è sostanzialmente simile a quella della fase 0 e, anche in questa fase, sarà possibile riversare i posti da una graduatoria all'altra e tutto avverrà senza la scelta della sede di servizio che verrà fatta a fine agosto. Tale fase verrà avviata dopo il 17 luglio (data prevista per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge sulla scuola). ..... Il 17 agosto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto che dá avvio alla fase nazionale del piano di assunzioni straordinario. Tutti coloro, inscritti nelle GAE o inseriti nelle graduatorie del concorso del 2012 che non sono rientrati nella FASE A, avranno una decina di giorni di tempo per compilare una domanda di assunzione con indicazione delle province presso le quali sarebbero disponibili ad essere assunti a tempo indeterminato. …. Gilda Cuneo riferisce per la fase B: • Entro il 14 agosto i vari USR trasmettono al MIUR il contingente dei posti rimasti dopo la FASE A; • Il 17 agosto esce in Gazzetta il decreto per l'avvio della fase nazionale del piano straordinario di assunzioni; • Dal 17 al 27/30 agosto ??? (si è parlato comunque di massimo 10/15 giorni) gli interessati compilano la domanda con indicazione delle province da utilizzare per la loro immissione in ruolo; • Entro il 15 settembre, il sistema individua i docenti da assumere sui residui posti in organico di diritto; • I docenti interessati dovranno prendere servizio sulla sede loro assegnata. E' evidente che, stando così le cose, le nomine a tempo determinato, slitterebbero dopo il 15 settembre. FASE C (nomine solo giuridiche dal 1° settembre 2015): • Dopo il 15 settembre l'USR darà indicazione alle singole scuole di quante risorse aggiuntive potranno contare nell'a.s. 2016/17 e sulla base di ciò, le scuole, entro il 31 ottobre 2015, dovranno elaborare un POF con l'indicazione di come intendono usare le risorse aggiuntive assegnate e inviarlo agli USR; • Gli USR, verificata la compatibilità, elaboreranno i dati ricevuti e li invieranno al MIUR; • Sulla base di questi dati, il MIUR provvederà a scorrere le graduatorie nazionali, divise per province, e all'assunzione giuridica degli interessati. Tali operazioni dovrebbero concludersi entro dicembre 2015.
latecnicadellascuola.it – 9 luglio 2015
░ Completata la III lettura del d.d.l. “Scassa Scuola”, la Camera ha dato (con 277 voti a favore, 4 astenuti, 173 contrari) in via definitivo. Ci eravamo illusi di ottenere ascolto in virtù della qualità delle nostre proposte emendative e della ragionevolezza con cui il Giovane sindacato sa “interpretare” le norme. Siamo rimbalzati su un muro di gomma. Il dovere di tutti i lavoratori della Scuola è, adesso, memorizzare gli interpreti delle diverse parti di questa opera buffa: a favore del provvedimento si sono espressi Pd, Ap e Scelta civica. Da latecnicadellascuola riportiamo tre articoli utili al memento: Il primo articolo è di Lucio Ficara che “punta” le deputate Centemero (grazie a Dio che non è al governo) e Puglisi (soggetta ad amnesie come ermeneuta del concetto di “chiamata diretta”, e propensa ai toni striduli, se si altera; tranquilla, la si vede con piacere); il secondo articolo mette il dito nelle piaghe del PD; il terzo, anche questo di Ficara (ironico e furioso, sulla nostra medesima lunghezza d’onda), inquadra SuperRenzi; a proposito Speedy-Renzi ride di continuo (confidiamo che abbia motivo di essere allegro; se non ne ha motivo, c’è da preoccuparsi), saluta qualcuno a distanza (confidiamo che questo qualcuno nutra per il premier benevolenza ardente che il premier ha urgenza di ricambiare; se così non è, si tratta di una smisurata piaggeria), e si aggiusta la cravatta di continuo (non potrebbero, i dd.ss. dirgli che i fermacravatta sono stati inventati e regalargliene uno ?) (Leonardo MAIORCA).
“Centemero:“Una riforma fatta di luci e ombre”
La responsabile scuola di Forza Italia condivide alcuni punti della riforma, come ad esempio il ruolo del dirigente scolastico e il reclutamento tramite chiamata diretta. Ma non condivide le 100mila assunzioni che non ci saranno e la questione formazione dei docenti…. La Centemero, coerentemente con quanto ha sempre affermato, condivide alcuni punti della riforma, come ad esempio il ruolo del dirigente scolastico e il reclutamento tramite chiamata diretta o ancora la questione dell’alternanza scuola-lavoro. Ci piace ricordare che la nostra testata aveva moderato, prima delle elezioni del febbraio 2013, un incontro tra Elena Centemero e Francesca Puglisi sulla scuola. In tale incontro la Centemero aveva, con onestà intellettuale e politica, parlato di temi come la chiamata diretta e l’alternanza scuola-lavoro, trovando una dura opposizione di opinione da parte della responsabile scuola del partito democratico Francesca Puglisi. Oggi con la riforma della scuola voluta dal partito democratico, si realizzano punti programmatici portati avanti, in campagna elettorale, proprio dalla stessa Centemero…. Tuttavia la Centemero ci tiene a mettere in risalto le cose che non vanno di questa riforma e che hanno spinto il Centro destra ad essere contrario. come troppo spesso promesso dagli esponenti politici del PD, a partire dal primo settembre 2015 Il secondo punto che ci preoccupa è quello di un eccesso di deleghe su materie sensibili come la riscrittura del Testo Unico della scuola. Il terzo punto di criticità della riforma è quello della formazione dei docenti, dove non ci sono risorse economiche sufficienti. Infine manca un’idea unitaria nazionale del sistema di scelta e valutazione degli insegnanti, per questo la Centemero chiede che ci siano criteri omogenei sul territorio nazionale e dare maggiore spazio al consiglio d’istituto.
Dal Pd 5 no alla riforma della scuola di Renzi, 24 non votano. L'elenco
Alfredo D'Attorre, Carlo Galli, Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Giuseppe Zappulla: sono i cinque deputati del Pd che hanno votato no al DdL Scuola approvato in via definitiva oggi alla Camera. Dai tabulati del voto finale emergono anche numerosi assenti nelle file dem. Tra loro, spiega D'Attorre, "24-25 non hanno partecipato alla votazioni per motivi politici": ci sono Roberta Agostini, l'ex capogruppo Roberto Speranza, Pierluigi Bersani, Davide Zoggia, Nico Stumpo, Vincenza Bruno Bossio, Gianni Cuperlo, Filippo Fossati, Andrea Giorgis, Danilo Leva, Barbara Pollastrini. Assenti al voto anche Luisella Albanella, Tea Albini, Ileana Argentin, Fulvio Bonavitacola, Francesca Bonomo, Renzo Carella, Marco Carra, Eleonora Cimbro, Matteo Colaninno, Magda Culotta, Vittoria D'Incecco, Gianni Farina, Francantonio Genovese (agli arresti), Gregorio Gitti, Maria Gaetana Greco, Yoram Gutgeld, Maria Iacono, Francesco Laforgia, Enrico Letta, Umberto Marroni, Giovanna Martelli, Michela Marzano, Michele Mognato, Roberto Morassut, Delia Murer, Lia Quartapelle, Anna Rossomando, Alessandra Terrosi, Mario Tullo. Sono 4, invece, i deputati azzurri 'vicini' al senatore Denis Verdini che hanno votato sì alla riforma della buona scuola. Secondo i tabulati, in dissenso dal resto del gruppo FI, che ha votato contro, hanno detto sì al testo in Aula, Luca D'Alessandro, Monica Faenzi, Giovanni Mottola e Massimo Parisi.
Renzi e le pagliacciate
Il Premier Renzi, molto tirato ma anche molto gasato, sembra essere in uno stato confusionale da stress; infatti si lascia andare ad una critica aspra e forse eccessiva, contro i contestatori della sua riforma della scuola. Davanti le telecamere di Repubblica TV, il Presidente del Consiglio afferma: “chi viene qui per fare le pagliacciate per lo scopo di avere uno spazio in televisione glielo diamo tranquillamente, ma quello che noi stiamo facendo è un’altra cosa”. Renzi si stava riferendo alle migliaia di docenti che in una forma di mobilitazione perpetua, stanno contestando la riforma della scuola, sostenendo che si tratta di una riforma che passa sopra la testa degli insegnanti e contro il loro volere. Renzi in questo video di Repubblica TV, posizionato davanti alla responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi, sempre pronta ad annuire a favore di qualsiasi pensiero espresso dal Presidente del Consiglio, si contraddice in modo evidente. Prima sostiene che la riforma della scuola non è passata sopra le teste degli insegnanti che, secondo Renzi, sono stati ascoltati in migliaia di circostanze. Poi contraddittoriamente, ma con l’accondiscendenza di Puglisi, sostiene che in migliaia di assemblee, iniziative, attraverso migliaia e migliaia di email, che sono servite ad ascoltare le idee del mondo della scuola , il governo molto spesso, asserisce ancora il Presidente Renzi, si è preso giustamente aspre critiche e insulti. Questo ragionamento pare per lo meno un pochino contraddittorio. Delle due l’una, o la riforma è stata concertata prendendo in esame le idee ricevute dal mondo della scuola, e quindi non si comprenderebbero le contestazioni di massa, oppure il governo non ha ascoltato le migliaia di istanze degli insegnanti, degli studenti e dei genitori, ed allora si potrebbe capire, senza comunque giustificare in alcun modo, tutti gli insulti che Renzi, Giannini, Faraone e Puglisi, hanno ricevuto e forse ancora dovranno ricevere. Se per Renzi i contestatori della riforma improvvisano le pagliacciate per avere uno spazio in televisione, bisognerebbe anche dire che esistono dei politici incompetenti, che in televisione ci vanno tutti i giorni, per rilasciare dichiarazioni insensate, prive di ogni senso logico e offensive per l’intelligenza dei telespettatori. Se i contestatori della riforma della scuola sono dei pagliacci, come potremmo definire tali politici ?
larepubblica.it – 10 luglio 2015
“Istituti, è corsa contro il tempo si rischia una valanga di ricorsi“
░ Già annunciate migliaia di contestazioni di chi chiede l’inserimento nelle graduatorie. Di Valeria Arnaldi.
E’ il tempo il nuovo nemico della Buona Scuola. Approvata ieri, dopo mesi di proteste e manifestazioni, ora la riforma rischia di scontrarsi con le scadenze del calendario scolastico, alle quali anche il governo deve sottostare, se vuole che la tanto decantata - e osteggiata - rivoluzione abbia inizio, senza dare adito a ulteriori polemiche. Mentre la politica si prepara a lavorare sui decreti attuativi che dovranno seguire il testo, gli istituti si accingono a sostenere consistenti sforzi per tradurre nella pratica del lavoro giornaliero le innovazioni fissate in carta e inchiostro. C’è circa un mese per ripensare la gestione sulla base delle risorse in arrivo. A scaglioni. I primi 36mila insegnanti stabilizzati saranno immessi in ruolo entro metà agosto. Altri undicimila a settembre. Fin qui i numeri garantiranno il turn-over, coprendo posti vacanti e disponibili. Il prossimo anno arriveranno ulteriori 55mila insegnanti - stavolta a chiamata diretta - per il cosiddetto organico funzionale. L’urgenza è per le prime nomine, da effettuare nelle prossime settimane. Agli uffici regionali il compito di individuare i docenti per le diverse realtà, sulla base delle vacanze indicate dagli istituti stessi, non necessariamente delle reali esigenze, che saranno prese in esame per la terza fase di assunzioni. La frammentazione delle immissioni in ruolo complica le dinamiche interne alle strutture, ma rischia pure di rendere critica l’applicazione della norma stessa. A mandare in tilt il sistema, fino a correre il rischio di paralizzarne alcune realtà, saranno migliaia di ricorsi, alcuni già presentati, altri annunciati, dagli insegnanti per chiedere l’inserimento nelle graduatorie o per ottenere la stabilizzazione e il risarcimento dei danni, senza dimenticare coloro che, avendo superato i tre anni consentiti per i contratti a tempo determinato, si vedranno negare le supplenze. E ancora, dagli idonei ai precedenti concorsi che sono rimasti esclusi dalle graduatorie ad esaurimento e da quelli che, per non perdere il ruolo, saranno costretti a trasferirsi in altre regioni. Si stima in circa cinquantamila il numero dei “primi” ricorsi. A questi si aggiungeranno quelli per assegnazioni e posizioni nell’inevitabile confronto e scontro tra le nomine dei primi e dei secondi assunti, che, paradossalmente, potrebbe privilegiare gli ultimi arrivati, scelti per curriculum. E qui il sospetto del paventato clientelismo, strillato a gran voce dai docenti nelle piazze, rischia di armare numerose cause più o meno motivate. Sono gli stessi presidi a invitare i professori a rivolgersi alla magistratura nel caso di dubbi, fondati si intende. I sindacati dei docenti hanno annunciato per settembre la “Stalingrado della Buona Scuola”. Altro problema rischia di essere quello del merito, almeno nella composizione del Comitato di Valutazione. Gli studenti si rifiutano di dare il voto ai professori e annunciano mobilitazione. Se pure dovessero adottare posizioni più miti, a complicare la questione sarà l’individuazione dei membri esterni. E quando l’abitudine avrà rimesso “in ordine” le scuole, bisognerà affrontare nuovi cambiamenti. Questi primi mesi saranno di transizione, il prossimo anno bisognerà fare i conti con la “vera” riforma.