TFA

Il Miur torna a modificare i punteggi d'accesso al TFA

Dopo quasi due mesi il Miur torna a modificare i punteggi utili all'ammissione al TFA, mettendo mano a quelli realizzati per accedere al corso di Francese. L’Anief aveva ragione: le selezioni per accedere ai tirocini formativi si sono basate su dei quesiti contenenti una serie di errori di cui i candidati esclusi non hanno alcuna colpa. E le correzioni affidate alle commissioni di esperti non hanno affatto sanato la situazione. Così il Ministero è stato costretto a correre ai ripari.

La decisione presa dal Ministero dell’Istruzione di ritoccare nuovamente i punteggi utili all'ammissione al TFA ordinario di Francese (classi di concorso A245 e A246), non fa altro che confermare quanto sostiene l’Anief da diverse settimane: le selezioni per accedere ai tirocini formativi, svolte nel mese di luglio, si sono basate su dei quesiti contenenti una serie di errori di cui i candidati esclusi non hanno alcuna colpa. E le correzioni affidate alle commissioni di esperti non hanno affatto sanato la situazione. Tanto è vero che a distanza di quasi due mesi, il Miur è oggi costretto ad intervenire nuovamente in autotutela. Ora, come farà ancora il Ministero a continuare a dire che le correzioni effettuate sono esenti da errori?

Come noto, anche i giudici si sono accorti della presenza di troppi quiz mal formulati e degli errori commessi dalla commissione di esperti nominati dal ministro per revisionarli: nei giorni scorsi il Tar del Lazio, con l’ordinanza 3527/12, ha accolto la domanda di sospensione cautelare formulata dai legali dell’Anief e dato il via libera all’ammissione con riserva alle prove selettive per centinaia di ricorrenti esclusi sulla base di una selezione falsata.

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ribadisce quindi la posizione del giovane sindacato che si sta impegnando per evitare che quei candidati fossero esclusi ingiustamente: “quarantottore sono state davvero poche per esaminare con la dovuta attenzione i test di alcune classi concorsuali, come il cinese, che per oltre la metà erano errati. E siamo solo all’inizio. Perché nei prossimi giorni sono attese altre udienze per centinaia di ricorrenti che hanno aderito all’azione giudiziaria collettiva. È evidente che, a seguito delle nostre azioni legali vincenti, il Miur non poteva fare altro che correre ai ripari. Correggendo il lavoro realizzato troppo frettolosamente da un gruppo di esperti mandati allo sbaraglio”, conclude il presidente dell’Anief.