Con la sentenza n. 858/2016 l’ANIEF ottiene lo scioglimento della riserva per più di 150 ricorrenti che si sono affidati ai nostri legali per l’ottenimento del diritto all’accesso al corso TFA da cui erano stati iniquamente esclusi a causa del mancato raggiungimento del punteggio di 21/30 alla prova preselettiva. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono vittoria piena al TAR del Lazio con una sentenza che scioglie la riserva con la quale i ricorrenti avevano avuto accesso alle successive prove per il Tirocinio Formativo Attivo e consolida la loro posizione confermando a tutti gli effetti il conseguimento del titolo abitante. Si attendono, nelle prossime settimane, le ulteriori sentenze che scioglieranno la riserva in favore di migliaia di nostri iscritti.
Vittoria piena dell’ANIEF al TAR del Lazio sull’accesso alle prove del TFA II ciclo dei candidati che non avevano raggiunto il punteggio di 21/30 alla preselettiva. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono una nuova soddisfacente sentenza che fa ottenere finalmente giustizia a tre candidati che si erano rivolti con fiducia al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti, con l’immediato scioglimento della riserva sul titolo già conseguito dopo aver superato con profitto le prove scritte e orali e gli esami finali di idoneità. Tra febbraio e maggio 2016 attese le discussioni delle altre cause instaurate dall’ANIEF in favore di oltre 1000 candidati illegittimamente esclusi sin dalla prova preselettiva dal MIUR e dalle competenti Università che avevano bandito il corso del Tirocinio Formativo Attivo. Il Ministero dell’Istruzione deve alzare bandiera bianca: il titolo conseguito dai nostri iscritti a seguito dell’accesso con riserva ai corsi TFA II ciclo, è definitivamente valido a tutti gli effetti.
Dopo il successo del sindacato che aveva impugnato i risultati delle prove preselettive del primo ciclo del tfa ordinario alla luce dei numerosi errori presenti nei quiz somministrati in tutte le classi concorsuali, e l’ammissione con riserva dei propri iscritti che avevano adito il Tar Lazio con ordinanze cautelari e decreto monocratico, contestando ben 17 violazioni relative all’art. 15, c. 1 del D.M. 249/2010.
Anief, invita tutti i partecipanti alle prove preselettive del secondo ciclo del Tfa ordinario a segnalare se ci sono stati errori, come sostengono tantissimi partecipanti, in modo da poter tutelare anche questa volta i candidati danneggiati e farli accedere alle prove successive.
Hanno un’età media di 33,6 anni. La gran parte invecchierà da supplente: alla fine della ‘fiera’ – selezione, corsi ed esame finale – i 22.478 abilitati col TFA scopriranno che il titolo non gli servirà per entrare nel doppio canale di reclutamento: quello che gli permetterebbe di insegnare con continuità e col tempo aspirare all’immissione in ruolo. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): che senso ha tenere fuori dal sistema delle graduatorie il personale abilitato, anche quando le graduatorie di quella classe concorso non hanno più candidati?
Il Miur ha oggi reso pubblici i dati sulle domande di accesso al secondo ciclo del Tfa, il Tirocinio formativo attivo utile per abilitarsi all'insegnamento nella scuola secondaria: l’alto numero di adesioni, 146.742, mostra il permanere di un elevato interesse per la carriera insegnante da parte dei candidati, che hanno un’età media di 33,6 anni. Il numero più elevato di iscritti alla preselezione (che non riguarda i circa 6.500 posti aggiuntivi di specializzazione per il sostegno) si riscontra nell'Ambito 4 (14.961 domande) che accorpa la classe di concorso A050 (Materie Letterarie nell'istruzione di II grado) e la classe A043 (Italiano, Storia e Geografia nella scuola media). Il Ministero ha anche fornito il dettaglio delle domande a livello regionale: il numero maggiore di candidati, per il 68,7% donne, si registra in Campania (24.142). Seguono Lazio (16.866), Sicilia (15.235), Lombardia (14.235).
Poiché i posti a concorso sono 22.478, solo un candidato ogni sette riuscirà ad essere ammesso, ma il paradosso, tutto italiano, è che però questo genere di selezione e formazione iniziale per diventare docenti della scuola pubblica non conduce verso alcuna stabilizzazione: da due anni a questa parte, infatti, chi si abilita all’insegnamento - anche nella primaria e infanzia - è lasciato fuori delle graduatorie provinciali che danno accesso alle supplenze annuali o al termine delle attività didattiche, e dalle immissioni in ruolo. Passare la selezione, frequentare il TFA e acquisire l’abilitazione all’insegnamento non serve a nulla, perché si può insegnare già con la laurea dalle graduatorie d’istituto.
“Chi meriterà di superare le selezioni - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - continuerà a studiare presso le Università, a sostenere esami dopo aver svolto del tirocinio non retribuito: pagherà oltre 3mila euro di tasse per frequentare i corsi accademici, spesso a centinaia di chilometri da casa, sosterrà un esame finale abilitante. Ma alla fine della ‘fiera’, sarà lasciato fuori dal sistema del doppio canale di reclutamento. Mentre in dieci anni, più di 100mila aspiranti docenti che hanno svolto un percorso formativo simile presso le SSIS o le Facoltà di Scienze della Formazione primaria, sono stati naturalmente inseriti nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento o ancora nel 2012 nella fascia aggiuntiva”.
“È pertanto più che comprensibile l’amarezza di chi – continua il sindacalista Anief-Confedir – arriva a definire questo genere di selezioni e di concorsi una sorta di ‘truffa’, prodotta ai danni di tantissimi giovani che chiedono di fare quello per cui hanno studiato e dimostrato di sapere svolgere: insegnare alle nuove generazioni. Lo Stato non può chiedere a giovani laureati di diventare insegnanti per poi lasciarli fuori dalle cattedre”.
“Si tratta di un fenomeno che, in contrasto con quanto sta cercando di fare la Funzione Pubblica, non agevola di certo il turn over. A tal proposito – conclude Pacifico - , solo quarantottore fa l’Ocse ci ha ricordato che oltre il 50% degli insegnanti italiani è over 50, l'11,1% ha più di 60 anni e che l’Italia è il Paese Ocse con gli insegnanti più anziani. Invece, lo Stato dovrebbe permettere a migliaia di professionisti di fare quello per cui hanno studiato, sono stati selezionati e formati nei nostri atenei”.
Questo è l’iter che attende gli aspiranti docenti: la prova di accesso ai corsi TFA consiste in un test preliminare, disposto da una Commissione nazionale nominata dal Miur; sarà di contenuto identico su tutto il territorio nazionale e verterà sui programmi disciplinari di ogni classe di abilitazione. Coloro che supereranno la soglia di 21/30 accederanno ad una prova scritta che se superata li condurrà all’orale finale, sempre che in Viale Trastevere non commettano gli errori nella somministrazione di quiz sbagliati, subito denunciati dall’Anief al Tar Lazio la volta scorsa. Sarà ammesso al percorso di TFA, secondo l’ordine della graduatoria, un numero di candidati non superiore a quello dei posti disponibili indicati nel bando di ciascun ateneo. Le lezioni partiranno nel mese di novembre 2014 e proseguiranno nel corso del prossimo anno scolastico.
Passerà la dura selezione - il test preselettivo, lo scritto e l’orale - solo un aspirante su sette. Ma al termine del percorso abilitante, scoprirà che l’abilitazione non gli servirà per entrare nel doppio canale di reclutamento che permetterebbe di insegnare con continuità e col tempo aspirare all’assunzione in ruolo. Colpa del legislatore che ha previsto una nuova formazione iniziale su un numero programmato di posti disponibili per garantire l’accesso alla professione ai giovani insegnanti ma non la gestione del loro reclutamento.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): serve una norma per chiarire come il titolo di insegnante non possa rimanere solo sulla carta. Lo Stato deve permettere a migliaia di professionisti di fare quello per cui hanno studiato, sono stati selezionati e formati nelle nostre Università. È irragionevole tenere fuori dal sistema delle graduatorie il personale abilitato, anche quando le graduatorie di quella classe concorsuale sono esaurite. Soltanto in Italia si invecchia sognando un posto da insegnante che ormai arriva over 40.
Sono 147mila le domande prodotte dai laureati italiani che vorrebbero fare gli insegnanti acquisendo l’abilitazione all’insegnamento con i Tirocini Formativi Attivi organizzati nelle Università italiane. Il numero, fornito da un organo di stampa nazionale, è pari a quasi sette volte i posti che il Ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione, poco più di 22mila, suddivisi tra scuola secondaria di primo e secondo grado. Anche questo secondo ciclo di TFA conferma, quindi, il grande interesse dei laureati ad avvicinarsi all’insegnamento. In passato, come ricorda un altro organo di stampa specialistico, erano state presentate 170mila domande anche se poi i partecipanti furono 138mila, ma bisogna pensare che tra i partecipanti vi furono anche molti di quei 65mila che poi si iscrissero ai PAS grazie al requisito dei 540 giorni di servizio.
Il paradosso, tutto italiano, è che però questo genere di selezione e formazione iniziale per diventare docenti della scuola pubblica non porta da nessuna parte: dal 2012, infatti, chi si abilita all’insegnamento - anche nella primaria e infanzia - è lasciato fuori delle graduatorie che danno accesso alle supplenze annuali o al termine delle attività didattiche, e dalle immissioni in ruolo. Passare la selezione, frequentare il TFA e acquisire l’abilitazione all’insegnamento non serve a nulla, perché si può insegnare già con la laurea dalle graduatorie d’istituto.
“La prospettiva per questi 22.450 aspiranti docenti – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è quella di diventare insegnanti solo sulla carta. Perché chi meriterà di superare le selezioni, continuerà a studiare presso le Università, a sostenere esami dopo aver svolto del tirocinio non retribuito, pagherà oltre 3mila euro di tasse per frequentare i corsi accademici spesso a centinaia di chilometri da casa, sosterrà un esame finale abilitante, sarà lasciato fuori dal sistema del doppio canale di reclutamento. In dieci anni, infatti, più di 100mila docenti che hanno svolto un percorso formativo simile presso le SSIS o le Facoltà di Scienze della Formazione primaria, sono stati naturalmente inseriti nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento o ancora nel 2012 nella fascia aggiuntiva”.
“Si comprende l’amarezza di chi – conclude il sindacalista Anief-Confedir – possa definire questo genere di selezioni e di concorsi una sorta di ‘truffa’, prodotta ai danni di tantissimi giovani che chiedono di fare quello per cui hanno studiato e dimostrato di sapere svolgere: insegnare alle nuove generazioni. Lo Stato non può chiedere a giovani laureati di diventare insegnanti per poi lasciarli fuori dalle cattedre, dopo che più del 60% del nostro corpo docente è over 50 e dopo che si continuano a ridurre posti di insegnamento”.
Questo è l’iter che attende gli aspiranti docenti: la prova di accesso ai corsi TFA consiste in un test preliminare, disposto da una Commissione nazionale nominata dal Miur; sarà di contenuto identico su tutto il territorio nazionale e verterà sui programmi disciplinari di ogni classe di abilitazione. Coloro che supereranno la soglia di 21/30 accederanno ad una prova scritta che se superata li condurrà all’orale finale, sempre che in Viale Trastevere non commettano gli errori nella somministrazione di quiz sbagliati come subito denunciati dall’Anief al Tar Lazio la volta scorsa. Sarà ammesso al percorso di TFA, secondo l’ordine della graduatoria, un numero di candidati non superiore al numero dei posti disponibili indicati nel bando di ciascun ateneo. Le lezioni formative partiranno nel mese di novembre 2014, proseguiranno nel corso del prossimo anno scolastico e varranno 60 crediti formativi.
Il sindacato, che ha già presentato ricorso al tribunale amministrativo per l’inserimento dei docenti abilitati con I ciclo del TFA ordinario nella fascia aggiuntiva alle graduatorie ad esaurimento, annuncia sin d’ora che continuerà a battersi in tutte le sedi per la corretta spendibilità di questo titolo, quindi per l’inserimento di tutti gli abilitati TFA nel sistema del doppio canale di reclutamento. In occasione dell’ultimo aggiornamento delle Gae, sono stati più di 15mila precari a chiedere all’Anief di ricorrere al Tar Lazio.