Hanno ragione i neo-abilitati a protestare oggi alle 12 davanti Palazzo Montecitorio: per partecipare ai corsi, annunciati dal ministro Carrozza, i candidati devono superare una selezione a numero chiuso, decine di esami, un duro e lungo tirocinio. E pagare pure 4mila euro. Ma ora gli si dice che la loro abilitazione è carta straccia, perché verranno collocati in una graduatoria fuori fascia che non vale per l’assunzione in ruolo.
“A cosa serve conseguire un'abilitazione all’insegnamento se si può insegnare senza e in virtù dello stesso servizio poterla conseguire con i percorsi abilitanti speciali riservati? Sono stranezze di un Paese dove è possibile insegnare senza l'abilitazione e una volta conseguita si deve rinunciare all'esercizio della professione. Se non è una beffa, allora è una truffa di Stato”. Così Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, commenta la richiesta di autorizzazione presentata dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, a Mef e Funzione Pubblica per poter bandire un secondo ciclo di tirocinio formativo attivo ordinario, con oltre 29.000 posti da assegnare. Con la contemporanea, però, sottolineatura che i vincitori della selezione non entreranno nelle GaE.
Quello che indigna il sindacato è la ferma opposizione del Ministro a collocare gli idonei che usciranno dai Tfa ordinari nelle graduatorie ad esaurimento: secondo Carrozza, questa soluzione “sarebbe contraria a precise disposizioni legislative, che a partire dal 2006 hanno ripetutamente disposto l'impossibilità di integrare le graduatorie”. In effetti, le modifiche al Regolamento n. 81 introdotte dall’art. 15, c. 27bis del D.M. 25 marzo 2013 (pubblicate in G.U. lo scorso 5 luglio), vietano l’inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento, già previsto per i docenti abilitati presso le SSIS o i corsi ex-lege 143/04.
Solo che quel Regolamento, che modifica a sua volta il D.M. 249/2010 sul reclutamento scolastico, introduce un divieto senza averlo sottoposto alle Commissioni parlamentari di competenza. E poiché si tratta di un passaggio ineludibile, Anief-Confedir, che ha giù ottenuto l’inserimento nelle GaE di 10mila abilitati usciti dal IX ciclo delle Ssis, anche stavolta impegnerà tutte le sue forze per modificare l’assurda posizione del Miur. Il sindacato, come prassi, opererà su due livelli: sia con proposte emendative, sia presentando ricorsi in tribunale. In entrambi i casi, l’obiettivo è fare in modo che gli abilitati dell’ultimo periodo, attraverso Tfa ordinari e Pas, prossimi all’avvio, siano inclusi nelle graduatorie provinciali che danno diritto alle supplenze annuali e alle immissioni in ruolo.
“Riteniamo irricevibile - continua Pacifico - la risposta data dal ministro Carrozza alla richiesta di inserimento nelle GaE dei docenti abilitati dalle Università. Quelle stesse Università che, con percorsi analoghi, per dieci anni rilasciavano le stesse abilitazioni che oggi sono considerate carta straccia. A questo punto sarà il TAR a decidere se ha ragione il ministro o i migliaia di docenti che si sono abilitati, a loro spese, pagando anche 4mila euro, per andare ad insegnare. E non perchè avevano soldi e tempo da perdere”.
“L’incoerenza del Ministro – incalza il rappresentante sindacale - ci sorprende: come è possibile programmare l’accesso ai Tfa, sulla base dei posti disponibili nel triennio, e poi vietare a chi consegue l’abilitazione, al termine di quei corsi programmati, di potersi inserire nelle GaE? Negando, quindi, l’attribuzione a scorrimento di quegli stessi posti individuati per poter essere ricoperti da personale selezionato e preparato appositamente”.
Per questi motivi, Anief-Confedir impugnerà la decisione del Miur. Ma non, come hanno fatto altri, ricorrendo contro il decreto ministeriale che contiene l’annullamento dello status di riserva di unità di personale precario già inserite in precedenza. Bisogna stare attenti a cosa si impugna: il sindacato ha quindi deciso di rivolgersi al Tar Lazio, affinché quel regolamento venga sospeso per eccesso di delega e perché ha violato i principi costituzionali di parità, uguaglianza e ragionevolezza rispetto ai percorsi abilitanti pregressi.
“Le abilitazioni non sono pezzi di carta insignificanti, conseguite solo per acquisire punteggi e referenze, ma corrispondono a certificazione delle competenze, maturate quasi sempre da giovani docenti al termine di una dura selezione e formazione. Ora il Governo deve decidere: questi giovani – conclude Pacifico - meritano di essere assunti, come si è fatto in diversi casi anche dopo la legge 296 del 2006, oppure si deve dire loro che l’abilitazione acquisita non serve a nulla e verranno lasciati fuori dalla scuola a tempo indeterminato?”.
Il riconoscimento dell’abilitazione per la sola II fascia delle Graduatorie d’Istituto è illegittimo e ridicolo, né l’ipotesi di nuovi concorsi può portare speranza visto che sembrano mancare addirittura i posti del concorso a cattedra attualmente in corso. Tutti coloro che hanno acquisito l’abilitazione tramite Tfa, che hanno quindi diritto all’inserimento nel canale di reclutamento che porta al 50% delle assunzioni, possono ricorrere chiedendo le istruzioni operative entro il prossimo 21 agosto scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Diventare insegnanti diventa un’impresa: nemmeno l’abilitazione basta più per entrare in ruolo