L’ANIEF sostiene da sempre l’imprescindibile necessità di riformare il sistema di classificazione del personale che risulta obsoleto non soltanto per una questione di tempo (l’attuale sistema risale a più di 20 anni orsono) ma e soprattutto alla luce dei molteplici interventi normativi che si sono susseguiti nel corso del tempo riformando il sistema università, addirittura introducendo delle nuove figure professionali.
A ciò si aggiungano le criticità dovute a bizzarre interpretazioni delle amministrazioni dei vari atenei che vedono richiesti ad oggi per uno stesso profilo professionale requisiti e addirittura inquadramenti diversificati.
L’ANIEF dopo un’attenta ed approfondita analisi della situazione esistente evidenzia nei seguenti profili l’esistenza di sperequazioni e difformità a cui il nuovo sistema deve porre fine:
- Il profilo del RAD introdotto dalla riforma Gelmini (L.240) che appartiene alla categoria EP con un grado di autonomia relativo alla soluzione di problemi complessi di carattere organizzativo e di un grado di responsabilità relativo alla qualità ed economicità dei risultati ottenuti, che dipende gerarchicamente dal DG, ha la gestione delle attività amministrative conformemente alle decisioni di spesa assunte, nell'ambito del budget predefinito per la singola struttura dai rispettivi rappresentanti (Presidi di Facoltà e Direttori di Dipartimento).
ed è investito direttamente della gestione amministrativa dei centri di spesa e della responsabilità contabile nella predisposizione e gestione del budget.
In alcuni casi è inquadrato in categoria D ;
- Il profilo del Manager Didattico
Ogni corso di studio ha un Manager Didattico di riferimento
è il punto di riferimento per tutto quello che riguarda l’organizzazione della didattica del tuo corso di studio.
Gestisce ed aggiorna il sito del corso di studio, fornisce informazioni sul corso di studio e sui servizi di contesto offerti dai Corsi di studio e dall’Ateneo attraverso il Servizio d’Ascolto rivolto agli studenti. Anche tale profilo non è contemplato nell’attuale sistema di classificazione;
- Il profilo dello stabularista
Figura professionale il cui requisito di accesso è il diploma di scuola secondaria di secondo grado che prevede l’inquadramento nella categoria C dell’area tecnico scientifica
cui vengono richieste competenze superiori in fase di espletamento delle prove concorsuali;
- Il profilo del tecnico dello spettacolo;
- I profili professionali relativi alla gestione degli orti botanici entrambi presentano problematiche simili agli stabularisti
- Il profilo del tecnologo che pur avendo competenze analoghe risultano inquadrati in categorie diverse a seconda delle aree contrattuali cui afferiscono (Università o Ricerca);
- Il profilo degli avvocati che in difformità da quanto previsto nelle altre pubbliche amministrazioni vengono inquadrati in categoria EP, D o addirittura in categoria C a secondo delle interpretazioni delle amministrazioni;
per arrivare poi alla cosi detta Sanità Universitaria
In tale contesto si evidenzia la necessità di valorizzare la specificità del personale che opera presso i Policlinici universitari (le così dette AOU), attraverso l'introduzione di precise e specifiche norme contrattuali che abbiano validità per tutti i lavoratori che vi operano.
Questo a prescindere dall’istituzione che è titolare del rapporto di lavoro o ne corrisponde gli emolumenti ed in ossequio al combinato disposto tra l’art.5 CCNQ 2016 e l’art. 2 lett.a) del D.lvo 517/99.
Occorre quindi garantire una reale classificazione e valorizzazione delle professionalità del personale Universitario integrato nelle AOU, salvaguardandone la possibilità di carriera anche in relazione alle attività di didattica e ricerca svolte anche nel rispetto dei rispettivi Ordini Professionali e relativi Albi.
- A tal proposito è indispensabile, necessario e “conditio sine qua non” definire, nell’ambito della revisione del sistema di classificazione, una distinta disciplina che consenta di individuare per il personale della c.d. Sanità Universitaria un giusto inquadramento che tenga conto della collocazione professionale acquisita e del trattamento economico nel tempo maturato in applicazione dell’art.31 del DPR 761/79, attraverso il riconoscimento giuridico dell’applicazione dello stesso art. 31.
- Operazione questa a costo zero per le casse statali in quanto per effetto dello stesso meccanismo di equiparazione le Istituzioni coinvolte Università e Regione già erogano i trattamenti economici di cui trattasi.
- Questo consentirebbe inoltre di recuperare parzialmente il blocco di fatto delle PEO (progressioni orizzontali) e PEV (progressioni verticali) per il personale universitario assegnato funzionalmente alle AOU e le sperequazioni createsi tra dipendenti UNIV. delle AOU e dipendenti UNIV degli atenei;
- Il tutto sempre valorizzando la specifica funzione svolta nel sistema integrato - didattica, ricerca e assistenza - delle AOU stesse.
- Un sistema quindi che garantisca la conservazione della posizione economica e di carriera maturata presso l’AOU, anche nei casi di mobilità, sia esterna che interna all’Ateneo di riferimento.
E’ necessario pertanto garantire l’implementazione delle risorse finalizzate al sistema di retribuzione fondamentale, accessorio, e di progressione di carriera, come previste dalle norme e dai contratti vigenti.
- Garantire inoltre che le Aziende organizzino corsi di formazione ed Aggiornamento aziendali assicurando l’accesso e la partecipazione gratuita di tutte le lavoratrici ed i lavoratori, anche di quelli strutturati/integrati.
Allo stesso modo va garantita la possibilità, per il personale T.A. e socio-sanitario, di espletare attività didattica come previsto dall’art 6 della 502/92 per il personale del SSR.
Questi saranno i punti cardine da cui partire per arrivare ad un sistema di classificazione che rispecchi l’attuale realtà lavorativa del personale universitario.