Varie

350 milioni di euro su 985 utilizzati per tamponare i mancati scatti di anzianità del personale: si riducono i progetti, le attività pomeridiane, i fondi per le visite culturali e per i docenti coordinatori di tutto ciò che va oltre la didattica. Pacifico (Anief-Confedir): sono soldi spesi male, il cui inutile sacrificio metterà a rischio il funzionamento degli istituti.

L’offerta formativa rivolta agli studenti italiani si assottiglia sempre di più. Quest’anno a complicare le cose ci si è messa pure l’amministrazione scolastica. Che, d’accordo con i sindacati rappresentativi, ha deciso di andare a prelevare 350 milioni di euro dal ‘tesoretto’ dei 985 milioni che il Miur destina ogni anno per le attività pomeridiane, i progetti a completamento della formazione ordinaria e le visite culturali. La riduzione di oltre un terzo di questi fondi determinerà, inoltre, un compenso ridotto ai docenti coordinatori per le attività a supporto della didattica (le cosiddette le funzioni strumentali) e al personale Ata a supporto (gli incarichi specifici).

Attraverso una discutibile nota, il Miur ha sancito questa destinazione. Inviando alle 8mila scuole italiane solo 521.036.414 euro complessivi. Pari al 52,94% di quanto doveva essere loro destinato. E impegnandosi a corrispondere per intero solo l'importo totale per le ore eccedenti degli insegnanti. Mentre l’integrazione da dare agli istituti scolastici sarà decisamente ridotta, comunque distante dal miliardo di euro iniziale. Andando, in tal modo, a deprivare ancora di più le tante aree arretrate, dove la scuola rappresenta spesso l’unico riferimento dello Stato, della legalità e della cultura in generale.

Ma quel che fa più rabbia è che il “rosicchiamento” del Fondo delle istituzioni scolastiche, attraverso cui si finanziano attività basilari nelle nostre scuole, non servirà a molto. L'approvazione definitiva del D.P.R. n. 122 del 4 settembre 2013, pubblicato poco più di un mese fa in Gazzetta Ufficiale, ha purtroppo spazzato via ogni dubbio, sancendo la nullità, a partire dal 2011, dell'accordo sulla copertura degli scatti automatici: aumenti e arretrati da dare al personale, in pratica, vanno considerati come mere indennità. E basta. Perché purtroppo non avranno effetti ai fini delle retribuzioni di carriera.

“È paradossale quanto accaduto – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché i sindacati che siedono al tavolo del Miur hanno fatto da sponda al governo, sottraendo preziose risorse alle scuole in cambio di un sacrificio inutile: il ridimensionamento dei progetti a sostegno delle scuole a rischio, delle cosiddette funzioni strumentali a completamento della didattica, degli incarichi specifici del personale non docente, dell'attività motoria nella scuola primaria, dei finanziamenti per le competenze accessorie del personale comandato e il dimezzamento del Fis, il fondo per l'istituzione scolastica, serviranno infatti solo a corrispondere una quota 'una tantum'. Senza alcun effetto sul recupero della ricostruzione di carriera”.

Del resto, il nostro sindacato lo aveva detto in tempi non sospetti: l’anzianità di carriera persa nel quadriennio 2011-2014 non sarà più recuperabile. Gli altri sindacati, invece di seguire la via del ricorso indicata dall’Anief, si sono piegati al volere dell’amministrazione. Svendendo i diritti dei lavoratori, ancorché tutelati da un contratto nazionale, in cambio di una quota forfettaria.

Una scelta che si somma, tra l’altro, alla decisione del governo di prorogare a tutto il 2014 il blocco dei contratti di tutti i dipendenti pubblici. Scuola compresa. Su questo punto, nelle ultime ore è intervenuto pesantemente il M5S. Che ha presentato un emendamento alla legge di stabilità, attraverso cui ha chiesto “l'esclusione per il personale della scuola del blocco degli incrementi contrattuali disposti con le risorse provenienti dalla razionalizzazione e dai risparmi di spesa delle amministrazioni pubbliche secondo legge 30 luglio 2010”.

Le discutibili decisioni di chi amministra lo Stato, tra l’altro, hanno come destinatari (come danneggiati) quei docenti italiani che già oggi a fine carriera percepiscono tra i 6mila e gli 8mila euro in mero rispetto ai colleghi dell’Ocde: fatto 100 lo stipendio medio degli insegnanti dei 37 Paesi economicamente più progrediti, lo stipendio in Italia è cresciuto ogni anno a partire dal 2005 solo del 4-5%. Mentre nella media Ocde l’incremento è stato del 15-22%. Ora, andare a intaccare lo stipendio, compresi i contributi pensionistici, non farà altro che allargare questa forbice.

“Per completezza va detto che questa modalità di garantire gli stipendi dei lavoratori, a danno del funzionamento ordinario delle scuole, potrebbe avere un triste epilogo: di recente, infatti, il tribunale di Roma, incalzato dall’Anief, ha dichiarato incostituzionale l’accordo. Aprendo così scenari – conclude Pacifico – di cui tutta la scuola potrebbe finalmente beneficiare”.

Per approfondimenti:

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Scatti stipendiali: il danno e la beffa

 

Interessati almeno 15mila docenti e Ata. Cui si potrebbero aggiungere i 4mila “Quota 96”, rimasti bloccati dalla riforma Fornero: tutto dipende dal parere espresso dalla Consulta lo scorso 17 novembre, di cui però non si sa ancora l’esito. Per evitare i soliti ingorghi burocratici, il Miur farebbe bene ad attendere.

Il Ministero dell'istruzione è in procinto di pubblicare il decreto che dal prossimo mese di settembre porterà al pensionamento almeno 15mila docenti e Ata della scuola: ai sindacati è già stato detto che il termine di presentazione delle domande è stato fissato al 27 gennaio 2014. E che le regole, tranne qualche lieve modifica, saranno le stesse dello scorso anno. Costringendo, con l'applicazione rigida della riforma Fornero, a mantenere in servizio circa 4mila lavoratori. Ai quali, per via dell'adozione immediata dei nuovi requisiti minimi, è stata fatale la negazione del riconoscimento degli otto mesi di servizio conclusivi dell'anno scolastico dell'anno scolastico 2011/12.

Ma proprio per i cosiddetti "Quota 96" della scuola potrebbe ora esserci una novità importante: lo scorso 17 novembre la Consulta ha, infatti, espresso il proprio parere sulla laicità del comportamento del legislatore nei confronti della categoria. In attesa dell'esito di quell'udienza pubblica, Anief chiede pertanto pubblicamente al Ministero dell'Istruzione di rimandare il termine di presentazione delle domande per andare in pensione.

Qualora il parere della Consulta fosse favorevole ai "Quota 96", dando il via libera alla deroga che l’Anief chiede da tempo, il Miur sarebbe infatti costretto a riaprire i termini per permettere loro l'accesso ad un diritto che una dimenticanza di chi a prodotto le nuove norme pensionistiche gli ha negato per il secondo anno consecutivo. A quel punto, a nulla varrebbero le resistenze di organismi pubblici, come la Ragioneria dello Stato, che si sono espressi negativamente sul concedere la copertura finanziaria necessaria a mandare in pensione migliaia di docenti e Ata costretti a ingiustamente a rimanere in servizio.

“Il via libera della Consulta – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – permetterebbe a questi lavoratori di far riconoscere un loro sacrosanto diritto al pensionamento: tutti i più autorevoli studi sull’insegnamento concordano nel dire che, in particolare quella dei docenti, è una professione altamente logorante. E ad alto rischio burnout. Ora, a fronte di questo dato inequivocabile, che non ha bisogno di commenti, come si può pensare di mandare un docente in pensione a 67-68 anni? Oltretutto, cambiando le regole in corsa?”.

 

Si è svolto il 5 dicembre un incontro tra la delegazione ANIEF, presieduta dal presidente nazionale Marcello Pacifico, e quella Miur, coordinata dal dott. Gildo De Angelis, per affrontare diverse questioni di stringente attualità che riguardano il personale docente e Ata, precario e di ruolo.

Contenzioso Pettine: è stata rivendicata dal sindacato la correttezza nei confronti dell’amministrazione dell’azione legale seriale intrapresa presso i tribunali del lavoro per assegnare i posti accantonati al personale docente che aveva chiesto il trasferimento in altra provincia ai giudici amministrativi all’atto dell’aggiornamento 2009-2011. Tale impostazione ha permesso l’immissione in ruolo di centinaia di colleghi precari. Di contro, una tesi diversa - come quella sposata dall’amministrazione resistente nel caso della sentenza della Corte di Appello di Torino - porterebbe alla conseguente rivisitazione di tutte le immissioni in ruolo e di tutte le supplenze al termine delle attività didattiche o annuali assegnate in quel biennio, con conseguenti condanne erariali a carico dei dirigenti responsabili, a livello generale, regionale e territoriale, per il mancato obbligo di pettinare tutte le graduatorie e di assegnare gli incarichi agli aventi diritto come indicato dal commissario ad acta.

Concorso a cattedra: l'amministrazione ha ribadito la volontà, in assenza di nuovi concorsi biennali e nell’attesa di una riforma del sistema di reclutamento, di utilizzare le graduatorie di merito anche oltre il biennio di riferimento. ANIEF ha ricordato come tutto questo necessiti di un’integrazione al decreto direttoriale, in assenza del quale soltanto il giudice amministrativo può stabilire l’illegittimità di quanto finora disposto; il sindacato ha ribadito, comunque, come tutti i vincitori non ancora assunti abbiano maturato il diritto ad avere una nomina giuridica ed economica dal 1° settembre 2014 secondo il bando di concorso e il regime autorizzatorio, mentre ha spiegato le ragioni del perché il titolo di idoneità debba essere abilitante, secondo la normativa previgente e nel rispetto del principio generale di ragionevolezza dell’azione amministrativa, anche ai fini dell’inserimento nelle Gae e nelle graduatorie d’istituto.

Percorsi Abilitanti Speciali (PAS): ANIEF ha ricordato come il legislatore, in tema di corsi riservati abilitanti, ha sempre ritenuto la competenza didattica esercitata in un biennio (360 giorni) come una condizione di per sé sufficiente per conseguire l’abilitazione, e ha sottolineato l’incoerenza della richiesta di un anno di insegnamento specifico (180 giorni) rispetto alla direttiva comunitaria invocata che prevede il mero riconoscimento della professionalità acquisita dopo tre anni di servizio. L’amministrazione, pur prendendo atto che, in alcuni casi, come per gli educatori, in passato, è stata consentita l’iscrizione ai corsi abilitanti o ancora che il servizio prestato nelle sezioni primavera è stato svolto nello Stato, ancorché sperimentale, ha ribadito le proprie scelte, peraltro, oggetto di un contenzioso seriale presso il TAR.

Inserimento in GaE abilitati TFA ordinario: l’amministrazione ha ribadito la volontà di tener chiuse le graduatorie, senza tener conto nemmeno di quelle esaurite o di un inserimento in una fascia aggiuntiva per i nuovi abilitati. Il sindacato ha ribadito come sia incoerente e irragionevole lasciare fuori dall’insegnamento proprio quegli insegnanti che l’università ha selezionato, formato e abilitato su richiesta del legislatore per andare ad insegnare e così migliorare lo standard qualitativo del servizio nazionale di istruzione, come si legge nelle motivazioni che hanno portato all’emanazione del nuovo Regolamento sulla formazione iniziale. Il tutto rasenta la truffa se si pensa che chi si abilita all’estero, senza selezione, può insegnare in Italia, ma chi è chiamato ad abilitarsi nel nostro Paese non può insegnarci.

Permessi diritto allo studio (150 ore) per i docenti frequentanti corsi PAS e TFA sostegno: per far fronte a tutte le richieste, il MIUR ha diramato una nota agli uffici periferici con la quale chiede di ripartire il contingente provinciale secondo l’effettiva esigenza dei docenti precari, tenuto conto della durata degli incarichi, dell’inizio dei corsi e dei calendari delle lezioni. La stessa nota proroga il termine di presentazione della domanda al 15 dicembre. Per il personale di ruolo che parteciperà al corso di riconversione sul sostegno, è stato autorizzato un contingente ad hoc che non intaccherà quello provinciale. ANIEF ha rappresentato le proprie perplessità riguardo al fatto che il contingente ‘normale’ sia sufficiente a soddisfare tutte le richieste e ha chiesto un’ulteriore proroga perché quasi tutte le università non riusciranno ad immatricolare entro la data stabilita. Il MIUR ha, inoltre, confermato l'indisponibilità di molte università ad attivare i Pas per infanzia e primaria, ragion per cui sta valutando l’offerta formativa di alcune università private e/o telematiche.

Incompatibilità frequenza corsi di perfezionamento e PAS-TFA sostegno: ANIEF ha richiamato l’esperienza maturata durante i corsi ex lege 143/2004, che si diversificano dai corsi SSIS per la durata annuale, per i crediti formativi, nonché per la possibilità di continuare a prestare servizio riservata ai candidati.

Riconoscimento del valore abilitante del diploma di maturità magistrale ai fini dell’ammissione ai corsi TFA per il conseguimento della specializzazione su sostegno: l'amministrazione si è detta contraria a tale riconoscimento e ha comunicato che a breve diramerà una nota di chiarimenti in merito, nonostante il sindacato abbia sottolineato come persino il Consiglio di Stato abbia ritenuto valido il titolo conseguito. ANIEF ha già annunciato azioni a tutela del personale danneggiato.

Aggiornamento Gae, fascia aggiuntiva e tabella titoli: ANIEF, in vista del prossimo aggiornamento delle graduatorie, ha preliminarmente ricordato come sia necessario consentire - come prescritto dalla legge - il reinserimento del personale che nei precedenti aggiornamenti non ha confermato la domanda di permanenza; inoltre, ha ricordato come l’unica giustificazione dell’esistenza di una fascia aggiuntiva alla terza della Gae sia data dalla sua creazione in un momento in cui l’aggiornamento era precluso e che, pertanto, preso atto della parità dei percorsi abilitanti intrapresi dai docenti iscritti ai corsi in Scienze della Formazione primaria o quelli AFAM, tale fascia aggiuntiva non abbia regione adesso di esistere e debba essere unificata alla terza all’atto del prossimo aggiornamento. Il sindacato ha ripercorso tutto l’iter legislativo che lo ha visto protagonista nelle deroghe legislative di riapertura delle graduatorie previste nel 2008 e nel 2012. L’amministrazione si è riservata di approfondire la questione e di valutare un eventuale intervento normativo sulla materia. Sulla tabella titoli, infine, nel ribadire l’opportunità di un intervento normativa che riporti la giurisdizione al giudice amministrativo, come affermata fino al 2008 e al fine di garantire omogeneità nella valutazione dei titoli e semplificare il contenzioso in tutto il territorio nazionale, il sindacato ha ricordato all’amministrazione come sulla questione del punteggio aggiuntivo SSIS o del suo spostamento, ormai, si sta consolidando un orientamento costante favorevole anche presso tutti i tribunali del lavoro.

Ferie del personale precario (pagamento integrale delle spettanze a.s. 2012/2013, scenari attuali e futuri): di fronte alle proteste dell’ANIEF contro l’illegittimità delle disposizioni che negano il diritto al pagamento delle ferie non fruite al personale precario, l’amministrazione ricorda che sul punto è stato il MEF a emanare una nota. ANIEF, pertanto, continuerà l’iter giudiziario avviato per garantire ai precari il diritto al pagamento sostitutivo per le ferie non godute nel recente passato e nel prossimo futuro. Il sindacato, infine, ha ribadito come gli interventi normativi introdotti dalla spending review siano in aperto contrasto con la normativa comunitaria e pertanto potranno essere disapplicati dai giudici.

Formazione lingua inglese per docenti scuola primaria: l'amministrazione ha ribadito che il corso è obbligatorio solo per i docenti neo immessi in ruolo che, all'atto della nomina, hanno espressamente accettato la condizione di dover frequentare il corso di formazione di lingua inglese. La frequenza, quindi, è facoltativa solo per coloro che non si trovano in tale situazione. L’amministrazione ha però ribadito l'invito a concludere il percorso di formazione per coloro che, pur non obbligati, hanno già frequentato più della metà del corso. La motivazione è data dalla scelta di non aver selezionato, in maniera preferenziale all’atto della nomina, i docenti in possesso della specializzazione in lingua inglese.

Sblocco delle immissioni in ruolo del personale ATA con copertura di tutti i posti vacanti e disponibili per i profili di Assistente Amministrativo e Assistente Tecnico per gli aa.ss. 2012/13 e 2013/14, nonché dei collaboratori scolastici sull’organico disponibile per l’a.s. 2013/14: in risposta alle proteste dell’ANIEF, l'amministrazione ha comunicato di essere pronta a sbloccare le immissioni in ruolo, presumibilmente a gennaio 2014, per 3.730 unità da dividere nei diversi profili, in base ai pensionamenti avvenuti, nonostante una disponibilità, richiamata dal sindacato, di oltre 12.000 posti vacanti e disponibili. Al momento si attendono le richieste dei docenti inidonei che scelgono di transitare nei profili ATA. Raccolti questi dati, il Miur provvederà a decurtare l'organico in base alle richieste nelle sole province interessate. Si prevedono comunque poche richieste di transito nei profili ATA.

Inidonei e docenti ITP C555 - C999: l’ANIEF ha chiesto di utilizzare tale personale come organico funzionale e lo sblocco immediato di tutti i posti ATA al fine di modificare i contratti da avente titolo a contratti a tempo indeterminato per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili e a tempo determinato per i posti vacanti e non disponibili. L'amministrazione ha annunciato di aver già predisposto i decreti interministeriali per la gestione del personale inidoneo e dei docenti ITP C555 e C999, che invierà a breve ai Ministeri competenti. È stato comunque assicurato che fino all'a.s. 2015/16 il personale che non avrà completato la procedura di transito o di mobilità intercompartimentale e inidoneo solo parzialmente verrà utilizzato come organico funzionale.

Scatti di anzianità e stabilizzazione del personale precario: ANIEF ha ricordato come le recenti pronunce in tema di scatti di anzianità, confermate dalle Corti di appello, abbiano chiarito il diritto dei precari alla parità di trattamento con il personale di ruolo, mentre anche dalle osservazioni scritte della Commissione europea sulle cause contro lo Stato italiano per la violazione della direttiva 1999/70/CE si evince come l’azione sindacale intrapresa nel 2010 porterà alla condanna di tali abusi e a risarcimenti milionari. L’amministrazione ha ribadito come il concorso per la nostra costituzione sia l’unico canale di reclutamento, ma il sindacato ha replicato come la stessa Consulta recentemente ha rinviato alla Corte di Lussemburgo un ricorso relativo alla deroga introdotta dal legislatore sull’applicazione della direttiva nella scuola. Il sindacato, pertanto, di fronte anche alle nuove immissioni in ruolo che copriranno al massimo il turn-over, rispetto a 140.000 contratti a tempo determinato siglati quest’anno, continuerà a ricorrere nei tribunali per ottenere scatti e risarcimento per i precari.

Contratti per i neo-assunti e ricostruzione di carriera: ANIEF ha ricordato come per gli ultimi 100.000 docenti e ATA assunti nell’ultimo biennio e per i 70.000 da assumere nel prossimo triennio a invarianza finanziaria è stata annullata la progressione di carriera per i primi 8 anni di servizio e vengono riconosciuti per intero solo i primi quattro anni di pre-ruolo, in violazione di una precisa direttiva comunitaria. L’amministrazione ha ricordato come tale situazione sia da intendersi come sacrificio richiesto dall’attuale situazione finanziaria, ma il sindacato ha ribadito come il diritto al lavoro e alla parità di trattamento siano principi inderogabili che ora anche l’Europa tutela e che non sono barattabili.

Piano triennale di assunzioni sul sostegno: l’amministrazione ha ricordato come il numero di 4.400 assunzioni richieste per quest’anno sia al netto delle altre 1.600 disposte dalla legge 128/13, che completano l’organico al 75% previsto dalla norma. Il sindacato ha ricordato come debba essere garantita una perequazione regionale nelle assunzioni in base agli organici registrati a livello regionale nell’a.s. 2006-2007, nel percorso che porterà a 90.000 docenti in organico di diritto entro l’a.s. 2015-2016.

Aggiornamento 2014 Graduatorie Permanenti 24 mesi e Graduatorie d’Istituto personale ATA: ANIEF ha esposto l’opportunità di garantire a detto personale la possibilità di trasferirsi da una provincia all'altra senza chiedere il depennamento, chiedendo un intervento in tal senso già a partire dall'emanazione del prossimo bando di aggiornamento delle graduatorie permanenti ATA, previsto per la prossima primavera. Il Miur si è dichiarato disponibile a verificare la possibilità di inserire tale modifica nel prossimo bando.

Possibilità di spezzare un posto intero al fine di garantire il diritto al completamento orario del personale ATA: anche in questo caso la proposta ANIEF è stata accolta dall’amministrazione, alla quale il sindacato ha chiesto di chiarire in modo definitivo, anche all'interno del regolamento supplenze del personale ATA, l’effettiva sussistenza della possibilità di spezzare un posto al fine del completamento orario. Inoltre, sarebbe opportuno adeguare il regolamento supplenze ATA a quello, più recente, dei docenti.

Sblocco dei pagamenti per la 2a posizione economica personale ATA: su questo punto l'amministrazione non ha fornito notizie confortanti, in virtù delle resistenze provenienti dal MEF. ANIEF ha annunciato, quindi, di riservarsi l’avvio di iniziative legali ove non venga trovata una rapida e soddisfacente soluzione del problema per il personale interessato.

Dimensionamento scolastico: il MIUR ha confermato il rischio di un ulteriore taglio di 800 sedi di presidenza, annunciando che è in corso una trattativa con il MEF per ridurre i tagli richiesti. ANIEF ha affermato la totale inaccettabilità di questo scenario, considerato che sarebbe addirittura necessario ripristinare le 2.000 scuole già illegittimamente dimensionate. Pertanto, anche in questo caso, il sindacato ha confermato il proseguimento delle iniziative giudiziarie già avviate, manifestando la necessità di tutelare in particolare le scuole delle piccole isole e delle comunità montane.

Quello prospettato dal Ministro somiglia più ad un reality show, dove ognuno può dire la sua, che ad un serio progetto di rilancio del sistema di istruzione: Carrozza ci ripensi e ascolti il pensiero di addetti ai lavori e pedagogisti. In caso contrario il flop è assicurato.

"Avviare una Costituente della scuola attraverso la raccolta di pareri, inviati via internet, su quali sono le priorità da individuare per rilanciare l'istruzione è un'operazione inutile e che rischia di sfociare nel qualunquismo". Così Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief e segretario organizzativo Confedir, giudica l'annuncio del Ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, di avviare una fase di consultazione on line, aperta a tutti i cittadini, per poter "fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana".

"Quanto prospettato dal Ministro - sostiene Pacifico - somiglia più ad un reality show che ad un serio progetto di rilancio del sistema scolastico italiano. Pur rispettando il giudizio e il contributo che tutti possono dare, perché Carrozza non decide di allestire un filo diretto con il milione di docenti che la scuola la vivono tutti i giorni? Perché non convoca le decine di associazioni professionali e sindacali accreditate, attraverso personale anche distaccato, a tutelare i diritti degli utenti e dei lavoratori?".

Elevare l'istruzione del Paese non può essere un'operazione di così bassa portata, ridotta a formulare la 'mediana' di lapidari giudizi espressi da più o meno anonimi cittadini. "Sembra assurdo - continua Pacifico - che un Ministro che ha ricoperto ruoli importanti ed è stato ai vertici di prestigiosi atenei possa aver 'partorito' un progetto di questo genere. Anche la stampa specializzata la pensa allo stesso modo: se Carrozza non è in grado di individuare, con metodi più coerenti, dove occorra mettere le mani per qualificare il nostro sistema scolastico - ad iniziare dalla riduzione degli abbandoni, passando per il problema del reclutamento, per l'azzeramento del precariato, per il rilancio dell'apprendistato e per l'organico funzionale maggiorato per le aree a rischio - allora lo dica. E lasci l'incarico a capo del Ministero".

"L'unico modo per evitare di incappare in risultati banali o figli dei luoghi comuni - sostiene il sindacalista Anief-Confedir - è infatti quello di coinvolgere gli addetti ai lavori e gli esperti di formazione, ascoltando il pensiero di pedagogisti e disciplinaristi. Un sondaggio può essere utile a misurare il grado di soddisfazione dell'utenza, ma andare oltre ci sembra francamente inopportuno".

Realizzare una riforma sulla base di un metodo così poco scientifico, semplicemente legato al fatto che ognuno può dire la sua, è davvero troppo. "Dopo il cambio della politica scolastica a seconda dei voleri del Mef, ci mancavano le scelte cervellotiche del Ministro di turno: se veramente Carrozza vuole dare credito ai freddi numeri di un sondaggio - conclude Pacifico - allora prepariamoci all'ennesima riforma flop".

Per approfondimenti:

Scuola a pezzi, faremo un questionario on line

 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non servono colpi di mano sul reclutamento, basterebbe solo rispettare l’imparzialità derivante dall’esito dei pubblici concorsi, che devono rimanere l’unico ‘filtro’ meritocratico per l’accesso nell’istruzione come già avviene per legge in tutti i comparti dell’amministrazione statale. La scelta dei prof a livello di singole scuole farebbe inoltre incrementare il già alto numero di contenziosi.

“Il reclutamento degli insegnanti della scuola pubblica non può essere quello della chiamata diretta adottata negli istituti privati: per rimodulare il sistema d’istruzione italiano non servono colpi di mano, ma basterebbe solo rispettare l’imparzialità derivante dall’esito dei pubblici concorsi, che devono rimanere l’unico ‘filtro’ meritocratico per l’accesso nell’istruzione come già avviene per legge in tutti i comparti dell’amministrazione statale”. È quanto sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, dopo che il neo-Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha oggi dichiarato alla carta stampata che “le scuole, come strutture pubbliche devono dare conto delle scelte che fanno, possono operare delle scelte e sulla base di esse valutate e premiate”.

“Forse il Ministro – continua Pacifico – non ha ben chiaro che creare un modello di scelta del personale docente gestito a livello di singola scuola andrebbe a determinare una parcellizzazione dei criteri e delle modalità selettive. Con la risultante sicura di incrementare il già alto numero di contenziosi. Viene poi da chiedersi chi avrebbe l’onere di gestire la selezione dei docenti e la valutazione dei loro curricula di studio e professionali: non è bastata – conclude il sindacalista Anief-Confedir - l’esperienza dei commissari dell’ultimo concorsone, malpagati e costretti a rinunciare alle ferie per portare a termine le graduatorie dei vincitori?”.

Il sindacato ritiene che sarebbe decisamente più opportuno adottare un modello selettivo e meritocratico nazionale. Anche se da rivedere in alcune parti, concettualmente si potrebbe utilizzare come rifermento quanto stabilito di recente dal Miur per l’accesso alle Facoltà universitarie di Medicina: in questo caso, l’individuazione dei vincitori avviene, infatti, per scorrimento dei vincitori, al termine di una prova unica gestita attraverso un bando nazionale.

Anief non comprende, infine, come si possa pensare di introdurre un modello organizzativo di reclutamento che superi le già avvenute selezioni pubbliche di tante decine di migliaia di docenti, tra concorsi, Tfa ordinario e Pas. Invece di trovare una collocazione a questi insegnanti, come meritano, all’interno delle GaE, si continua a mettere in discussione le loro capacità di futuri docenti. Come se non fossero già in possesso di adeguati titoli di studio, abilitazioni, specializzazioni e idoneità all’insegnamento.

Per approfondimenti:

Dalla Fondazione Agnelli una proposta irricevibile: gli insegnanti non si scelgono per chiamata diretta

 

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