Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i requisiti chiesti per lasciare il lavoro rimangono troppo alti e penalizzano chi aderisce all’anticipo. I contributi versati e riconosciuti non possono essere tagliati come il grano. Per noi rimane fondamentale approvare una finestra d’accesso specifica per chi lavora Scuola, perché docenti e personale possano lasciare il lavoro a 61 anni senza decurtazioni. Continuiamo a pensare che il rischio biologico di chi opera nella scuola va preso in considerazione, anche ai fini di un assegno ad hoc in busta paga. Non è più possibile continuare ad ignorare che i nostri insegnanti, che sono anche tra i più vecchi dell’area Ocse, debbano lasciare il lavoro a 67 anni compiuti, ignorando disturbi e patologie da stress che si registrano in nessun altro comparto professionale. Abbiamo oltre 200 mila insegnanti e diverse decine di migliaia di Ata over 55, che l’Inps sino alla scorsa primavera collocava tra i ‘fragili’, per i quali non esistono norme di protezione, né via d’uscita anticipate per lasciare il lavoro: è ora di voltare pagina, collocandoli nelle professionalità a rischio e che quindi vanno tutelate anche con un’uscita dal lavoro anticipata senza tagli all’assegno di quiescenza”.
ANIEF - STABILITE LE DATE PER ANDARE IN PENSIONE NEL 2021, DOMANDA ENTRO IL 7 DICEMBRE: UN ALTO NUMERO DI RICHIESTE D’USCITA ANTICIPATA
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i requisiti chiesti per lasciare il lavoro rimangono troppo alti e penalizzano chi aderisce all’anticipo. I contributi versati e riconosciuti non possono essere tagliati come il grano. Per noi rimane fondamentale approvare una finestra d’accesso specifica per chi lavora Scuola, perché docenti e personale possano lasciare il lavoro a 61 anni senza decurtazioni. Continuiamo a pensare che il rischio biologico di chi opera nella scuola va preso in considerazione, anche ai fini di un assegno ad hoc in busta paga. Non è più possibile continuare ad ignorare che i nostri insegnanti, che sono anche tra i più vecchi dell’area Ocse, debbano lasciare il lavoro a 67 anni compiuti, ignorando disturbi e patologie da stress che si registrano in nessun altro comparto professionale. Abbiamo oltre 200 mila insegnanti e diverse decine di migliaia di Ata over 55, che l’Inps sino alla scorsa primavera collocava tra i ‘fragili’, per i quali non esistono norme di protezione, né via d’uscita anticipate per lasciare il lavoro: è ora di voltare pagina, collocandoli nelle professionalità a rischio e che quindi vanno tutelate anche con un’uscita dal lavoro anticipata senza tagli all’assegno di quiescenza”.