L’allarme di oggi della rivista specializzata è lo stesso che l’Anief ha lanciato da tempo: il sistema di reclutamento italiano, almeno nella scuola, fa acqua da tutte le parti. I concorsi ordinari e straordinari non bastano a sopperire all’altissimo numero di cattedre vacanti: occorre tornare al doppio canale, un sistema che nella fase emergenziale che stiamo vivendo sarebbe ampiamente giustificato. Perché chi ha acquisito titoli, specializzazioni e almeno 36 mesi di servizio ha pieno diritto a essere immesso in ruolo. Ancora di più perché il nostro Paese ha neanche due mesi di tempo per rispondere all’UE e dimostrare che non produce dei danni professionali e una discriminazione reiterata verso i precari nella pubblica amministrazione. La scadenza è scritta in una recente lettera fatta pervenire da Bruxelles al nostro Governo, dopo che le risposte fornite a seguito della procedura d’infrazione avviata nel luglio 2019 sono state inadeguate.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i concorsi lumaca (straordinari e ordinari, ora pure bloccati per via del Covid-19) hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza. Per fare assunzioni ed evitare che a settembre un terzo delle cattedre siano vuote, è giunto il tempo di tornare al doppio canale di reclutamento, ma anche all’utilizzo delle graduatorie d’istituto per assumere in ruolo. Cosa aspettiamo, visto che già quest’anno abbiamo avuto 250 mila supplenze annuali, di cui oltre 70 mila su sostegno. Se l’Italia continua a temporeggiare significa che si esporrà alla procedura d’infrazione 4231/2014 ancora pendente. La nostra strada l’abbiamo indicata anche con una serie di emendamenti sul precariato al Disegno di Legge di Bilancio 2021. E ribadita in occasione del Congresso nazionale svolto alcuni giorni fa, dove abbiamo approvato una mozione specifica sul precariato per l’approvazione a livello nazionale di ‘procedure snelle di reclutamento a tempo indeterminato con graduatorie per titoli e servizio’. Adesso, però, passiamo ai fatti: settembre non è lontano”.