Il piano nazionale delle vaccinazioni anti-Covid19 prevede che gli insegnanti e tutto il personale della scuola debbano essere considerati tra le categorie da proteggere il prima possibile: subito dopo l’immunizzazione dei lavoratori nell’ambito sanitario e degli anziani, è infatti prevista la somministrazione del vaccino agli operatori della scuola. Lo prevede la rimodulazione del piano vaccinale: “Gli insegnanti – si legge sull’Ansa - saranno dunque tra le categorie prioritarie per la vaccinazione. Si tratta di una bozza che potrebbe tuttavia subire ancora delle modifiche e che dovrebbe essere discussa con le regioni”. Si tratta di una bozza che potrebbe tuttavia subire ancora delle modifiche e che dovrebbe essere discussa, scrive la stampa specializzata. Anief si rivolge agli esperti, ai politici, alle Regioni, ai virologi e ai decisori istituzionali: è bene che il personale scolastico rimanga tra le categorie principali da vaccinare contro il coronavirus. Secondo gli epidemiologi, a causa della zona gialla ormai quasi in tutte le Regioni e della contestuale riapertura delle scuole, “fra poche settimane i nuovi casi torneranno a salire”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, non ha dubbi: “va ricordato che tra insegnanti e Ata vi sono oltre 300 mila dipendenti che hanno oltre 55 anni di età. Durante il lockdown del 2020 erano considerati ‘fragili’, invece da settembre solo chi è portatore di gravi patologie è rimasto tale, così il 99 per cento è tornato in classe. Alla pari di chi opera in campo sanitario, si tratta di operatori particolarmente esposti: stare in un luogo chiuso per ore, in presenza con oltre dieci persone, rappresenta una condizione particolarmente rischiosa, laddove vi sia un individuo contagiato. Nel frattempo, è bene che in ogni scuola si realizzi una mappatura dettagliata della situazione sui contagi e che tutta la popolazione studentesca sia sottoposta a tamponi periodici. Anche per il personale Ata, riducendo nel contempo la quantità di studenti per classi. A livello previdenziale, infine, sarebbe bene svecchiare il personale docente e anche per tutelare il personale più vecchio dal rischio contagio, con pensionamenti dai 62 anni senza decurtazioni sull’assegno di quiescenza”.
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