Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “se confermata la notizia dell’anticipo pensionistico ci trova d’accordo. Ci sono professionalità nell’amministrazione pubblica, a partire dal personale scolastico, particolarmente esposte a problemi di salute e sicurezza troppo alti, il cui operato deve essere collocato tra i lavori gravosi. Si tratta di dipendenti statali che già devono fare i conti con le conseguenze del burnout, tra l’altro per avere convissuto con un rischio biologicomolto superiore ad altre categorie ma non riconosciuto dallo Stato: non possono pure essere lasciati in servizio fino a 70 anni di età, magari dopo 40 e più anni di contributi versati. È chiaro che per noi, però, qualsiasi forma di anticipo non deve comportare decurtazioni all’assegno pensionistico, anche perché già il sistema contributivo è purtroppo determinante in negativo nel tagliare le mensilità della pensione: ci aspettiamo un allargamento, per capirci, della Ape social, che permette di lasciare il lavoro dai 62 anni e non prevede di fatto alcun ridimensionamento dei compensi per che lascia il servizio. La decisione, tra l’altro, farebbe ringiovanire un comparto la cui età media è a dir poco sbilanciata verso l’alto”.
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