Il problema, ribatte l’Anief, è che l’ipotesi non è sostenibile per i lavoratori. Ad iniziare da quelli della scuola. “Decurtare l’assegno pensionistico in modo pesante – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non è una proposta fattibile, ancora meno per i docenti e Ata della scuola che già partono da stipendi modesti, ben al di sotto della media europea e Ocse e pure rispetto a buona parte del mondo impiegatizio. Noi continuiamo a pensare che l’anticipo pensionistico non possa trasformarsi in un ricatto. Per la scuola, poi, continuiamo a sostenere che vanno introdotto gli stessi parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, così da far lasciare il servizio a tutti a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. In alternativa, si potrebbe allargare l’Ape Sociale a tutto il comparto e non solo ai colleghi della primaria. Non si può continuare ad ignorare i tanti casi di burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato, peraltro già negato per il mancato riconoscimento del rischio biologico. Il Governo ne prenda atto e – conclude Pacifico - si decida ad affrontare subito il problema modificando la Legge di Bilancio 2022”.
Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza ed il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento, quest’anno regolate dal Decreto pubblicato nei giorni scorsi, con annessa Circolare: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
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