Dopo quello della Sicilia, anche gli Usr di Piemonte e Toscana alzano le braccia: compensi ridicoli, mancati esoneri, la prospettiva di rinunciare alle ferie tengono lontani gli esaminatori delle prove scritte e orali. E molti di quelli già incaricati rinunciano. Anief: la selezione di uno dei più grandi concorsi pubblici per nuovi docenti è avvolta da disorganizzazione e incertezze crescenti.
Dopo la grande fuga dei commissari esaminatori del concorso a cattedra, gli uffici scolastici regionali cominciano ad arrendersi all’evidenza: sarà impossibile correggere i compiti scritti, svolgere gli orali e pubblicare le graduatorie definitive degli 11.542 vincitori entro il prossimo 31 agosto.
Qualche settimana fa lo aveva fatto intendere l’Usr della Sicilia: la conclusione delle operazioni del concorso va posticipata a settembre, forse anche a ottobre. Nelle ultime ore è stata emanata una comunicazione ufficiale dall’ufficio scolastico del Piemonte, il quale ha reso noto che “a seguito della difficoltà riscontrata da questo ufficio scolastico regionale nel reperire i componenti da aggregare alle commissioni giudicatrici che, nelle prove orali, devono procedere all’accertamento delle conoscenze informatiche e delle lingue straniere, le prove orali per le procedure concorsuali per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia sono rinviate successivamente al periodo estivo”.
Sulla stessa linea si dice posiziona l’Usr della Toscana: “causa il protrarsi dei lavori di correzione degli elaborati scritti, dovuto a numerose dimissioni dall’incarico di commissario, alla quantità ed alla eterogeneità dei membri delle commissioni stesse, nonché alla ingente quantità procedurale complessiva”, l’ufficio periferico ha fatto sapere che “nei prossimi mesi di luglio ed agosto non è possibile effettuare prove orali (né prove pratiche), fatta eccezione per il concorso relativo alla classe C430 e per quello relativo alle classi A245/A246 (francese)”.
Come preventivato dall’Anief, quindi, risultano smentite dai fatti le previsioni del Miur che indicavano per certa l’assunzione della metà del contingente di vincitori del concorso a cattedra già a partire dal prossimo 1° settembre. Il nostro sindacato ha messo in luce da tempo i tanti fattori (ad iniziare dai compensi irrisori, un forfait di poco più di 200 euro lordi a cui aggiungere 50 centesimi a compito corretto o interrogazione svolta, per non parlare del mancato esonero dalle lezioni e dalla maturità) sottovalutati dal Ministero dell’Istruzione, alla base del clamoroso slittamento dei tempi.
A far precipitare la situazione ha collaborato non poco la pubblicazione dei programmi a tappe forzate, consegnati in questi giorni ai tanti esaminatori del concorso cui nell’estate scorsa parteciparono ben 321mila candidati. Ora, che ne sono rimasti in “ballo” circa un terzo, i commissari saranno costretti a recarsi a scuola anche nei mesi di luglio e agosto, spesso di pomeriggio e in alcuni casi anche di domenica.
Se da una parte si tratta di un tentativo comprensibile, perché è l’unico modo, visti i tempi stretti, per permettere la realizzazione delle graduatorie dei vincitori del concorso entro la fine di agosto, e quindi la loro immediata assunzione in ruolo, dall’altra non si tiene conto delle davvero cattive condizioni di lavoro in cui si costringono ad operare migliaia di docenti esaminatori.
“A rendere paradossale la situazione - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri – è il fatto che oltre ai compensi ridicoli e i mancati esoneri si chiede a questi esaminatori di perdere il loro diritto alle ferie estive costituzionalmente protetto. Non servivano dei maghi per capire che tanti commissari avrebbero rinunciato all’incarico. E che tanti altri lo faranno nei prossimi giorni”.
“Non bisogna poi dimenticare – continua il sindacalista Anief-Confedir - che nel frattempo in alcune regioni i posti disponibili per le assunzioni potrebbero non esservi, visto il mancato turn over dovuto all’inasprimento dei requisiti richiesti per andare in pensione. Purtroppo siamo di fronte ad un dato incontrovertibile: un concorso a cattedre mastodontico, con uno altissimo numero di partecipanti, è ormai sempre più contraddistinto dal caos organizzativo e dalle incertezze crescenti”.