Marcello Pacifico, presidente Anief, commenta l’annuncio da parte delle istituzioni dell’imminente pubblicazione dei bandi della selezione pubblica nazionale: non promettono nulla di buono, perché lasciano irrisolta la mancanza di prospettive per 100mila supplenti delle graduatorie d’istituto; come rimangono inalterati i problemi cronici di sostegno e scuola dell’infanzia, i cui docenti abilitati inseriti nelle GaE sono stati ‘congelati’ in attesa delle riforma del settore ancora in alto mare; continuando a mancare l’anagrafe dei posti effettivamente vacanti, rimangono in vita 50mila cattedre mascherate al 30 giugno ed invece pienamente libere. La prossima estate la situazione diverrà ancora più caotica, con la chiamata diretta dei presidi che produrrà nuovi rimescolamenti nell’assegnazione delle cattedre. Rimangono poi immotivate le esclusioni dal concorso dei giovani laureati, dei precari con 36 mesi di servizio e del personale già di ruolo. Come è da dimostrare che l’aggregazione delle classi di concorso porterà benefici: siamo convinti del contrario.
Applicato, come richiesto dai legali ANIEF, l'articolo 1, comma 1 -bis della Legge N°143 del 2004 che prevede la possibilità di reinserimento dei docenti cancellati dalle Graduatorie a Esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Tiziana Sponga vincono di nuovo contro il MIUR presso il Tribunale del Lavoro di Bologna e ottengono una sentenza che impone al Ministero dell'Istruzione l'immediato reinserimento di una nostra iscritta nelle graduatorie d'interesse.
La nota n. 2805 dell’11 dicembre emessa dal Ministero dell’Istruzione, oltre che giunta fuori tempo massimo, non chiarisce, né tanto meno risolve, diversi punti oscuri del farraginoso impianto venutosi a creare con la Legge 107/15. Come è possibile dare la “priorità all'attività progettuale”, dal momento in cui nelle scuole quest’anno sono stati spalmati 48mila docenti neo-assunti che in gran parte non avevano richiesto?
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): si tratta di immessi in ruolo al buio, catapultati nelle scuole senza ancora aver realizzato il Piano triennale dell’offerta formativa, la cui stesura si realizzerà solo tra un mese. È come se si realizza una casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta. Tra le contraddizioni che stiamo vivendo permane poi l’assenza del personale Ata nel piano di reclutamento. E che dire della possibilità data ai collegi dei docenti di scegliere i docenti, in modo gerarchico, tra sette aree disciplinari, per poi inviare quelli c’erano a disposizione? La frittata dell’amministrazione sarà poi completata a giugno, quando verranno istituti gli ambiti territoriali. Nel frattempo, quasi tutti i docenti immessi in ruolo con il potenziamento della fase c) faranno i tappabuchi.
Dal Focus ministeriale, pubblicato in queste ore, si evince che “l’incidenza degli alunni con disabilità sul totale degli alunni frequentanti le scuole italiane, considerate nel loro complesso, è progressivamente aumentata nel corso dell’ultimo decennio; infatti, nell’a.s. 2014/2015 tale percentuale si è attestata intorno al 2,7%, mentre nell’a.s. 2004/2005 era pari all’1,9%”. Per coprire questo incremento notevole, pari al 40% di iscritti, la quota dei docenti di sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti è passata dal 48,1% al 62,8%. Ma espresso in numeri, ciò corrisponde ad appena 96mila posti coperti con personale di ruolo, a fronte di quasi 130mila necessari. E la riforma non ha cambiato di molto le cose.
Marcello Pacifico (presidente Anief): senza un piano di copertura dei posti vacanti, anche nei prossimi anni, con il numero di alunni in costante aumento, staremo qui ancora a parlare di mancato rispetto del rapporto 1 docente ogni 2 studenti, ribadito dalla sentenza della Consulta 80/2010. E di una riforma del sostegno ‘zoppa’, perché incentrata su aspetti marginali, anziché sul più importante: la soppressione dei posti in deroga.