Dall’ultimo sondaggio Ipsos risulta che nella scala di gradimento dei cittadini del Belpaese è Padre Bergoglio a svettare raggiungendo quota 63. Segue, da vicino, a 59, il settore dell’Istruzione nazionale, dalla scuola dell’Infanzia fino all’Università. Molto staccate risultano le associazioni no profit (49); ancora più dietro la Chiesa cattolica, che si ferma a 37. Tra i nostri cittadini prevalgono però anche molt preoccupazioni per le prospettive economiche del paese e personali: delle comprensibilissime tensioni interiori che nella fase post Coronavirus potrebbero generare“particolarismi e divisioni”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ci troviamo davanti ad un fenomeno di attaccamento per la scuola che va messo in evidenza. Emantenuto in vita, perché la scuola rappresenta un riferimento senza uguali, assieme alla famiglia, per la vita e la crescita di tutti. Ha resistito anche alla didattica a distanza: gli italiani sanno i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare gli insegnanti, il personale Ata e i dirigenti per portarla avanti. Ora però non vanifichiamo tutto: è reale il pericolo che tutto venga messo in discussione con il ritorno alle attività, perché ci attendono mesi difficili, durante i quali lo Stato è chiamato a fornire certezze rafforzando le sue istituzioni basilari. Tra cui, appunto, la scuola. Dotiamola, quindi, del personale che merita cancellando le supplenze croniche e le classi pollaio: servono organici adeguati,si spazzino via quelli di fatto, potenziamo la didattica con 200 mila nuovi docenti e Ata, in modo da garantire classi massimo da 15 alunni e il distanziamento sociale a settembre. Un risultato non raggiungibile con soli 16 mila assunzioni aggiuntive, peraltro attuabili fuori tempo massimo. Serve anche tanto personale di ruolo, da assumere con concorsi per titoli anche da graduatorie d’istituto trasformate in provinciali. Per non parlare delle risorse economiche indispensabili per mettere a norma gli edifici scolastici”.