Il decreto legislativo della L. 107/2015 non salvaguarda i diritti degli alunni e dei docenti. Non convincono nemmeno le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che, parlando alle commissioni parlamentari congiunte, ha ricordato che la 'legge di bilancio per il 2017 ha stanziato 400 milioni di euro, per consolidare nell’organico di diritto posti storicamente attivati in quello di fatto'. Intanto, i sempre più massicci e progressivi tagli agli Enti Locali stanno fiaccando i servizi a supporto degli alunni che necessitano di servizi e formazione 'speciale'. Soprattutto al Sud, dove gli alunni con disabilità palermitani sono arrivati a incatenarsi ai cancelli della loro scuola, proprio per protestare in difesa del diritto allo studio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): invece di soffermarsi su leggi improbabili e progettare organici su posti comunque vincolati, destinati in larga parta ad andare a supplenza, Governo e Miur farebbero bene a preoccuparsi di come evitare che si ripetano certe situazioni incresciose. Perché il diritto allo studio degli alunni, a iniziare da quelli con disabilità, si garantisce con docenti di ruolo e finanziamenti adeguati per salvaguardare trasporti e assistenza.
L’attesa riforma del sostegno nella scuola continua a far discutere: il decreto legislativo collegato alla Legge 107/15 l’Atto n. 378 con norme sulla promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, su cui si è aperto un confronto in Parlamento in attesa della decisione definitiva del Governo, non salvaguarda infatti i diritti degli alunni e dei docenti. Non convincono nemmeno le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che, parlando alle commissioni parlamentari congiunte, ha ricordato che la “legge di bilancio per il 2017 ha stanziato 400 milioni di euro, per consolidare nell’organico di diritto posti storicamente attivati in quello di fatto. Ciò consentirà finalmente di assumere a tempo indeterminato persone iscritte in graduatoria e precarie”. Fedeli ha anche detto che il Miur ha intenzione “di consolidare tutti i posti comuni che sono aggregabili sino a formare una cattedra intera di 18 ore. Rimarrebbero esclusi solo i posti frazionari, costituiti da poche ore non aggregabili a formare una cattedra”.
La strada che intende percorrere il Ministero, quella di incrementare il numero di posti in organico di diritto, avrebbe una sua logica: quella di ridurre il precariato. Solo che oggi ci sono circa 45mila posti in organico di fatto su 140mila che ogni anno vanno in deroga fino al 30 giugno e i fondi previsti dalla Legge di Stabilità ne tramuterebbero solo qualche migliaio. Senza la cancellazione del vincolo percentuale inserito nella Legge 128/2013, introdotta dall’ex Ministro Maria Chiara Carrozza, qualsiasi intenzione di cancellare l’alto numero di supplenze annuali sul sostegno è destinato a decadere sul nascere.
La necessità di superare quella norma è stata rilevata anche da alcuni parlamentari: proprio in queste ore, è stata ripresa dal senatore Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana), primo firmatario di una mozione presentata in Senato che chiede appunto di porre fine "allo straordinario utilizzo da parte dello Stato di contratti a tempo determinato, che riguardano circa 100 mila supplenti annuali, quasi il 13% dei posti, tra i quali ben 41mila impegnati nel sostegno ai disabili". Il senatore ha calcolato che "ci vogliono circa 385 milioni di euro l'anno per la stabilizzazione di 41mila posti di sostegno, circa 1.650 euro ad alunno disabile, solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe enormemente diverso", ha concluso il senatore.
Sempre in tema di fondi per sostegno, il Governo farebbe bene a fare chiarezza su come finanziare il comparto a trecentosessanta gradi. Perché i sempre più massicci e progressivi tagli agli Enti Locali, introdotti con le ultime leggi di stabilità, stanno fiaccando i servizi a supporto degli alunni che necessitano di servizi e formazione “speciale”, soprattutto al Sud. Nei giorni scorsi, nel capoluogo siciliano, gli alunni con disabilità palermitani, su iniziativa di Anffas Onlus Palermo, si sono incatenati ai cancelli dell'Istituto Superiore Majorana, in rappresentanza degli studenti con disabilità di tutta la Sicilia, per protestare in difesa del diritto allo studio: “dal rientro delle vacanze di Natale a oggi – ha scritto il Giornale di Sicilia - i servizi di assistenza igienico-personale, autonomia e comunicazione e servizio trasporto, infatti, non sono ancora partiti nella maggior parte delle scuole superiori di Palermo e della Sicilia”.
Le associazioni preposte ai compiti di assistenza sono sul piede di guerra: il presidente di Aca Sicilia, Giuseppe Cataldo, denuncia un “rimpallo delle responsabilità sulla pelle degli studenti con disabilità”. Con il risultato che la mancata assistenza scolastica, per via del taglio dei fondi regionali, ricade sulle famiglie degli alunni disabili: "lo aiuto io ad andare in bagno e mangiare a ricreazione", ha spiegato di recente la mamma di un alunno palermitana.
“Anziché soffermarsi su leggi improbabili e progettare organici ampliati su posti comunque vincolati, destinati in larga parte ad andare a supplenza, Governo e Miur farebbero bene a preoccuparsi di come evitare che si ripetano certe situazioni incresciose”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “Il diritto allo studio degli alunni, a iniziare da quelli con disabilità, si garantisce con docenti di ruolo e finanziamenti adeguati per salvaguardare trasporti e assistenza”.
“Chi governa la scuola deve avere ben chiaro questo concetto, anziché concentrarsi sul passaggio da 20 a 22 del numero di alunni per classe in presenza di alunni con disabilità gravi, sul privare un alunno disabile di terza media dello stesso titolo di studio dei compagni normodotati oppure legando per almeno 10 anni il docente di sostegno al banco dell’alunno disabile, come si sta tentando di fare in queste settimane con la contestata delega sul sostegno”, conclude Pacifico.
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