In Italia, ma anche in alcuni paesi europei come la Francia, il potere di acquisto degli insegnanti è rimasto più o meno lo stesso negli ultimi cinque anni. E anche se i docenti hanno visto crescere i propri stipendi nella maggior parte dei sistemi educativi dell'Ue, gli aumenti sono stati generalmente modesti o indicizzati all'inflazione e in alcuni casi addirittura inferiori. È quanto emerge dall'ultimo rapporto di Eurydice "Teachers' and School Heads' Salaries and Allowances in Europe 2019/20" che mostra la composizione e le differenze nelle retribuzioni degli insegnanti e dei capi di istituto di 38 sistemi educativi europei.
"Bruxelles conferma quello che Anief sostiene da anni: il rapporto Eurydice su stipendi e indennità di insegnanti e capi di istituto in Europa, attraverso il quale vengono analizzate anche le differenze di stipendio tra i livelli di istruzione, ci dice i nostri docenti prendono stipendi che non sono adeguati nemmeno al costo della vita. La verità è che tra il 2009 e il 2015 gli stipendi sono stati bloccati e che un anno, il 2013, ancora oggi non vale nella ricostruzione di carriera. Tradotto in cifre, si tratta di recuperare circa 7-8 punti percentuali rispetto all'inflazione: ecco perché abbiamo chiesto almeno 300 euro netti di aumento a dipendente in vista del prossimo rinnovo del contratto, come pure una progressione di carriera finalmente degna di questo nome. I 104 euro mensili lordi di aumento medio previsti per il pubblico impiego dalla Legge di Bilancio sono solo un 'antipasto'". Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. (ANSA).
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IL PUNTO
I RICORSI
Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione
Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo
Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti