Anief risponde alle critiche della CGIL-FLC Lombardia sulla politica di alleanze sindacali che il giovane sindacato avrebbe avviato per mandare a casa la casta alle prossime elezioni.
Fa piacere che la Sezione lombarda del più grande sindacato italiano si soffermi a studiare la storia dell’Anief, sotto il nobile dovere dell’informazione ai suoi iscritti, ancora di più se si è accorta che per numero di deleghe, in soli tre anni dalla sua fondazione, è diventato il primo tra i sindacati non rappresentativi nel comparto scuola.
Tuttavia, ci sentiamo in dovere di specificare alcune cose per correttezza d’informazione, visto che si parla di noi, e ovviamente non vogliamo partire col ricordare i rapporti tra l’ente di formazione PROTEOfareSapere e la stessa organizzazione sindacale, fornendo - perché no? - alcune risposte alle domande retoriche poste nell’articolo.
Nel sito dell’Aran compare la sola lista Anief perché, in ragione di una scelta unitaria a causa di un’interpretazione autentica fornita dalla stessa CGIL-FLC nel 2007, non è più possibile alle elezioni RSU presentare un cartello elettorale ma soltanto un soggetto sindacale unico a cui devono essere intestate le deleghe, se si vogliono conteggiare i voti presi dalle sue liste per misurare la soglia del 5% della rappresentatività sindacale. In questo senso, LISA, SCUOLA ATHENA, SISA, USI, CONITP hanno deciso di appoggiare la lista dell’ANIEF, unico soggetto tra queste che presenta le liste.
La comunità d’intenti con l’USB (che presenta proprie liste RSU) è stata registrata sulla comune attenzione per il cambiamento delle regole poco trasparenti vigenti per il calcolo della rappresentatività e per l’estensione dell’elettorato passivo ai precari della scuola. Vero è, infatti, che il segretario della CGIL-FLC si batte da alcuni mesi (e non anni), finalmente, per l’estensione del diritto dell’elettorato passivo ai precari, ma alle sue parole non è seguita alcuna azione nel comparto scuola, visto che il nuovo regolamento per l’indizione delle elezioni RSU, firmato dallo stesso segretario, non concede l’elettorato passivo ai precari (poteva non firmarlo e le elezioni si sarebbero tenute lo stesso o mettere a verbale la sua contrarietà sul punto). Inoltre, rimane immutata l’anomalia soltanto italiana per cui non si votano liste nazionali per misurare la rappresentatività nazionale, ma si vincola la scelta del candidato locale (che può non essere iscritto al sindacato e che una volta eletto rappresenta tutti i lavoratori della scuola) alla scelta della sigla sindacale che beneficerà del calcolo della rappresentatività. Ecco il senso della protesta comune contro questo vecchio regolamento elettorale a cui, comunque, non possiamo sottrarci se vogliamo partecipare alle elezioni RSU. Per non parlare del fatto che, purtroppo, per regolamento firmato anche dal segretario della CGIL-FLC, soltanto le organizzazioni sindacali in scadenza di mandato possono svolgere assemblee sindacali in orario di servizio per sostenere la propria campagna elettorale, le stesse la cui rappresentatività è stata prorogata dal Governo negli ultimi tre anni grazie al decreto Brunetta. Proprio perché questo sistema non permette la par condicio nell’informazione sindacale, abbiamo chiesto ai colleghi di non votare laddove non abbiamo potuto presentare le nostre liste. Infatti, il quorum si calcola sui votanti e se presenti poche liste perché non hai potuto informare i colleghi in orario di servizio sul tuo programma elettorale, allora devi ottenere un più alto numero di voti per le liste presentate, a parità di voti complessivamente espressi.
L’entrata nella CONFEDIR MIT-PA non dovrebbe stupire gli amici lombardi della FLC-CGIL che al loro interno hanno diversi dirigenti (ex presidi) ai vertici federali e confederali, hanno un migliaio di dirigenti scolastici iscritti che ne fanno, di fatto, un sindacato giallo nella presentazione delle liste. Almeno, l’Anief non ha dirigenti iscritti in suo seno. E la stessa Confedir non ha firmato, insieme a CGIL-FLC, l’intesa del 4 febbraio 2011. Perché, invece, non spiegano i nostri amici ai loro iscritti come dovrà mai contrattare un dirigente FLC-CGIL con una RSU FLC-CGIL? Perché i nostri amici non si chiedono perché non sia stata ancora rispettata una sentenza del tribunale di appello di Ancona che vieta di presentare le liste RSU, per conflitto di interesse e violazione della Legge 300, ai sindacati al cui interno vi siano iscritti tra il personale dirigente e docente-ata?
Sulla politica generale di CONFEDIR MIT-PA e CIDA FP, ci limitiamo a confermare che vi sono colloqui frequenti per arrivare a un accordo per la costruzione di un soggetto confederale unitario della dirigenza e delle alte professionalità, ma ancora ad oggi, per le elezioni RSU, né l’ANP (che, anzi, ha ricorso contro l’ANIEF nel concorso a dirigente) né l’ANQUAP (che ha dato indicazioni di non voto ai suoi iscritti) hanno appoggiato l’ANIEF nella campagna elettorale o hanno presentato proprie liste.
Tutto ciò per dovere di contro-informazione.