Non è bastato il parere del Consiglio di Stato a spegnere nove mesi fa i desideri di quei sindacalisti che volevano rimanere inchiodati alla loro poltrona in virtù di una preferenza espressa dai lavoratori ben sei anni addietro. Anief è pronta a portare in tribunale le OO. SS. rappresentative, in caso di rinvio.
Il ministro Brunetta aveva chiesto conforto ai giudici di Palazzo Spada, ma questi, dopo l’ennesimo rinvio delle elezioni precedentemente fissate dal novembre 2009 al novembre 2010, non ne avevano condiviso le istanze pur legate alla condivisibile formulazione delle nuove aree contrattuali.
A seguito di quel parere pesante, perché denunciava l’incostituzionalità di un nuovo rinvio, proprio le OO. SS. avevano deciso di siglare un protocollo per dare certezza ai tempi di definizione dei nuovi comparti, e in assenza, di fissare una clausola di salvaguardia, per non violare ulteriormente le regole alla base della democrazia rappresentativa e definire le date delle nuove elezioni al marzo 2012.
La data ora si avvicina, ed ecco che tra sospiri, desideri, mugugni, paure spuntano velati ipotesi di rinvio, vuoi per gli stessi comparti non creati, il nuovo Governo, le possibili elezioni, le tessere perse o per sfuggire ancora al giudizio degli elettori, coscienti di aver perso dei diritti sindacali in tema di mobilità, licenziamento, blocco degli stipendi. E tutto questo, proprio mentre l’Anief riceve l’appoggio di alcuni sindacati di base per iniziare una trasparente campagna elettorale alla ricerca di volti nuovi come candidati RSU. È evidente che questa volta non ci accontenteremo di impugnare una semplice nota dell’ARAN: citeremo in giudizio proprio CGIL-FLC, CISL, UIL, GILDA-FGU e SNALS se non indiranno le elezioni RSU, per dimostrare come si saranno collocati fuori e contro la nostra Costituzione.
Il comunicato sul parere del CdS