Si è svolto nella capitale europea un convegno organizzato dal Cesi e dal Comitato economico e sociale europeo sul lavoro precario e sul caso particolare dei contratti a termine. Marcello Pacifico, presidente Anief e vicepresidente Accademia Europea della Cesi, ha denunciato la costante violazione in Italia della direttiva UE relativa al precariato (“Lo Stato per ragioni di pareggio di bilancio in questi vent'anni ha violato sistematicamente il diritto di migliaia di lavoratori precari”) e ha richiesto modifiche più coercitive alla Commissione sulla trasformazione a tempo indeterminato dei contratti a termine e più chiare sulle misure risarcitorie e dissuasive
Si è svolto, a Bruxelles, un importante appuntamento istituzionale e un momento di riflessione sulla precarietà nel mondo del lavoro e sulle possibili soluzioni. Nel corso del “Cesi Talk on precarious work and lack of access to social rights; the particular case of fixed-term contracts” (Dibattito Cesi sul lavoro precario e mancanza di accesso ai diritti social, il caso particolare dei contratti a termine), è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, a cui è stato affidato il compito di suggerire pareri su proposte di legge europee, alla presenza del vice-presidente del Parlamento europeo e di diversi deputati.
“Le regole europee esistono, ma non sono rispettate dagli Stati membri”, ha sottolineato Pacifico, dopo una disamina sul legame della direttiva 70/99 sui contratti a termine con la Carta sociale europea, il Trattato di funzionamento dell'Unione e la Convenzione Oil, nonché con una decina di altre direttive relative alla politica sociale.
“La situazione di mancato rispetto delle regole è testimoniata – ha proseguito il presidente – dalle cento sentenze della CGUE passate in rassegna, di cui la metà sull'abuso dei contratti a termine, per lo più relative all'Italia e alla Spagna, spesso discusse dagli avvocati dell'Anief come nel caso della Mascolo, della Santoro o della Motter, dove lo Stato per ragioni di pareggio di bilancio in questi vent'anni ha violato sistematicamente il diritto di migliaia di lavoratori precari”.
Pacifico ha anche fatto un riferimento specifico all’Italia, alle norme del lavoro approvate da un precedente governo, quello guidato da Matteo Renzi: “Il Jobs act, ad esempio, con la modifica del decreto legislativo 368/01 ha aumentato di 250 mila i posti a tempo determinato e diminuito di 90 mila quelli a tempo indeterminato (ISTAT, gennaio 2019) e di 40 mila quelli di atipici”.
L'azione dell'Anief è stata determinante nei ricorsi seriali presso i tribunali del lavoro, in Cassazione, Corte di giustizia e Corte costituzionale e rimane incessante: il dialogo con le istituzioni europee è proseguito con le denunce alla Commissione, al Mediatore Ue e al Consiglio d'Europa nonché alla Cedu e ha portato spesso il giudice nazionale a cambiare parere, come nel 2016, sui risarcimenti da attribuire ai precari che hanno subito gli abusi. Le questioni ancora aperte sull'abuso da condannare anche per chi è entrato di ruolo e sulla ricostruzione di carriera dimostrano l'attivismo di un'organizzazione dei lavoratori, l’Anief, che vuole giustizia spesso anche contro le cattive pagine scritte dalla politica e magistratura. Questo deve fare il sindacato perché 180 mila docenti e Ata precari vengano stabilizzati e abbiano riconosciuti gli stessi diritti del personale di ruolo, siano diplomati magistrali che Itp, abilitati o con 36 mesi.
Marcello Pacifico ha concluso il suo intervento auspicando che il CESE apra un'inchiesta sull'applicazione del diritto dell'Unione negli Stati membri, la Commissione decida sulla procedura d’infrazione 4231/14 contro lo Stato italiano e il Consiglio sull'adozione di una nuova direttiva più vincolante come il Parlamento europeo nella risoluzione 242/18 ha auspicato.
“L’economia gira attorno all’uomo, non è certamente l’uomo che deve girare attorno all’economia. Dobbiamo avere una visione antropologica: cosa sta al centro, il lavoro, il lavoratore o l’economia? Il lavoro è uno strumento che serve a definire l’uomo lavoratore. L’uomo deve essere felice di realizzare se stesso e non deve vendere la sua dignità per creare economia. Il nostro compito è realizzare l’idea che per fare economia servono lavori a tempo indeterminato. Il lavoro funziona quando è arricchito da tutele, bisogno dunque non discriminare il lavoro precario rispetto a quello di ruolo, poiché è la qualità a dare valore al lavoro e non certo la sua durata”, conclude il presidente Pacifico.
Ascolta l’intervento del presidente Anief prof Marcello Pacifico a Bruxelles
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