Giornata nera quella odierna per il Ministero dell’Istruzione: il Tribunale del Lavoro di Torino ci trasmette ben cinque sentenze in cui il MIUR viene condannato per violazione della Direttiva 1999/70/CE e del relativo Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato. I cinque docenti, infatti, si erano rivolti al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti e per richiedere il giusto riconoscimento delle progressioni stipendiali in base all’effettiva anzianità di servizio conseguita in virtù di numerosi contratti di lavoro a tempo determinato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi ottengono piena ragione per i nostri iscritti e la condanna del Ministero per contrasto con le direttive comunitarie e palese discriminazione del lavoro precario.
Sul diritto al riconoscimento degli scatti di anzianità maturati durante il periodo di precariato, infatti, il Giudice del Lavoro ha pienamente accolto le tesi dei legali Anief rilevando come “la condotta denunciata e la normativa che l’autorizza si pongono effettivamente in aperto contrasto con la normativa comunitaria e precisamente con la clausola 4 dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla dir. 99/70 del Consiglio dell’Unione Europea, come interpretata dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee in numerose sentenze” e ha ribadito che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico” anche per quanto riguarda la retribuzione.
MIUR condannato, dunque, a un risarcimento complessivo in favore dei ricorrenti che supera i 50.000 Euro con ulteriore condanna a riconoscere loro “lo scatto stipendiale previsto dal CCNL di riferimento per il personale assunto a tempo indeterminato, da liquidare nella busta paga mensile”. L’ANIEF ricorda che è sempre possibile ricorrere per ottenere il riconoscimento della medesima progressione di carriera corrisposta dal MIUR ai docenti a tempo indeterminato; per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi Anief, clicca qui