L'iniziativa 'Sostegno, non un'ora di meno!' promossa dall'Anief a tutela dei diritti degli alunni con disabilità cui il Miur nega il corretto numero di ore di sostegno, ottiene ancora successi in tribunale e la dichiarazione di illegittimità dell'operato del Miur con condanna per discriminazione e responsabilità aggravata.
Nuovi successi Anief in tribunale a tutela dei diritti degli alunni con disabilità: in provincia di Roma l'Anief ottiene piena ragione con ben quattro provvedimenti emanati dai Tribunali di Tivoli e Civitavecchia che accertano l'illegittimità dell'operato del Miur e lo condannano al pagamento di oltre 25.000 euro tra risarcimento danni e spese di soccombenza. Il Tribunale di Tivoli, constatata 'l'ostinata resistenza dell'avvocatura dello Stato, che deduce l'avvenuta effettuazione delle ore (minori) assicurate dall'istituto', dispone la condanna dell'Amministrazione resistente ex art. 96 cpc per responsabilità aggravata ordinando 'l'inoltro alla Corte dei Conti di Roma per quanto di competenza in ordine alla eventuale responsabilità per danno erariale a carico dell'avvocatura dello Stato'.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la tutela del diritto all’istruzione dei disabili e alla loro integrazione è assicurata da norme imperative internazionali, europee e interne e tali precetti vanno onorati e fatti rispettare costantemente; il nostro operato rende concreto questo impegno. La condanna del Ministero per responsabilità aggravata è un provvedimento che rivela come l'azione legale da noi promossa stia ottenendo i risultati attesi. Auspichiamo che il Miur prenda coscienza delle sue responsabilità e che si adoperi per garantire effettivamente che ogni studente possa fruire del diritto allo studio e all'integrazione senza più dover ricorrere in tribunale e in situazione di piena parità.
I provvedimenti ottenuti dall'Anief constatano la solidità delle ragioni patrocinate dal nostro sindacato e dagli Avvocati Walter Miceli, Ida Mendicino e Andrea Maresca che, con la perizia che da sempre li contraddistingue, hanno dimostrato come la negazione del corretto monte ore di sostegno previsto nel PEI da parte dell'Amministrazione scolastica costituisca una violazione del diritto del minore “allo studio e all’integrazione, costituzionalmente garantito e protetto, con la conseguenza che ricorre il presupposto per il risarcimento del danno non patrimoniale (rappresentato dalla lesione dei valori della persona umana garantiti o protetti dalla carta costituzionale ovvero dei diritti costituzionalmente inviolabili)”. Il Tribunale Civile di Civitavecchia, infatti, parla chiaro e ribadisce come “la scelta dell’Amministrazione di prevedere una assegnazione del tempo di sostegno agli studenti disabili inferiore rispetto alle indicazioni risultanti dai piani educativi comporta una sostanziale contrazione del diritto fondamentale di istruzione e la scelta eventualmente adottata in tal senso dall’Amministrazione è idonea a concretizzare una discriminazione vietata dalla L. n. 67 del 2006”. Accertata la natura discriminatoria della condotta dell’amministrazione scolastica di assegnare ore di sostegno scolastico in quantità inferiore rispetto a quelle individuate nel P.E.I., il Giudice “ordina alle amministrazioni convenute, per la parte di rispettiva competenza, la cessazione immediata della condotta discriminatoria e l’erogazione del numero di ore di sostegno individuato nel P.E.I.”, accogliendo, inoltre, la domanda risarcitoria con “condanna il Ministero resistente a pagare in favore dell’alunna, in persona dei genitori esercenti la potestà, la complessiva somma di euro 1.800 in moneta attuale, oltre interessi legali da oggi al saldo effettivo” e a rimborsare ai ricorrenti le spese di lite, liquidate complessivamente in 2.000 euro, oltre rimborso forfetario, iva e c.p.a.
Il Tribunale di Tivoli non è da meno e, anzi, accogliendo le tesi Anief a tutela dei diritti di altri tre alunni disabili, constata come la normativa risulti estremamente chiara sul punto, rilevando come non vi sia “alcuna ragione perché l'amministrazione non adempia al proprio dovere di assicurare le ore di sostegno già predeterminate”. Come ricordato in udienza dai nostri legali, infatti, già la Suprema Corte di Cassazione ha chiarito che l’omessa assegnazione delle ore di sostegno nella misura indicata nel PEI è suscettibile di concretizzare, ove non accompagnata da una corrispondente contrazione dell’offerta formativa riservata agli altri alunni normodotati, una discriminazione indiretta, vietata dall’art. 2 della legge 67 del 2006, per tale intendendosi anche il comportamento omissivo dell’amministrazione pubblica preposta all’organizzazione del servizio scolastico che abbia l’effetto di mettere la bambina o il bambino con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto agli altri alunni (Cass. SSUU 25011/14). Il Giudice di Tivoli, inoltre, con i tre provvedimenti di identico tenore emanati oggi, condanna il Ministero dell'Istruzione al pagamento delle spese legali commisurate in 2500 Euro oltre accessori e, constatando “l'ostinata resistenza dell'avvocatura dello Stato, che deduce l'avvenuta effettuazione delle ore (minori) assicurate dall'istituto”, dispone la condanna dell'Amministrazione resistente ex art. 96 cpc per responsabilità aggravata “pari al doppio delle spese legali”, disponendo “l'inoltro alla Corte dei Conti di Roma per quanto di competenza in ordine alla eventuale responsabilità per danno erariale a carico dell'avvocatura dello Stato”.
“Siamo orgogliosi dell'iniziativa che da anni stiamo portando avanti gratuitamente e senza oneri per le famiglie degli alunni in difficoltà e siamo orgogliosi anche dei risultati ottenuti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - La tutela del diritto all’istruzione dei disabili e alla loro integrazione è assicurata da norme imperative internazionali, europee e interne e tali precetti vanno onorati e fatti rispettare costantemente; il nostro operato rende concreto questo impegno a beneficio dei più deboli. La condanna del Ministero per responsabilità aggravata è un provvedimento che rivela come l'azione legale da noi promossa stia ottenendo i risultati attesi. Auspichiamo che il Miur prenda coscienza delle sue responsabilità e che si adoperi per garantire effettivamente che ogni studente possa fruire del diritto allo studio e all'integrazione senza più dover ricorrere in tribunale e in situazione di piena parità”.