Alla donna, madre di due figli minori e con lo stipendio della scuola come unico sostentamento, lo scorso ottobre viene negato l’inserimento nella seconda fascia d’istituto. Le scuole si adeguano, così per lei diventa impossibile stipulare supplenze di lunga durata. Il sindacato fa ricorso e il giudice reputa illegittima l'esclusione, disponendo un provvedimento d'urgenza, a seguito del forte contrasto dell'operato del Miur e delle sue diramazioni periferiche con la normativa primaria: imposto l'immediato reintegro della lavoratrice nella fascia d'istituto riservata ai docenti abilitati non inseriti in GaE.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico è assolutamente titolo valido per l'accesso nella seconda fascia delle graduatorie d'istituto perché abilitante; il Miur deve prendere atto di quanto previsto dalla normativa, come è stato più volte chiarito dai tribunali amministrativi. Chiediamo, inoltre, l'immediata riapertura delle GaE, da attuare poi ogni 12 mesi, e la previsione di utilizzare la seconda fascia delle GI per le immissioni in ruolo, laddove sono esaurite le graduatorie a esaurimento.
Anche per questo motivo, Anief mobilita tutti i lavoratori per una partecipazione massiccia allo sciopero della scuola indetto per il prossimo 17 marzo.
Da un po’ di anni lo Stato ha deciso di rendere difficile la vita ai docenti con diploma magistrale conseguito prima del 2002. A quelli con lo stesso titolo, con indirizzo sperimentale, come quello linguistico, alcuni uffici scolastici hanno addirittura chiuso le porte per insegnare con continuità nella scuola dell’infanzia e primaria. Poiché, infatti, in occasione dell’ultima “finestra” di aggiornamento della seconda fascia d’istituto riservata agli abilitati all’insegnamento, gli è stato negato di inserirvisi, come se il suo diploma fosse di un dio minore. In questa situazione si è trovata una docente dell’astigiano, precaria madre di due figli minori, il cui diploma magistrale linguistico non è stato considerato abilitante.
Inizialmente, subito dopo l’aggiornamento delle graduatorie, alla precaria non era stata comminata alcuna esclusione: la negazione della stipula dei contratti, a seguito di decreto di cancellazione dalla seconda fascia, è giunta nello scorso mese di ottobre. A quel punto, le scuole dove era inserita la docente hanno preso atto dell'avvenuta cancellazione. La donna, quindi, ha dovuto rinunciare agli incarichi.
La donna, che dalla scuola ha l’unico sostentamento, non si è però rassegnata; si è rivolta al sindacato, che – attraverso i legali Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Giovanni Rinaldi - ha patrocinato il ricorso presso il Tribunale del Lavoro di Asti. Il quale, ora, gli ha dato ragione e, alla luce del danno irreparabile che si sta perpetrando, ha ritenuto di dover procedere con emanazione di Ordinanza cautelare d'urgenza prima della discussione nel merito.
"È infatti ravvisabile – scrive il giudice del lavoro - il pericolo di pregiudizio grave e irreparabile nei riguardi della ricorrente nel tempo occorrente per addivenire alla decisione, specie in considerazione del fatto che gli effetti di una pronuncia favorevole non potrebbero in ogni caso eliminare i pregiudizi medio tempore derivati alla ricorrente dalla esclusione dalle graduatorie in esame. Si consideri, in particolare, che la ricorrente trae i mezzi di sostentamento dal proprio lavoro e ha due figli minori a carico e che l’esclusione dalle graduatorie impedisce alla stessa la stipula di contratti di lavoro per l’anno scolastico in corso e sino a tutto il 2017".
Esaminando il ricorso, lo stesso Tribunale di Asti ha rilevato che “la prescrizione contenuta all'art. 2 del D.M. n. 353 del 2014 cit. va ritenuta illegittima in quanto contrastante con il dettato normativo del D.Lgs. n. 297 del 1994 che all'art. 402, rubricato ‘Requisiti generali di ammissione’ assegna piena validità ai fini dell'accesso all'insegnamento nella scuola elementare e materna al ‘diploma conseguito presso gli istituti magistrali’ senza ulteriori specificazioni, così ricomprendendo nella dizione utilizzata anche quei diplomi di maturità linguistica, come quello della ricorrente, conseguito presso un istituto magistrale statale all'esito di studi compiuti dagli alunni delle classi interessate dalla sperimentazione didattica”.
La sperimentazione del diploma magistrale, ritiene ancora il tribunale, è “contemplata e disciplinata dagli artt. 276 e ss. del D.Lgs. n. 297 del 1994 (poi abrogati ex D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275) e in particolare dall'art. 278 e dall'art. 279 che attribuiva piena validità a tali studi "secondo criteri di corrispondenza fissati nel decreto del Ministero della pubblica istruzione che autorizza la sperimentazione". Nella pratica, i legali Anief hanno pianamente dimostrato in udienza come anche la giustizia amministrativa ha riconosciuto al diploma di maturità a indirizzo sperimentale linguistico conseguito presso un Istituto magistrale la stessa "natura" del diploma di maturità magistrale, così affermando la piena validità del diploma di maturità linguistica ai fini dell'accesso all'insegnamento nella scuola primaria e dell'infanzia. Il Tribunale del Lavoro, in conclusione, ha ritenuto “illegittima l'esclusione della validità di tale titolo (conseguito dalla ricorrente nel corso sperimentale di Istituto Magistrale) a opera del cit. D.M. n. 353 del 2014, e ciò tanto più se si considera che così facendo si viene inammissibilmente a incidere retroattivamente sullo status attribuito dal titolo di studio, vanificando un diritto oramai acquisito dalla ricorrente in forza della richiamata normativa, anche in violazione del principio dell'affidamento”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal ricorda che “il diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico è assolutamente titolo valido per l'accesso nella seconda fascia delle graduatorie d'istituto perché abilitante; il Miur deve prendere atto di quanto previsto dalla normativa, come è stato più volte chiarito anche dai tribunali amministrativi. Il nostro sindacato continuerà a tutelare i diritti di tutti i lavoratori precari della scuola e continueremo a chiedere a gran voce al Ministero un impegno concreto per sanare questa e tutte le altre ingiustizie, che da troppi anni pone in essere a discapito dei lavoratori precari abilitati. Chiediamo, pertanto, un'immediata riapertura delle GaE, da attuare poi ogni 12 mesi, e la previsione di utilizzare la seconda fascia delle GI per le immissioni in ruolo, laddove sono esaurite le graduatorie a esaurimento”, conclude Pacifico.
Anche per questo motivo, Anief mobilita tutti i lavoratori per una partecipazione massiccia allo sciopero della scuola indetto per il prossimo 17 marzo.
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