Mentre la CGIL/FLC Liguria scrive alle proprie RSU una comunicazione riservata accusando Anief di strumentalizzare la vicenda attraverso la mobilitazione nazionale e con una ancor più inutile e inappropriata, a loro dire, nuova azione giudiziaria per risolvere una questione che può trovare soluzione soltanto ai tavoli contrattuali, Anief risponde sull'importanza dello sciopero dell'8 gennaio 2018 e della partecipazione ai sit-in programmati. Marcello Pacifico: “Se la soluzione era da trovarsi solo ai tavoli contrattuali, allora questi sindacalisti rappresentativi stanno puntando il dito contro se stessi, dichiarando la loro assoluta inerzia e incapacità e ufficializzando di aver perso vent'anni di tempo. Saremo noi, con la rappresentatività, a farci veri portavoce dei diritti dei precari”.
Dopo gli aumenti insignificanti, pari a 85 euro medi lordi (40 netti) dal 2018, arriva l’una tantum del biennio 2016/2017 a dir poco ridicola: dai 370 euro per la fascia retributiva più bassa ai 712 per quella più alta. In media, meno di 500 euro, poco più di 230 euro netti, dieci volte meno di quanto effettivamente spettante. L’accordo appena siglato dai confederali, a seguito dell’intesa del 30 novembre 2016 presa con il Governo, riguarda per ora 250mila dipendenti statali, in servizio nei ministeri e nelle amministrazioni centrali, ma l’intenzione della parte pubblica è quella di estendere il modello anche agli altri comparti, scuola compresa. Per il 2 gennaio sono stati convocati all'Aran i sindacati che sono rappresentativi da trent'anni del maxi-settore della Conoscenza mentre entro il 10 gennaio si dovrebbe conoscere la data per l’elezione del rinnovo delle Rsu della scuola, da svolgere entro il prossimo 20 aprile. Un evento che potrebbe essere caratterizzato da un cambiamento epocale, derivante proprio dalla concreta possibilità per l’Anief, con 38mila deleghe (pari al 6%) e oltre 8mila candidati, di sforare la fatidica soglia del 5%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ai tavoli di contrattazione abbiamo l’intenzione di portare le nostre rivendicazioni, a partire da quelle stipendiali. Perché un contratto degno di questo nome, dopo quasi dieci anni di blocco, doveva prevedere almeno 270 euro di aumento dal 2018, come minimo sindacale, un più 11% rispetto anche al 20% ricevuto dai lavoratori del settore privato negli ultimi dieci anni, certo non il 3,48% concordato da CISL, UIL e CGIL con il Governo. Un contratto si firma, infatti, se si trovano le risorse per recuperare quel 50% restante rispetto all’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale, ancora bloccata ai livelli del 2008. A questo, si sarebbero dovuti aggiungere 2.654 euro di arretrati rispetto ai 230 euro che si avranno concretamente dopo il conguaglio fiscale e al netto del lordo stato. Per tale ragione, continuiamo ad invitare il personale ad inviare una specifica diffida all’amministrazione e alla Ragioneria dello Stato per sbloccare l'Indennità di vacanza contrattuale. Tutti gli interessati possono inviare da subito il modello di diffida predisposto dall’Anief.
Il Miur ha appena pubblicato la lista delle scuole secondarie di secondo grado dove da settembre 2018 partirà una classe con il percorso di studi quadriennale: da gennaio gli studenti potranno candidarsi al tour de force, in classe e a casa. Sull’iniziativa, il sindacato continua ad avere più di una perplessità: l’operazione, infatti, potrebbe sottintendere l’obiettivo di tagliare un anno di corso di studio e cancellare, una volta a regime, circa 30mila cattedre e anche delle unità di personale Ata. Viene poi da chiedersi perché non si decida di anticipare la primaria a cinque anni di età, creando un anno “ponte” coi maestri di infanzia e primaria in copresenza, che permetterebbe di dare un adeguato supporto agli alunni nell’anno più difficile del loro percorso scolastico. Ancora di più oggi, dopo l’approvazione della Legge 107/2015, che le classi “Primavera” sono diventate ordinamentali a 3 anni. Ma l’aspetto che forse più non quadra è quello dell’obbligo scolastico che rimarrebbe infatti intatto fino al 16 anno di età, contrariamente a quanto originariamente previsto dal ministro Berlinguer.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Stando così cose, viene da chiedersi a cosa serva diplomarsi prima, se poi il tasso di dispersione scolastica rimane elevato e le iscrizioni all'università sono drasticamente diminuite negli ultimi dieci anni. Se vogliamo davvero adeguarci all’Europa, dove comunque solo alcuni Paesi fanno uscire i loro studenti dalla scuola pubblica in coincidenza della maggiore età, perché allora si continuano ad ignorare le indicazioni della stessa Unione Europea sulla non discriminazione del personale precario? Lo stesso vale per gli stipendi dei docenti italiani rispetto a quelli dei colleghi europei che ora il Governo vuole incrementare con aumenti miseria. Per non parlare delle ore di lavoro settimanali di lezione dei docenti in Europa, mediamente più basse di quelle svolte dai nostri. Al nuovo Governo spetterà fornire un’adeguata risposta: capire se la strada da percorrere è quella delle sperimentazioni che non portano lontano oppure – conclude Pacifico - rispettare finalmente le buone norme approvate da Bruxelles”.
Non si fermano i successi Anief sul riconoscimento del diritto dei docenti immessi in ruolo dopo il 2011 a vedersi riconosciuto il gradone stipendiale 3-8 applicato solo ai docenti già in ruolo. Dal sud al nord Italia i tribunali sono concordi: la “clausola di salvaguardia” prevista dal CCNL del 4 agosto 2011 che prevede il mantenimento del gradone stipendiale “3-8 anni”, molto più favorevole rispetto alle nuove previsioni stipendiali, va applicata anche a chi prestava servizio da precario, nonostante quanto stabilito nella contrattazione firmata da CISL, UIL, Snals e Gilda nel 2011. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Avevamo ragione noi e i tribunali stanno confermando che la contrattazione è illegittima se lede i diritti dei lavoratori precari e li discrimina in aperta violazione della normativa comunitaria. Non appena diventeremo rappresentativi ci impegneremo perché tutte le discriminazioni vengano superate e faremo in modo che gli accordi contrattuali siano davvero rispettosi dei diritti di tutti i lavoratori”.
Gli onorevoli Maestri, Civati, Brignone e Pastorino appartenenti a "Liberi e Uguali", la formazione politica che mette insieme Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, chiedono formalmente alla Ministra Valeria Fedeli quali misure intenda adottare a seguito dell’estromissione dall’inserimento nelle GaE e dalla stabilizzazione dei maestri della scuola dell’infanzia e primaria con titolo conseguito ante 2002 derivante dalla sentenza dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato emessa poco prima di Natale: la Ministra è consapevole che le “azioni innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo” del sindacato, “ove fossero accolte, renderebbero del tutto ingestibile la situazione ed esporrebbero lo Stato italiano al rischio di pesanti sanzioni, anche in relazione alla sentenza della Corte di Giustizia Europea ‘Mascolo’ del 24 novembre 2014 contro l’abuso di contratti a tempo determinato nella scuola italiana?”. Alla luce di questo, si chiede anche di modificare “l’art. 17 del D.Lgs. 59/2017, nella parte in cui non prevede anche per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria l’avvio di una fase transitoria e l’estensione del concorso riservato ai docenti abilitati, attualmente previsti esclusivamente per la scuola secondaria di I e II grado”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’alto numero di politici che stanno auspicando soluzioni a favore dei diplomati magistrale, benché con scarse possibilità di riuscita per via dello scioglimento delle Camere, dimostra che quella sentenza del Consiglio di Stato sta producendo delle scorie davvero pesanti. Alla nostra soluzione al problema pronta da mesi, riaprire le GaE e ammettere tutti gli abilitati, modificare il decreto legislativo sulla formazione iniziale e reclutamento estendendolo anche ai docenti della scuola infanzia e primaria, se ne stanno aggiungendo ora delle altre. Tutte finalizzate al medesimo obiettivo: assorbire nei ruoli dello Stato questi maestri che da anni, anche da decenni, permettono alle nostre scuole dell’infanzia e primaria di garantire un servizio efficiente e continuativo.