I tribunali del lavoro continuano a dare ragione all'Anief sul diritto dei lavoratori precari a percepire le medesime progressioni stipendiali riconosciute ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato e a condannare il Ministero dell'Istruzione per discriminazione. Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, coordinando l'azione legale nazionale e avvalendosi della consolidata esperienza della rete dei legali Anief sul territorio, ottengono ben otto nuove sentenze presso i Tribunali del Lavoro di Brescia (Avv. Lara Bianzani), Catania (Avv. Marco Di Pietro), Crotone (Avv.ti Angela Fazio e Cinzia Galasso), Messina (Avv. Marco Di Pietro) e Taranto (Avv. Massimo Menenti) che condannano il Ministero dell'Istruzione a risarcire altrettanti docenti per violazione di norme imperative e discriminazione del lavoro a termine riconoscendo il diritto dei ricorrenti a percepire le medesime progressioni di carriera attribuite ai lavoratori di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ormai è giunto il momento di riconoscere ai precari pari dignità nella contrattazione collettiva anche a livello economico. È impensabile che il CCNL scuola continui a ignorare la normativa comunitaria recepita in Italia nel 2001 e che si perseveri nel non riconoscere che i lavoratori precari hanno diritto alle progressioni di carriera e alle stesse prerogative riconosciute al personale di ruolo.
In attesa che la contrattazione collettiva, come auspicato più volte dal nostro sindacato, provveda ad adeguarsi ai dettami eurounitari, a ristabilire la legalità e il rispetto della Direttiva 1999/70/CE e dell'allegato Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato, ci hanno pensato i legali Anief ottenendo in tribunale la totale equiparazione della carriera svolta con contratti a termine a quella riconosciuta al personale solo dopo l'immissione in ruolo e la corresponsione delle differenze retributive mai percepite dagli otto lavoratori che si sono affidati all'Anief per la tutela dei propri diritti. Le nuove sentenze, infatti, riconoscono l'assoluta illegittimità e la condotta discriminatoria tenuta dal Ministero dell'Istruzione nell'aver negato per anni ai precari il giusto corrispettivo stipendiale calcolato in base all'effettivo servizio svolto. I Giudici del lavoro interpellati dai legali Anief dunque, in accoglimento dei ricorsi, condannano il Ministero dell'Istruzione per palese discriminazione e disparità di trattamento in violazione di norme imperative, con conseguente onere a riconoscere ai ricorrenti la “progressione professionale retributiva, cosi come riconosciuta dal CCNL al personale assunto a tempo indeterminato, in relazione al servizio prestato in forza dei contratti a tempo determinato stipulati con il Ministero e conseguentemente condanna il Miur al pagamento delle relative differenze retributive, in ragione dell’anzianità di servizio maturata”. Il totale a carico del Miur supera, considerando che molti ricorrenti svolgevano servizio a termine da oltre 10 anni, la cifra di 70mila euro.
“Ormai è giunto il momento – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - di riconoscere ai precari pari dignità nella contrattazione collettiva anche a livello economico. È impensabile che il CCNL scuola continui a ignorare la normativa comunitaria recepita in Italia nel 2001 e che si perseveri nel non riconoscere che i lavoratori precari hanno diritto alle progressioni di carriera e alle stesse prerogative riconosciute alpersonale di ruolo”. Il nostro sindacato ricorda a tutti i lavoratori interessati che è ancora possibile aderire agli specifici ricorsi Anief per ottenere gli scatti di anzianità mai corrisposti durante il precariato e il risarcimento del danno subito per l'illegittima condotta del MIUR avvalendosi della tutela di legali Anief la cui professionalità è, ormai, indiscussa.
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