I capi d’Istituto percepiscono meno di 59mila euro lordi l’anno. Mentre sono i dirigenti amministrativi di II fascia che operano all’interno dell’amministrazione scolastica centrale (Miur) e periferica (Usr, Ambiti territoriali) a portare a casa circa 100mila euro annui.
Tuttoscuola: eppure il capo d’istituto ha alle proprie dipendenze in media almeno 100 persone (tra docenti e amministrativi), mentre un dirigente amministrativo ne ha mediamente 5-6. Il dirigente scolastico amministra un migliaio di studenti, spesso di settori scolastici diversi, e ne ha la responsabilità civile. Che sono estese alla sicurezza degli edifici scolastici, alla gestione previdenziale, alla trasparenza dei siti web.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per comprendere la gravità della situazione, basta dire che quattro anni fa la retribuzione media era più alta, ma ora è diminuita di oltre 4mila euro. Gli aumenti previsti dal Miur non cambiano molto la situazione, per questo siamo pronti ad impugnarli e chiedere adeguamenti veri.
Periodicamente, riaffiora la leggenda metropolitana sui dirigenti scolastici italiani super-fortunati perché percepirebbero stipendi principeschi: negli ultimi giorni, si è arrivati a parlare di più di 100mila euro l’anno. Anche sulla rivista on line ‘Letteratura e noi’ è stato pubblicato un articolo dal titolo “I soldi. Gerarchie e stipendi nella scuola italiana”, dove si indica che la retribuzione media dell’anno 2013 è pari a 64.534 euro.
Secondo Anief-Dirigenti Scolastici, il fatto che venga citata come fonte l’Aran, non cambia la sostanza del concetto: quelle cifre associate ai presidi della scuola, non stanno né in cielo né in terra. Perché lo stipendio medio percepito dai dirigenti scolastici nell’anno scolastico 2013/14 ammonta a 58.989,79 euro lordi. Che corrispondono a circa 5.500 euro in meno rispetto a quanto indicato. E quasi alla metà in confronto al credo popolare.
“Il fatto che alcuni dirigenti possano aver percepito degli emolumenti aggiuntivi, straordinari, non significa che altri 7mila colleghi abbiano avuto lo stesso trattamento”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “In verità, va detto che quattro anni fa la retribuzione media era più alta, si avvicinava quasi alle cifre indicate dalla carta stampata in questi ultimi giorni. Ma negli ultimi anni è diminuita di oltre 4mila euro, come da noi già denunciato. E non serve a niente nemmeno mettere una categoria della scuola contro l’altra, docenti, dirigenti e direttore dei servizi generali, amministrativi. La controparte – conclude Pacifico - è la stessa per tutti i lavoratori: lo Stato italiano, che paga poco tutti, senza distinzione. Almeno per quanto riguarda i dipendenti della scuola”.
I calcoli dell’Anief sono stato confermati, di recente, da uno studio della rivista Tuttoscuola, che ha calcolato, numeri ufficiali alla mano, che in Italia “i presidi guadagnano 57 mila euro all’anno, i dirigenti amministrativi della PA 100 mila, i dirigenti del settore privato in media 107 mila euro. E i quadri? 54 mila euro, più o meno come i dirigenti scolastici...”. Inoltre, è emerso che “i DS guadagnano il 43% in meno dei dirigenti amministrativi di II fascia all’interno dell’Amministrazione scolastica (centrale e periferica)”.
Questo trattamento stipendiale ha dell’incredibile, se si pensa che “le responsabilità del DS appaiono addirittura maggiori: il dirigente scolastico ha alle proprie dipendenze in media almeno 100 persone (tra docenti e amministrativi), mentre un dirigente amministrativo ne ha mediamente 5-6. Il dirigente scolastico amministra mediamente un migliaio di studenti, spesso di settori scolastici diversi, e ne ha la responsabilità civile. Le sue responsabilità sono estese alla sicurezza degli edifici scolastici, alla gestione previdenziale, alla trasparenza dei siti web. È sostituto d’imposta”.
“Il dirigente scolastico – ricorda ancora Tuttoscuola - ha la rappresentanza legale dell’istituzione che rappresenta anche in giudizio. Il dirigente scolastico deve rispondere con il proprio patrimonio personale in caso di danno erariale (esempio nel caso di danni subiti dalla scuola a seguito di un’occupazione degli studenti), se viene riconosciuta una sua responsabilità; risponde in proprio anche se la Asl riscontra che non sono state seguite le regole sulla sicurezza. È noto il caso del preside dell’Aquila recentemente finito in galera per inadempienze burocratiche a seguito del terremoto del 2009”.
“Per questi motivi i DS spesso sono costretti a pagarsi in proprio delle coperture assicurative. Eppure, mentre la legge 107/15 sulla Buona Scuola ha assegnato al dirigente scolastico nuove competenze (l’assegnazione del bonus della premialità e la proposta d’incarico per i docenti degli ambiti territoriali), la recente riforma della Pubblica Amministrazione ha previsto l’unificazione dei ruoli della dirigenza, escludendo dal ruolo unico i dirigenti scolastici. Ma la situazione retributiva è capovolta a favore della dirigenza amministrativa”, ha concluso la rivista specializzata.
E non si pensi che per avvicinare gli stipendi degli altri comparti della PA, possano bastare gli incrementi del Fondo unico di risultato e di posizione, sbloccati nei giorni scorsi, peraltro orfani di 63 milioni, che aggiungono altri 400 euro in meno al mese a capo d’Istituto. Contro cui Anief-DS ha già annunciato di voler ricorrere in tribunale.
Perché lo stipendio medio dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2013/2014 si è fermato a 58.989,79 euro? La risposta è contenuta qui di seguito, voce per voce:
STIPENDIO TABELLARE | 43.310,93 |
RETRIBUZIONE DI POSIZIONE E DI RISULTATO | 14.074,52 |
RIA | 1.604,34 |
TOTALE | 58.989,79 |
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