Avvisi con requisiti creativi, convocazioni in contemporanea e date di pubblicazione degli esiti che variano. Ci sono presidi che restringono a loro piacimento i titoli di laurea per l’accesso agli insegnamenti, altri che chiedono esperienze solo nelle loro scuole o video a busto intero. Tutte stranezze che non stanno certo nel Ptof. Anief, pertanto, rinnova il monito ai dirigenti scolastici perché evitino forme fantasiose di ricerca dei docenti e decide di mettere a disposizione il proprio ufficio di consulenza per valutare il rispetto dei principi di parità di accesso al pubblico impiego, imparzialità, ragionevolezza, merito, trasparenza e pubblicità degli atti di individuazione dei docenti selezionati da dirigenti scolastici a seguito della visione del curriculum vitae e dell'eventuale colloquio o, ancora, individuati dall’Usr.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sarà valutato il rispetto della normativa vigente: laddove ve ne siano i presupposti, sarà anche investito il Tar, a cui si chiederà se, nella scelta del docente, è stata rispettata o meno la legittimità costituzionale, in particolare se le scelte adottate da ogni scuola siano state rispettose del Piano triennale dell'offerta formativa approvato dal Collegio dei docenti dell’istituto stesso.
Sono sempre più frequenti i casi di dirigenti scolastici che, poco sostenuti dalle indicazioni operative personalizzabili del Miur, stanno producendo avvisi con requisiti “creativi”, convocazioni non coordinate o con scadenze personalizzate per il conferimento dei posti liberi, per l'individuazione, tramite chiamata diretta, dei docenti trasferiti o assegnati agli ambiti territoriali. Quella che, nelle intenzioni del Governo, attraverso la Legge 107/2015, doveva essere una nuova modalità di ricerca del personale docente, per consegnare ai dirigenti scolastici non l’insegnante più bravo ma il più adatto a ricoprire il posto libero sulla base delle necessità contenute nel Pof triennale, si sta rivelando una selezione “selvaggia” e priva di regole.
Le richieste di alcuni dirigenti scolastici lasciano esterrefatti: si va dai presidi che chiedono espressamente di aver svolto nel loro istituto una “fertile attività didattica” (è accaduto in Puglia) oppure "senza demerito", a quelli che restringono a loro piacimento i titoli di laurea per l’accesso agli insegnamenti, ad esempio escludendo impropriamente la laurea in Filosofia, Pedagogia o altre specialistiche per l’insegnamento della classe di concorso A043 alle medie (Italiano, Storia, Ed. Civica, Geografia), producendo una chiara discrasia rispetto alla normativa che regola l’accesso alla docenza. O forse sta scritto nel Ptof che per insegnare una disciplina occorre solo una laurea, nella fattispecie quella in Lettere? Per non parlare di coloro che stanno chiedendo il CV corredato da un video di presentazione a mezzo o busto intero.
Poi c’è il problema, riportato oggi da Orizzonte Scuola, dei tanti “docenti che a causa della mancanza di coordinamento tra i dirigenti scolastici, rischiano di trovarsi in difficoltà per la scelta della scuola”. Ciò avviene perché “i colloqui sono stati previsti lo stesso giorno in scuole lontane tra di loro ed in orari vicini. I docenti in questione saranno, dunque, costretti a fare una scelta tra le scuole indicate senza alcuna certezza di ottenere l'incarico nella scuola presso cui deciderà di effettuare il colloquio. Una docente, in particolare, ci ha anche comunicato di aver chiesto a due dirigenti di coordinarsi per effettuare il colloquio, ma la risposta sarebbe stata negativa. Una questione non di poco conto, dato che la docente potrebbe non essere scelta e ritrovarsi collocata d'ufficio dagli USR”.
“Purtroppo – commenta Orizzonte Scuola -, l'aver voluto una "chiamata diretta selvaggia", con delle semplici indicazioni ha condotto ad una mancanza di regole che porta spesso anche al calpestamento dei diritti, come quello di insegnare in una delle scuole desiderate”. La stessa rivista specializzata, fa notare la rigidità del Miur nel costringere i docenti candidati a non poter più modificare il curriculum vitae una volta che è stato inoltrato, tramite Istanze On Line, introducendo una procedura anomala visto che tutte le altre adottate dalla stessa amministrazione per via telematica hanno permesso di attuare modifiche fino all’ultimo giorno di scadenza per la presentazioni dei titoli. Non di rado, infine, le scuole producono scadenze diversificate di pubblicazione degli esiti delle selezioni: mettendo in difficoltà i docenti, che non sanno sa accettare la proposta di una scuola o attendere l’esito di un’altra a loro magari più congeniale.
Anief, pertanto, rinnova il monito ai dirigenti scolastici perchè evitino forme fantasiose di ricerca dei docenti. Il sindacato, inoltre, su spinta delle lamentele dei tanti docenti disorientati da determinati modi di procedere, ha deciso di mettere a disposizione il proprio ufficio di consulenza per valutare il rispetto dei principi di parità di accesso al pubblico impiego, imparzialità, ragionevolezza, merito, trasparenza e pubblicità degli atti di individuazione dei docenti selezionati da dirigenti scolastici a seguito della visione del curriculum vitae e dell'eventuale colloquio o ancora, individuati dall’Ufficio Scolastico Regionale.
“Sarà valutato – spiega il presidente nazionale, Marcello Pacifico - il rispetto della normativa vigente: laddove ve ne siano i presupposti, purtroppo non sarà cosa rara, sarà anche sarà anche investito il Tribunale amministrativo regionale, a cui si chiederà se nella scelta del docente è stata rispettata o meno la legittimità costituzionale, in particolare se le scelte adottate da ogni scuola siano state rispettose del Piano triennale dell'offerta formativa approvato dal Collegio dei docenti dell’istituto stesso”.
Secondo Anief è tutto l’impianto della chiamata diretta che non regge. A partire dal comma 79 della Legge 107/2015, più quelli a seguire, in base ai quali, da settembre 2016, “per la copertura dei posti dell'istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento” utilizzando anche “docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati”, formulando “la proposta di incarico in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa” esaminando però in modo soggettivo “il curriculum, le esperienze e le competenze professionali”, anche attraverso “colloqui”. Anief ricorda che sui rilievi incostituzionali della chiamata diretta si è già espressa la Consulta nel 2012, quando cassò la sortita della Lombardia.
Per segnalazione o segnalazioni, i docenti interessati possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per approfondimenti:
Giannini: «In tre anni la “supplentite” sarà curata» (Il Sole 24 Ore del 9 giugno 2016)
Chiamata diretta docenti, Ministero vuole portare a 46 le certificazioni valide per gli incarichi. E' caccia al titolo (Orizzonte Scuola del 13 luglio 2016)
Chiamata diretta, l’accordo Miur-sindacati in crisi nera prima ancora di essere sottoscritto
Chiamata diretta: trattativa fallita (Tuttoscuola del 14 luglio 2016)
Chiamata diretta, pieni poteri al dirigente. Tempi stretti per curriculum e accettazione scuola. Super lavoro per le segreterie. Forse slittamento date mobilità (Orizzonte Scuola del 20 luglio 2016)
Chiamata diretta, Anief porta il caso in Corte Costituzionale: partono i ricorsi dei docenti
Chiamata diretta deve essere coerente al PTOF e agli obiettivi formativi, non alla libera fantasia del dirigente (Orizzonte Scuola dell’8 agosto 2016)