Nel computo delle cattedre da coprire vanno considerati 55mila supplenti che dovranno colmare l’organico di fatto, di cui 30 mila su sostegno (destinati ad aumentare per effetto delle sentenze favorevoli agli alunni disabili). Poi ci sono 10mila prof chiamati a sostituire colleghi con altri incarichi, comandi, distacchi, permessi speciali, più il nodo delle classi di concorso scoperte: almeno 15 mila. Mancano prof di Sostegno, di Matematica, di Spagnolo, soprattutto al Nord. Quest’anno a rendere la situazione più complicata c’è la decisione di prorogare le operazioni di nomina di quindici giorni. Con la didattica che partirà a ritmi blandi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il problema si poteva superare con una verifica nazionale delle cattedre effettivamente vacanti, oggi bloccate fino al 30 giugno e permettendo ai docenti abilitati della seconda fascia d’istituto di entrare nelle GaE, perché il 70 per cento dei supplenti annuali proviene proprio delle graduatorie di seconda fascia delle scuole. È una questione che rimane aperta e che con il passare del tempo non potrà che aggravarsi, perché questi docenti accumulano titoli, esperienza e anzianità di servizio, lavorando stabilmente nella scuola. Lo avevamo detto in tutte le sedi possibili, parlamento e sede del Pd comprese.
Sulla scuola il governo aveva fatto una promessa: cancelleremo la supplentite. A due anni di distanza, possiamo dire che i fatti hanno collocato questa promessa nel cestino degli spot vuoti di contenuti dell’Esecutivo in carica: infatti, il fenomeno del precariato cronico della scuola italiana non è arretrato di un centimetro e quest’anno potrebbe addirittura essere incrementato. “Il ministero dell’Istruzione – scrive Il Corriere della Sera - si mantiene prudente («Non saranno più di 90mila») ma i calcoli sono presto fatti. Sono 55 mila i supplenti che dovranno colmare l’organico di fatto, tutte quelle ore di lezione non previste nella programmazione”.
“Tra questi 55 mila ci sono tra i 25 e i 30 mila posti di sostegno: ma sono destinati ad aumentare per effetto delle sentenze che puntualmente ogni anno destinano più ore di assistenza ai ragazzi disabili. Poi vanno considerati almeno 10 mila prof chiamati a sostituire colleghi con altri incarichi, comandi, distacchi, permessi speciali. Fin qui, si tratta di numeri che si ripetono più o meno in maniera stabile ogni anno. Ma stavolta – continua il quotidiano - c’è il nodo delle classi di concorso rimaste scoperte: almeno 15 mila dovevano essere occupate dai nuovi assunti col concorsone, ma i tantissimi bocciati (si stima il 55%) e i rallentamenti delle procedure- secondo Tuttoscuola solo il 12,5% è stato completato - lasciano poche speranze. In questo caso, bisognerebbe attingere alle Gae, le graduatorie ad esaurimento: che però sono appunto esaurite in molti casi. Mancano prof di sostegno, di matematica, di spagnolo, soprattutto al Nord. Chi andrà a coprire quelle cattedre scoperte? I supplenti, ovviamente”.
A rendere la situazione più complicata c’è anche la decisione di prorogare tutte le operazioni di nomina – pure dei 32mila nuovi assunti per coprire il turn over - entro la metà di settembre, quindici giorni dopo quanto previsto dalla legge: così, rispetto al passato, i tempi di arrivo dei supplenti a scuola saranno più lunghi perché gli uffici scolastici territoriali tarderanno a nominarli e non tutti i dirigenti scolastici riterranno opportuno stipulare dei contratti a tempo determinato per pochi giorni. Con il risultato che la didattica partirà a ritmi blandi, perchè manca all’appello in media un docente su sei, così gli orari di lezione settimanale provvisori dureranno più a lungo del solito.
“Riteniamo sempre più grave – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che non si sia ancora operata una verifica nazionale delle cattedre effettivamente vacanti, oggi bloccate fino al 30 giugno, in modo da inserirne diverse decine di migliaia nell’organico dell’autonomia e proiettarle verso le immissioni in ruolo. Allo stesso tempo, il Ministero sconta l’infausta decisione di non permettere ai docenti abilitati della seconda fascia d’istituto di entrare nelle GaE. È una scelta assurda, perché il 70 per cento dei supplenti annuali proviene proprio delle graduatorie di seconda fascia delle scuole e stabilizzarli non costerebbe nemmeno tanto, visto che lavorano quasi tutti con stabilità nella scuola”.
“Sono gli stessi docenti – prosegue Pacifico – che non hanno potuto partecipare al piano di assunzioni, nemmeno quello straordinario previsto dalla Buona Scuola. È una questione che rimane aperta e che con il passare del tempo non potrà che aggravarsi, perché quei docenti accumulano titoli, esperienza e anzianità di servizio, lavorando stabilmente nella scuola da anni. Lo avevamo detto in tutte le sedi possibili, parlamento e sede del Pd comprese, che la soluzione per vincere il precariato è questa: verificare l’effettiva vacanza dei posti e trasformare le graduatorie d’istituto in permanenti. In caso contrario, la supplentite vincerà ancora”.
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