Ministro dell’Istruzione: l'inizio delle lezioni ha un periodo di completamento che va, ogni anno, fino alla fine di questo mese; si tratterebbe, dunque, di un ritardo qualora fossimo ancora a Natale in tale situazione e non sarà così. Con la Legge 107/2015 gli insegnanti di sostegno sono aumentati del 13% a conferma dell'attenzione riservata anche ai bisogni educativi speciali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): iniziare le lezioni regolari a novembre, se va bene, non corrisponde a quanto previsto dalla Legge. Per non parlare del diritto allo studio degli alunni disabili, a cui le sentenze dei giudici rendono giustizia solo in corso d’anno, senza alcuna possibilità di ‘restituire’ i giorni persi per via della burocrazia. Ad avere responsabilità su questi ritardi inaccettabili è, però, anche il Parlamento che ha approvato una norma con cui si è posticipato il termine massimo previsto dal legislatore per le immissioni in ruolo del 31 luglio. A completare l’opera ci si è messo, poi, sempre il Miur, con una procedura concorsuale assurda con oltre la metà dei bocciati, una formazione delle commissioni complessa e le operazioni che, ad oggi, sono state concluse solo nel 60 per cento dei casi. Il Concorso a cattedra è andato a valutare il personale docente, già selezionato e abilitato all’insegnamento e ha persino costretto a rispondere, in soli 18 minuti, a unità di apprendimento specifiche che necessitavano di ben più tempo a disposizione: andando, così, a vanificare le valutazioni già espresse dalle commissioni universitarie sugli stessi candidati.
“Come si fa a dire che non c’è alcun ritardo per l’assegnazione cattedre perché non siamo a Natale e, pertanto, tutto è sotto controllo? Ma al Ministero dell’Istruzione lo sanno che, oggi 17 ottobre, con le lezioni iniziate da più di un mese, mancano ancora decine e decine di migliaia di precari e restano pure da completare le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie?”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, commentando le dichiarazioni odierne del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a proposito dei tanti posti ancora da assegnare da parte degli Uffici scolastici locali.
"Non è un ritardo – ha detto il Ministro - , perché ogni anno l'inizio dell'anno scolastico ha un periodo di completamento che va fino alla fine di questo mese: si tratterebbe, dunque, di un ritardo qualora fossimo ancora a Natale in tale situazione e non sarà così", ha detto Giannini, ricordando anche che con la Legge 107/2015 “gli insegnanti di sostegno sono aumentati del 13%” a conferma “dell'attenzione riservata anche ai bisogni educativi speciali”.
Per il leader dell’Anief, però, la verità è una sola: “è un dato di fatto che con le lezioni iniziate a settembre, a molti alunni è stato tolto quest’anno un numero consistente di giorni di scuola: in assenza di diversi docenti, si è compromesso, in modo serio, già l’inizio dell’anno scolastico. Il Ministro può, senza dubbio, non pensarla così e sminuire la situazione: iniziare le lezioni regolari a novembre, se tutto va bene, non corrisponde però alla Legge sugli ordinamenti scolastici, secondo la quale per essere reputato valido l’anno scolastico deve essere composto da almeno 200 giorni. Per non parlare del diritto allo studio degli alunni disabili, a cui le sentenze dei giudici rendono giustizia solo in corso d’anno, senza la possibilità di ‘restituire’ i giorni persi per via della burocrazia”.
“Ad avere responsabilità su questi ritardi inaccettabili – continua Pacifico – è, però, anche il Parlamento che ha approvato una norma con cui si è posticipato il termine massimo previsto dal legislatore per le immissioni in ruolo del 31 luglio. A completare l’opera ci si è messo, poi, sempre il Ministero con una procedura concorsuale assurda, con oltre la metà dei bocciati, una formazione delle commissioni complessa e le operazioni che, ad oggi, sono state concluse solo nel 60 per cento dei casi”.
“Il Concorso a cattedra è andato poi a valutare il personale docente, già selezionato e abilitato all’insegnamento, costringendo persino gli stessi candidati a rispondere, in soli 18 minuti, a dei quesiti inerenti a unità di apprendimento specifiche che necessitavano di ben più tempo a disposizione: andando, così a vanificare, le valutazioni già espresse dalle commissioni universitarie sugli stessi candidati che, nel frattempo, hanno anche acquisito maggiore esperienza perchè nove volte su dieci hanno sottoscritto altre supplenze annuali. Pertanto, è evidente che tali docenti hanno anche svolto rispetto ad altri – conclude il sindacalista - buona parte della formazione iniziale rivolta ai giovani insegnanti”.
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