Con la nota n. 5838 del 31/07/2012 il MIUR ha fornito agli Uffici Scolastici Regionali e agli Ambiti territoriali provinciali le indicazioni relative alle modalità di convocazione tramite PEC, della quale dovranno dotarsi tutti i docenti aspiranti a contratti a tempo indeterminato per l'anno scolastico 2012/2013.
Nella stessa nota viene annunciato che l'invio delle comunicazioni di convocazione degli aspiranti avverrà a partire dal 21 agosto 2012.
AGGIORNAMENTO: con successiva nota n. 5909 del 2 agosto 2012, il Miur ha chiarito che per il personale non in possesso di casella PEC si procederà all'utilizzo delle tradizionali modalità di convocazione.
Caro ministro,
approfitto del manifesto pubblico rivolto ai sindacati per sottolineare, finalmente, come tu ti sia rivolto proprio a tutti i sindacati e non soltanto a quelli rappresentativi che convochi quotidianamente per concertare le scelte della tua amministrazione. Già da tempo, infatti, l’Anief ha richiesto un incontro su cui confido ancora per suggerire interventi urgenti per la scuola, l’università e la ricerca prima della fine della XVI legislatura. Tra queste, invero, mi sono dimenticato di segnalare a suo tempo il merito, non per assenza di una cultura elitaria o valoriale ma perché pensavo che i voti assegnati e gli esami svolti dagli anni della scuola elementare a quelli dell’università fossero sufficienti a misurare la capacità, le abilità, le competenze, gli apprendimenti dei nostri studenti.
Certamente, qualche borsa di studio in più non farebbe male - e ne parla uno che durante il suo corso di laurea e la formazione post laurea ne ha ricevute parecchie e per merito - ma non servono se poi alla fine lo Stato costringe i cervelli tanto coccolati ad emigrare all’estero perché l’accesso alla professione è sbarrato, per esempio, per diventare insegnante e ricercatore, o perché la stessa carriera per alcuni anni viene bloccata. Allora consentimi di ricordarti come, forse, le priorità potrebbero essere altre: eliminare la precarietà come cattivo sistema ordinario di funzionamento della macchina pubblica, gestire in maniera trasparente e meritevole i concorsi pubblici, investire maggiori risorse nella selezione, nella formazione, nell’assunzione e nella progressione di carriera del personale, dotare i centri di produzione e di trasmissione del sapere di strumenti tecnologici adeguati e di strutture messe in sicurezza, garantire l’alternanza scuola-lavoro, rilanciare un piano di investimenti per il reclutamento dei giovani ricercatori dell’università e dei precari della scuola, adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici ai livelli europei per non mortificare ulteriormente la professione, promuovere l’attività convegnistica e lo scambio internazionale per riprendere la tradizione umanistico-scientifica che ci ha contraddistinto.
Accolgo di buon auspicio la fine della stagione dei tagli che negli ultimi cinque anni ha eliminato più di 100.000 posti nella scuola pubblica e più di 20.000 cattedre all’università, ma ancora attendo l’aumento di un 1% del P.I.L. per l’istruzione e la ricerca perché, senza investimento, le solte misure di contenimento della spesa non aiutano a rilanciare la nostra economia.
Il presidente dell’Anief - prof. Marcello Pacifico
Finalmente si dice basta alla pessima politica che ha caratterizzato gli ultimi anni. Ora aspettiamo nuove norme che confermino la volontà di tornare ad investire sull’istruzione pubblica.
I lavoratori dell’istruzione pubblica non possono che compiacersi delle dichiarazioni rilasciate oggi dal Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, a proposito della volontà del Governo di “ripartire dalla scuola e dalla ricerca” e di evitare “altri tagli” al settore scolastico italiano, letteralmente martoriato negli ultimi tre anni e mezzo da chi lo ha preceduto.
“Cosa altro è possibile eliminare, del resto, - si chiede il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico - dopo la cancellazione di oltre 100mila posti di lavoro tra insegnanti e personale Ata, la riduzione di 8 miliardi di finanziamenti, l’accorpamento di migliaia di scuole e l’introduzione di una serie di norme che introducono per la prima volta la possibilità per il personale in esubero di essere collocato in un altro ruolo, in un'altra regione, cassintegrato ed in casi estremi addirittura licenziato?”.
Secondo il Presidente dell’Anief la decisione di dire basta allo stillicidio di risorse destinate alla formazione delle nuove generazioni rappresenta comunque un annuncio da non trascurare: “è un importante segnale, perché in controtendenza rispetto alla pessima politica – sottolinea Pacifico - che ha caratterizzato gli ultimi anni, contrassegnati da motivazioni puramente economico-ideologiche e soggiacenti a logiche più aziendalistiche che attinenti alla conduzione di un settore decisivo per il futuro del paese quale è l’istruzione dei suoi cittadini”.
Lo stop ai tagli, tuttavia, è solo la prima operazione da svolgere. “Ora però il Ministro – conclude Pacifico - confermi questa sua intenzione di cambiare strategia, di puntare veramente sull’istruzione, adottando anche provvedimenti e norme che permettano alla scuola e ai suoi lavoratori di avvicinarsi ai parametri formativi di un paese moderno”.
Anche laddove aumentano gli alunni, come in Sicilia. Appello al Ministro Francesco Profumo: inverta questa tendenza, altrimenti il Governo Monti si rivelerà come gli altri.
L’Anief reputa ingiustificati i tagli che colpiscono la scuola, specie del Centro-Sud, attraverso le disposizioni contenute nel decreto ministeriale riguardante la formazione degli organici del personale docente per l’anno scolastico 2012/2013, i cui dettagli sui vari ordini e gradi di scuola e sul sostegno sono stati resi pubblici nelle ultime ore. “Questa politica salva-spese – commenta il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – dimostra che anche da parte dell’attuale Governo non si vuole comprendere che la riduzione del tempo scuola e della quantità di personale conduce inevitabilmente verso una pericolosa deriva dalla cultura”.
L’Anief si chiede, in particolare, come mai verso le scuole del Meridione continuano a concentrarsi i tagli più consistenti. Dal Miur si giustifica tale scelta presentando tabelle e calcoli ragionieristici. Dimenticando clamorosamente quanto l’arretratezza sociale e le difficoltà economiche dell’utenza scolastica abbiano un peso specifico che supera nettamente tutte le altre variabili.
“Soprattutto – sostiene il Presidente Pacifico – non si comprende perché in queste aree del Paese, in primis quelle dove sono collocate le scuole siciliane, anche a fronte di un aumento di iscritti si continui a ridurre il numero dei docenti e di tutto il personale scolastico. Tutto questo è davvero triste, ancora di più se si pensa che il dibattito a cui anche le istituzioni sembrano più tenere continua a riguardare tematiche a dir poco marginali. Come la necessità di dispensare gli studenti dallo studio pomeridiano o di ridurre il numero di ore passate sui banchi per migliorare (?) l’apprendimento dei contenuti delle materie studiate”.
Per questi motivi il sindacato chiede al Ministro Francesco Profumo di invertire questa ingiusta tendenza: “è giunto il tempo – spiega il Presidente dell’Anief – di investire seriamente in tutte quelle zone che necessitano di una maggiore presenza e attenzione dello Stato. Questa scelta, tra l’altro, rilancerebbe di sicuro il capitale umano di tutto il Paese. Quindi basta con i proclami e i dibattiti su come dovrebbe essere la scuola moderna: la pedagogia e il buon senso – conclude Pacifico – ci dicono che l’istruzione pubblica è prima di tutto una continua palestra di vita. E non un luogo da cui sfuggire per evitare di assumersi le responsabilità educative”.