Dopo le proposte emendative suggerite da Anief in V Commissione Bilancio e bocciate, approvato l'ordine del giorno 9/2679-bis-A/120 dell'on. T. Curro' (M5S) che è stato accolto come raccomandazione dal Governo. Ora inizia il pressing in Senato.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): “È uno dei primi effetti della pronuncia della Corte di giustizia europea sul precariato”.
“Sono quasi 40.000 i precari ATA che potrebbero essere stabilizzati dai giudici del lavoro – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ma nella legge di stabilità si leggono solo i tagli previsti per 2.000 posti e alle supplenze brevi del personale non docente”.
Tutto ciò per l’Anief è incoerente e nocivo se si pensa alla procedura d'infrazione 2124/10 della Commissione UE contro l’Italia, che si è trasformata il 20 novembre scorso in parere motivato e potrebbe portare a una condanna per 8 milioni di euro. Per non parlare dell'applicazione della recente sentenza della CGUE da parte dei giudici nazionali nel caso di ricorsi seriali ai tribunali del lavoro.
“Chiederemo ai senatori di sanare questa nuova disparità di trattamento per evitare un contenzioso dai costi salati per i cittadini – continua Pacifico – ; è necessario restituire immediatamente dignità alla Scuola italiana. Il precariato nel comparto Scuola rappresenta una piaga e un ostacolo alla crescita sostenibile del nostro paese oltre che un ulteriore elemento di cui non andare fieri dinanzi gli altri paesi”.
Secondo il presidente del giovane sindacato, infatti, “la stabilizzazione del personale è una misura di contrasto alla crisi. Pochi dicono che uno dei fattori scatenanti la crisi è stato l'indebolimento graduale della domanda a causa del processo di precarizzazione iniziato con le riforme nel ‘93. Oggi i maggiori spazi finanziari richiesti all'Europa potevano essere impiegati già nella legge di stabilità per fare quello che il primo ministro Renzi ha individuato come un punto qualificante le sue politiche”.
Per il sindacalista Anief non si tratta quindi solo di una battaglia di diritto, ma anche di giustizia sociale e di contrasto alla crisi economica che attanaglia il paese in una morsa.
“Il precariato nella Scuola vale 0,7 punti percentuali di PIL. Investire su questo – conclude Pacifico – non potrà che garantire un sicuro ritorno”.
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